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Primo Maggio, Usb denuncia: “Aggressione e insulti sessisti” da attivisti Pd

Il sindacato: “Non daremo mai legittimità in piazza a chi il Primo maggio fa campagna elettorale e specula sulla pelle di chi attraversa e vive i quartieri e dei lavoratori”. E Padrone di merda: ieri “oltre un migliaio di persone” alla parade da piazza Verdi alla Montagnola.

02 Maggio 2019 - 16:51

“Ieri mattina, primo maggio, mentre eravamo impegnati nei preparativi della festa in Piazza dell’Unità, alcuni esponenti del Partito Democratico hanno imbastito nella stessa piazza un vergognoso banchetto per distribuire fiori e volantini dedicati alle elezioni europee a sostegno della Gualmini che, ricordiamolo, da anni contribuisce alla svendita del patrimonio pubblico del nostro territorio”. Lo scrive Usb.

Prosegue il sindacato: “Insopportabile è stata poi l’aggressione a un delegato della federazione del sociale di Usb che, invitando i cinque attivisti del Pd presenti a volantinare liberamente nell’angolo di via Matteotti come da autorizzazione che non gli consentiva appunto l’ingresso in piazza, si è visto aggredire e schiaffeggiare. Gli stessi hanno poi proseguito con insulti sessisti alle attiviste Usb che erano lì. Tale aggressione è il simbolo di un partito che della violenza scaturita dalle proprie politiche parlamentari e cittadine fa evidentemente un modus operandi anche in piazza”.

“Quella di ieri – si legge poi nel comunicato stampa – è stata una piazza chiara, che ha scelto da che parte stare in alternativa alla farsa che vedeva in Piazza Maggiore cgil cisl e uil coccolati e appoggiati dagli industriali. Ricordiamo a Repubblica e a tutti i lavoratori che il Pd è il partito che ha introdotto riforme come il Jobs Act, il decreto Minniti, il piano casa che appoggia le politiche militari dell’Ue, che ha alimentato la guerra tra poveri sdoganando razzismo ed intolleranza e che proprio ieri a Torino ha aggredito e fatto manganellare il corteo no Tav. Ebbene non solo l’area antagonista ma anche l’unione sindacale di base nelle sue piazze non darà mai spazio a tali esponenti politici fautori di tanta devastazione sociale. La loro presenza, nella nostra piazza era un insulto a chi ogni giorno decide di alzare la testa e di organizzarsi per riprendersi il presente e conquistare il futuro, a chi anche ieri ha scelto da che parte stare”.

In conclusione: “Non staremo mai zitti – di fronte alla presenza di un partito che è stato precursore nell’attacco ai diritti dei lavoratori e dei settori popolari, che fa gli interessi dei padroni e dei poteri forti e che, in particolare a Bologna, porta avanti ormai da anni una campagna repressiva nei confronti di chi si organizza e lotta per rivendicare condizioni di vita dignitose. Non daremo mai legittimità in piazza a chi in occasione delle ricorrenze come il Primo maggio, fa campagna elettorale e specula sulla pelle di chi attraversa e vive i quartieri, dei lavoratori che subiscono proprio le politiche di precarietà e smantellamento dei diritti introdotte dal Pd che, pezzo dopo pezzo, ha distrutto ed eliminato quanto duramente conquistato con le lotte ed il sangue della classe lavoratrice”.

È terminata invece ieri sera con una festa in Montagnola la parade di Padrone di merda con la partecipazione dell’Internazionale del Trash Ribelle. “Oltre un migliaio di persone – scrivono i promotori – hanno sfilato contro i lavori a cinque euro l’ora, contro i contratti fasulli, contro le molestie e contro tutti quei padroni che abbiamo segnalato in questi mesi”. Padrone di merda sottolinea la chiusura, grazie alla determinazione dei lavoratori, di un bar, un enoteca e una pizzeria del centro, mentre un altro bar “ha schierato alcuni sgherri che hanno aggredito i lavoratori mascherati ma l’offesa è stata rispedita al mittente” e in un ristorante “alcuni uomini e la padrona hanno usato un bambino per legittimare la loro aggressione a chi attaccava uno striscione”. Nel caso del bar, in particolare, le due persone di cui parla Il padrone di merda non solo “hanno spintonato e preso a pugni alcune persone del corteo”, si legge sulla pagina Facebook della campagna,  ma in seguito “sono arrivate perfino alla Montagnola al termine della parade, provando ancora a provocare e minacciare, ancora una volta ignorati”. Gli attivisti, che sempre su Facebook hanno pubblicato alcune videotestimonianze sull’accaduto, concludono: “I padroni hanno paura, temono l’organizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici, rispondono con le intimidazioni di tipo mafioso senza per altro riuscire ad intaccare la nostra determinazione”.