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Pioggia di milioni in arrivo per le scuole paritarie

Aumenta il fondo statale destinato alla regione. Intanto a Bologna “il Comune inaugura i nidi di classe”, accusa l’Sgb. All’Ic20 “ci autotassiamo per fare andare avanti la scuola”. I docenti precari incalzano l’Usr sul concorso 2016.

17 Aprile 2017 - 13:24

Pioggia di milioni in arrivo per le scuole paritarie dell’Emilia-Romagna: il fondo statale sarà quest’anno di quasi 50 milioni di euro, circa otto in più rispetto a quello riservato lo scorso anno alla regione. Si tratta di 42 milioni e 700.000 euro come quota del fondo stabilizzato per la parità, quattro milioni e 670.000 come fondo per l’infanzia, due milioni e 350.000 euro per la disabilità. Ne ha dato notizia il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, durante la visita ad una scuola paritaria di Forlì. A livello nazionale, quattro anni fa il fondo per le scuole paritarie era di 272 milioni di euro: con l’ultima Legge di stabilità il Governo lo ha stabilizzato e portato a 502 milioni. In aggiunta, è stato creato un fondo ad hoc per la scuola dell’infanzia pari a 50 milioni e uno per la disabilità da 24 milioni.

A Bologna, intanto, il Comune ha deciso di cambiare i criteri di convenzione degli asili nido privati. La Giunta di Palazzo D’Accursio ha approvato una delibera che disciplina il nuovo regime già a partire dal prossimo anno educativo: l’amministrazione darà un contributo alle scuole per abbattere le rette, che non dovranno superare la tariffa massima comunale (575 euro) di una percentuale superiore al 15% (il tetto è fissato quindi in 660 euro). In alternativa, i nidi privati che volessero optare per un regime di maggiore flessibilità, potranno superare la tariffa massima comunale del 30% (fino a 748) in cambio di un’eguale riduzione verso il basso e l’applicazione di rette diversificate in base all’Isee (fino a un minimo di circa 450 euro). In questo modo, per Sgb “la Giunta Merola si prepara a dare l’avvio ai nidi di classe: nidi pubblici per i poveri e nidi privati per i ricchi!”. Questo il commento del sindacato di base: il nuovo sistema “cancellerebbe 190 posti in convenzione di questi ultimi 15 anni, che sarebbero regalati ai privati, in cambio di un taglio delle rette, per adeguarsi a quelle pubbliche, per arrivare ad una retta massima unica di 575 euro, mentre le famiglie riceverebbero un bonus di 300 euro per iscrivere il loro bambino al nido privato”. Così “verrà ampliato il sistema educativo privato, regalando i soldi di tutti ai nidi privati a discapito di quelli pubblici, con il rischio reale di abbandono di questi ultimi, per dare origine a nidi di serie A e di serie B”. L’assessore Marilena Pillati “dichiara alla stampa che è un aiuto alle famiglie che non possono più sostenere i costi di un nido privato. E’ una bugia! Al nido privato si iscrivono i bambini di famiglie ricche! Non dimentichiamo che questa Giunta ha continuato a finanziare le scuole private contro il parere dei cittadini che avevano espresso parere contrario nel referendum del 2013! L’assessore utilizzi le risorse per ampliare e migliorare l’offerta pubblica, piuttosto che regalare soldi ai privati, siano essi grandi cooperative o imprese! Sgb ritiene che questa Giunta, come la precedente, è in perfetta linea con le politiche del Governo che, attraverso i decreti attuativi della scuola, in questo caso il riferimento è il sistema integrativo 0-6, dà enorme spazio alla privatizzazione dei servizi educativi”.

L’assemblea sindacale dell’Ic 20 di Bologna, nel frattempo, comunica di aver “deciso – come molte scuole italiane – di individuare una parte del Fondo d’Istituto per sostenere il personale ata per i periodi in cui sarà in malattia e non verrà sostituito. Infatti da quasi 2 anni è in vigore una norma (art. 1 comma 333 della Legge di Stabilità dell’epoca) che proibisce di sostituire i collaboratori scolastici per la prima settimana di assenza e il personale di segreteria per qualunque assenza (la stessa norma proibisce anche di supplire gli insegnanti per il primo giorno di assenza). Questa disposizione ha portato come conseguenza grossi problemi di vigilanza e pulizia nelle scuole mentre rallenta in maniera rilevante molti lavori di segreteria, oltre ad aggravare il carico di lavoro del personale. L’unico strumento per far fronte all’emergenza è sostenere economicamente il lavoro straordinario del personale collaboratore e di segreteria che si trova a coprire parte del lavoro degli assenti. Così, in un’ottica di condivisione, l’assemblea di insegnanti, collaboratori e personale di segreteria ha deciso di stornare una cifra per fare fronte alle emergenze create da questa legge. Ovviamente queste somme sono state sottratte agli usi cui erano destinate: progetti didattici, incarichi di tutoraggio, attività di recupero dei bambini in difficoltà. In questa situazione incresciosa però ogni scuola si trova a dover decidere cosa fare, e la continuità amministrativa e di pulizia e vigilanza ci è parsa altrettanto importante. Tutta l’assemblea però è concorde nel deplorare questa situazione in cui la legge ci ha gettato, caricando sulla responsabilità delle singole scuole e dei lavoratori un compito e un onere cui sarebbe tenuta l’amministrazione dello stato e quindi il governo in carica. Ci autotassiamo per fare andare avanti la scuola. E’ una vergogna. Chiediamo che la norma venga cassata al più presto! Abbiamo scritto queste righe perché siamo stanchi di coprire in silenzio le scelte politiche compiute contro la scuola e vogliamo che la società civile, a partire dai genitori dei nostri allievi, sappiano cosa sta succedendo. Chiediamo ai sindacati di prendere la parola pubblicamente contro questa assurdità, e di non lasciare questo peso unicamente sulle spalle dei lavoratori delle singole istituzioni”.

Il Coordinamento Precari/ie Scuola di Bologna, infine, ha scritto all’Ufficio scolastico regionale la seguente lettera aperta: “Riconoscendo da un lato a codesto Ufficio l’impegno a mantenere aperto un canale di dialogo, il Coordinamento precarie/i della scuola di Bologna si trova però costretto nuovamente ad intervenire pubblicamente sull’argomento Concorso docenti 2016. Esso infatti – di cui tante volte abbiamo criticato l’opportunità e la legittimità – si è rivelato troppo spesso in tanta parte del Paese una grottesca farsa che ha messo tanti bravi colleghi alla pubblica berlina. Basterà qui ricordare un divario tra posti messi a bando e candidati vincitori dai tratti sovente paradossali; la non omogeneità, sul piano nazionale, dei criteri di valutazione, apparsi talvolta incongrui; le notevoli difficoltà nella costituzione delle Commissioni la cui composizione è poi troppo spesso mutata, mettendo a repentaglio l’omogeneità del processo valutativo. Tra gli altri aspetti altamente critici del Concorso 2016 dovremo sottolineare l’enorme ritardo nello svolgimento delle prove: benché il Ministero avesse promesso le graduatorie definitive per l’avvio dell’a.s. 2016/17, dopo quasi un anno la procedura concorsuale non è ancora conclusa. Se il caso delle classi di concorso di Infanzia e Primaria, in cui ancora non si è giunti alla pubblicazione dei risultati degli scritti, è un problema in tutta Italia, clamoroso invece, relativamente all’Emilia Romagna, appare il caso dei colleghi di Tecnologia per la secondaria di primo grado (A060). Come comunicatoci nel recente incontro del 22 marzo u.s., Codesto Ufficio ha ritenuto opportuno posporre la pubblicazione delle Graduatorie di merito allo svolgimento delle prove suppletive di coloro il cui ricorso è stato accolto (circa 7.000 nel Paese). Tale ulteriore ritardo appare particolarmente gravoso per le classi di concorso a cascata, tra cui l’ambito AD04/AD08: esso accresce la generale situazione d’incertezza, l’ansia di tanti candidati e l’impossibilità di fare alfine programmi di vita, eventualmente alternativi. Pertanto, in qualità di portavoce di tanti candidate e candidati emiliani e romagnoli, il Coordinamento richiede: 1) un chiarimento ufficiale sul ritardo nella pubblicazione dell’esito degli scritti AD08, se dovuto esclusivamente alle prove suppletive, come spiegato al Coordinamento dallo stesso Direttore il 22 marzo u.s., o se siano intervenuti altri problemi e, se del caso, quali; 2) una indicazione di massima sulle tempistiche delle prove orali dell’ambito AD08, nonchè dell’esito delle prove scritte della classe di concorso A060 e delle prove relative alla scuola dell’Infanzia e Primaria; 3) che, in ottemperanza a quanto previsto dall’Art. 8 comma 3 del bando di concorso, sia calcolata per le classi A011 e A013 la media tra gli scritti AD04 e AD08, il che non dovunque nel Paese è stato fatto; 4) che le Commissioni non tralascino – come altrove è successo – all’atto di valutare i titoli, di assegnare i punti per il Tfa (diversamente si renderà necessario ricorrere al Tar con conseguenti ulteriori ritardi); 5) che infine sia garantita l’immissione in ruolo per tutte le vincitrici e tutti i vincitori già a partire dall’a.s. 2017/2018”.