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Piazza Verdi, “la sfida è appena cominciata”

Il Cua dopo le dichiarazioni dei comitati: “Non abbiamo mai chiesto autorizzazioni a chicchessia per poter svolgere iniziative. Chiediamo il ritiro di tutte le denunce dal 2000 ad oggi”.

31 Luglio 2013 - 19:53

In piazza Verdi la sfida è appena cominciata!

Per noi la zona universitaria e Piazza Verdi sono sempre state un terreno di opportunità e una sfida aperta ai soggetti collettivi e per questo sentiamo l’esigenza di entrare nel merito di alcune dichiarazioni rilasciate da esponenti dei comitati che hanno messo in piedi il calendario di iniziative in piazza che oggi vedrà la sua conclusione.

Noi non abbiamo mai chiesto autorizzazioni a chicchessia per poter svolgere iniziative in Piazza Verdi ritenendo questa possibilità del tutto legittima da parte nostra che ci muoviamo e nasciamo all’interno del mondo studentesco e precario che tutti i giorni vive quella piazza. Abbiamo avviato semmai, noi per primi, un processo di dialogo, nelle modalità e con le caratteristiche scritte nero su bianco nel “Manifesto su Piazza Verdi” da noi redatto a fine maggio, per cui passaggi di comunicazione e reciprocità, ad esempio, su una contemporanea presenza in piazza sono una naturale conseguenza di questo modo di ragionare rispetto ad altri soggetti non istituzionali. La logica delle autorizzazioni va proprio ribaltata perché è quella che ha permesso che per anni in piazza vigessero divieti, militarizzazione, ordinanze e comportamenti inaccettabili messi in atto da istituzioni bollite e incapaci di dare risposte alla città delegando alla questura e ai suoi manganelli il discernimento di questioni prettamente politiche. Per questo ribadiamo ancora una volta che devono essere i soggetti collettivi che quotidianamente vivono e si muovono in Piazza Verdi a dover in qualche modo immaginare forme di costruzione, vivibilità e attraversamento di quello spazio urbano, in un confronto alla pari, produttivo e consapevole delle mutue differenze che derivano in primis dalle caratteristiche, bisogni e aspettative della composizione studentesca e precaria che attraversa e determina Piazza Verdi rispetto a quella migrante o dei residenti non universitari del quartiere. Il terreno del molteplice può essere ricondotto in una direzione trasformatrice e sperimentatrice sotto il segno del cambiamento politico: questa è la nostra sfida.

In questo senso ricordiamo che senza la conflittualità espressa dagli studenti e dai precari nelle giornate del 23 e 27 maggio in cui è stata respinta e cacciata la polizia che voleva impedire lo svolgimento di assemblee pubbliche, senza le 2000 persone in corteo il 4 giugno per Piazza Verdi libera e la grande partecipazione alle iniziative promosse dal collettivo non sarebbe stato possibile sbloccare la situazione di stallo messa in atto da politiche scellerate da parte delle istituzioni. Situazione che riteniamo ancora non conclusa ed in perenne movimento. Anche qui di importanza centrale e decisiva è stato il protagonismo, se non l’esistenza stessa, di soggetti sociali che devono per forza di cose essere protagonisti delle scelte politiche che si operano sul loro territorio e questo fuori dal perimetro istituzionale che miope alle esigenze della società si perde tra una burocrazia paralizzante e meccanismi di rappresentanza vuoti e attenti solo alle esigenze di qualche holding o di qualche banca avendo perso ogni contatto con la realtà che non sia mediato da un manganello.

Dunque riteniamo che Piazza Verdi non abbia bisogno di passerelle mediatiche, né di fari puntati, né di giochetti politici tentati da una rappresentanza con l’acqua alla gola pronta a stritolare e reprimere tutte le energie sociali liberi e vitali che si sprigionano dal basso. Quello di cui Piazza Verdi ha bisogno è di venire smilitarizzata definitivamente in senso sia simbolico che concreto ponendo fine alla presenza cilena e imbarazzante di decine di poliziotti in assetto anti-sommossa e relativi mezzi blindati che stazionano in maniera inutile, dispendiosa e antiestetica accanto al teatro comunale. Questo per sempre e non solo nei giorni che seguono alla cacciate della polizia stessa… Piazza Verdi ha bisogno che si ponga fine al clima di eccezionalità ed emergenzialità cui è stata sottoposta per tanti, troppi anni dalle istituzioni che ha portato solamente ad ordinanze folli, ronde farsesche e retorica del degrado sui media.

Accogliamo infine con piacere che le denunce relative ad una iniziativa organizzata dai collettivi nel 2005 siano state ritirate, evidentemente per i comitati le legittimità dei percorsi sociali e di movimento non è più in discussione, ma pensiamo che il problema sia complessivo e che tutte le iniziative organizzate da noi per primi in questi anni siano legittime e siano libera espressione del soggetto studentesco e precario quindi chiediamo il ritiro di tutte le denunce politiche partite da parte di Digos o altri aventi per oggetto iniziative autorganizzate in zona universitaria dal 2000 a oggi, le cui ultime sono arrivate proprio pochi giorni fa. Assumiamo tutti questi dati che abbiamo provato brevemente ad analizzare e cerchiamo di voltare pagina intendendo questo concetto nel senso che abbiamo provato a dargli piantando al centro della piazza Photinia, albero della libertà, per costruire sotto le sue fronde una Piazza Verdi nuova, libera, meticcia e solidale.

Collettivo Universitario Autonomo