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Photinia sparisce? Appaiono orchestrali e ballerine sul Teatro [foto+comunicato]

Gli attivisti del Collettivo Universitario Autonomo rispondono alla rimozione dell’albero piantato nel mezzo di Piazza Verdi con un blitz artistico in pieno giorno.

05 Settembre 2013 - 15:07

Il Cua risponde alla rimozione dell’albero piantato a giugno al centro di Piazza Verdi con una serie di murales in vernice nera sulla facciata del Teatro Comunale, disegnando figure di danzatrici e musicisti, quindi per niente dissonanti con le attività del teatro stesso. Gli attivisti hanno anche avuto cura di ripulire la facciata con una mano di vernice del colore originario, prima di realizzare i disegni.

“Siamo in apprensione per le sorti di Photinia”, dicono dal Collettivo, “abbiamo visto oggi che dopo il Quartiere anche Hera si e” smarcata dalla sua rimozione e questo ci fa piacere, visto che Hera si occupa di onoranze funebri. Ciò vuol dire che Photinia forse e” ancora viva”. Intanto, “abbiamo saputo che le squadre di imbianchini che risponderanno al bando del Comune dovranno utilizzare proprio piazza Verdi come banco di prova”, proseguono, “ma invece noi vogliamo che questa zona sia banco di prova per chi vuole costruire una città diversa”. Un’iniziativa “fatta con buonsenso e creatività”, secondo i ragazzi del Cua, nonché “alla piena luce del sole: anzi, sfidiamo le autorità a denunciarci per quello che stiamo facendo, perché tutte le denunce che sono arrivate dal 2008 a oggi per questioni riguardanti piazza Verdi sono politiche e chiediamo che vengano cancellate”.

A quanto si apprende, sul posto è intervenuta la polizia, chiamata dal Teatro stesso, chiedendo (invano) i documenti agli studenti del Cua. Intanto qualcuno di passaggio coglieva già l’occasione per farsi fotografare sullo sfondo delle figure appena disegnate.

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> Il comunicato del Cua:

Oggi si è avverato uno dei desideri di Photinia. Gli studenti che si prendono cura di una piazza che attraversano tutti i giorni. Quei muri del teatro comunale non piacevano neanche a lei. E’ per questo che stamattina ci siamo dati appuntamento davanti al teatro comunale in piazza Verdi per costruire un altro pezzetto di Zona Universitaria altra, meticcia e solidale, in cui a decidere sono i soggetti che la rendono viva e non corpi esterni manganellatori o istituzioni burocratiche tramite colpi di ordinanze e divieti.
Un appuntamento per ridipingere le mura del teatro e portare anche su quella fetta di piazza la creatività e la cultura, la socialità e la voglia di decidere in prima persona sulle nostre vite, pulsioni che da sempre attraversano la nostra zona universitaria. Un’azione alla luce del sole, tra le matricole che cominciano pian piano a vivere questi luoghi, e chi è alle prese con gli esami di settembre. Soltanto quei corpi esterni, in crisi profonda di legittimità, sono costretti a portare avanti azioni alla zitta, sfruttando una piazza vuota di domenica mattina, come chi ha portato via Photinia, l’albero della libertà di piazza Verdi. Coraggiosa pianta le cui sorti sono ancora avvolte nel mistero, mentre uno dopo l’altro gli attori istituzionali si dichiarano innocenti. Photinia era, o meglio, lo è tutt’ora, il simbolo di una piazza Verdi diversa. Il simbolo di quel cambiamento che le giornate di fine maggio hanno rappresentato, il simbolo di una decisionalità che sta soltanto nei corpi vivi di tante e tanti che si sentono parte di quel luogo.

Alle istituzioni che continuano a non capire cosa succede in Zona Universitaria e che neanche troppo simbolicamente sono state cacciate da Piazza Verdi il 27 maggio diciamo che bisogna smetterla una volta per tutte di usare la politica dei colpi di spugna, delle ordinanze asettiche, della retorica del degrado e dell’emergenza. Piazza Verdi è un banco di prova per chi vuole costruire una città diversa non per bandi strampalati e passerelle politiche. Non si può mettere il bavaglio all’università e a chi la attraversa tutti i giorni, i nostri bisogni stiamo incominciando a soddisfarli insieme, senza bisogno di soggetti istituzionali che sulla zona universitaria hanno palesemente fallito perché non conoscono chi la vive.

Dobbiamo prendere atto, però, che ancora una volta, quei corpi esterni a cui facevamo riferimento prima, tutto questo continuano a non volerlo capire. Infatti, anche oggi, alla fine di quella che è stata un’iniziativa importante per chi vuole bene alla Zona Universitaria, non è mancata la provocazione delle questura che, con l’intervento di due volanti della polizia e della digos ha provato, inutilmente, ad identificare gli studenti e le studentesse. Dunque noi ci chiediamo se è peggio un teatro ridipinto col suo colore originale e un piccolo tocco artistico oppure la presenza costante di blindati e poliziotti in assetto antisommossa che stazionano oziosamente accanto al teatro stesso manco fossimo in Afghanistan? Quanto ci costa questo dispiegamento inutile e provocatorio di forze? Insomma, ci sembra ancora una volta chiaro da che parte stanno il degrado e gli sprechi della pubblica amministrazione!

La vendetta di Photinia è appena cominciata!

C.ollettivo U.niversitario A.utonomo