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Pcl: indecenti le condizioni di vita dei detenuti alla Dozza

Oggi il partito ha tenuto un presidio fuori dalla casa circondariale. Tra le rivendicazioni la depenalizzazione dei reati minori e la nomina del garante regionale

29 Settembre 2010 - 21:13

> Il comunicato stampa:

“Oggi il Partito Comunista dei Lavoratori ha tenuto un presidio fuori dal carcere della Dozza per denunciare, ancora una volta, le indecenti condizioni di vita dei detenuti. Per richiedere la depenalizzazione dei reati minori, investimenti per il reinserimento e la nomina del garante regionale”

Le condizioni di vita e di lavoro nel carcere bolognese della Dozza sono indegne di una società civile.
Il sovraffollamento ha raggiunto livelli incredibili, questa situazione viene ormai considerata come maltrattamento nei confronti dei detenuti.
I percorsi rieducativi e formativi sono praticamente assenti a causa della cronica mancanza di fondi, una scelta questa del governo Berlusconi-Bossi per puntare esclusivamente alla punizione del detenuto e non al suo possibile futuro reinserimento sociale. Peraltro il reinserimento è il miglior antidoto alla recidiva dei reati, aumentando così realmente la sicurezza complessiva della società.
Delle scelte governative ne fa le spese anche l’assistenza medica, infermieristica e psicologica all’interno delle carceri, sempre più spesso di carcere si muore: di malattie trascurate o per suicidio. E purtroppo anche il carcere bolognese non è indenne da queste tragedie.
Il carcere continua ad essere utilizzato dai governi nazionali come discarica sociale, dove parcheggiare un insieme di disperati e disperate provenienti dalle classi sociali più disagiate. Intanto i grandi criminali miliardari continuano impunemente a corrompere giudici e testimoni, e se condannati possono, come Tanzi, stare tranquillamente agli arresti domiciliari nelle loro ville con piscina.

Occorre invertire la rotta delle politiche carcerarie.
Il Partito Comunista dei Lavoratori sostiene con forza la depenalizzazione dei reati minori, che, oltre che ridurre l’eccessivo ricorso alla carcerazione preventiva, abbatterebbe drasticamente il sovraffollamento.
Governo nazionale ed enti locali devono impegnarsi per garantire, per quanto di competenza, una migliore qualità della vita e del lavoro di detenuti ed operatori carcerari, con nuovi investimenti finalizzati non alla costruzione di nuove prigioni, ma al reinserimento sociale e lavorativo.
Infine e necessario che venga rinominato al più presto un vero Garante dei detenuti del Comune di Bologna, figura oggi nei fatto assente a causa della decisione del commissario Cancellieri di non rinnovare l’incarico all’avv. Desi Bruno. Allo stesso modo la Regione Emilia-Romagna deve applicare la legge regionale sul carcere e provvedere a nominare il Garante regionale.

Bologna, 29 settembre 2010

Michele Terra, esecutivo naz. PCL