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Pavia, “Urlalo sempre, urlalo ora… Barattolo vive e vivrà ancora…”

Grande corteo sabato scorso per risponedere allo sgombero del 4 maggio del csoa Barattolo. Leggi il comunicato.

10 Maggio 2010 - 16:15

La mattina del 4 maggio 2010 alle sette, entrando di soppiatto come ladri, la polizia di stato e la polizia locale hanno sgomberato, per ordine del sindaco Cattaneo, il Centro Sociale Occupato Autogestito Barattolo: si è trattato di un’azione di forza illegittima e illegale. Parte della strumentazione è stata portata via e riconsegnata ore dopo danneggiata. Il resto è stato lasciato all’interno e murato insieme all’ingresso del Barattolo.

Mura e ancora mura, questo solo sanno fare a Pavia. Mura per chiudere gli spazi sociali. Mura per chiudere i centri d’accoglienza dopo aver sgomberato illegalmente famiglie migranti. Mura per arricchirsi con centri commerciali, complessi residenziali e lottizzazioni nei nostri parchi. Mura da costruire per giustificare false bonifiche e riciclare denaro pubblico. Mura per reprimere ogni voce di dissenso, come quello di chi il 25 aprile ha contestato il sindaco e la giunta infarcita di amici, garanti e alleati politici di quei fascisti che imperversano liberamente nelle strade.

Al muro costruito per chiudere il Barattolo, i ragazzi del centro sociale rispondono buttando davanti al portone del Municipio i cocci del muro che hanno abbattuto al centro di prima accoglienza di Fossarmato, dove sei mesi fa sono state allontanate otto famiglie rom. E’ la metafora della manifestazione di sabato 8 maggio 2010 . Muro contro muro. Anche se uno è stato innalzato e l’altro abbattuto. Il dialogo tra Comune e i giovani del centro sociale Barattolo sembra chiuso.

Il tema principale del corteo che alle 17 parte dalla Stazione è uno: «Rivogliamo il Barattolo. Il Barattolo sarà riaperto». Lo spiegano i ragazzi con i loro volantini, lo gridano ai megafoni e al sound system che diffonde pure la canzone Libero adesso scritta dal gruppo Jah Love proprio per il Barattolo. E’ un reggae che dice: «Libero ora/ libero adesso/ nessuno può mai rubare il tuo spazio/ se c’è qualcosa che non puoi fermare/ questa è la voce del centro sociale…» I barattolini hanno trasfor mato il corteo, nato per riaprire la loro sede e per garantire spazi per i giovani in città, in una sorta di manifesto politico della sinistra antagonista pavese. Davanti all’ex cinema Kursaal, in corso Cavour, chiedono più spazio per la cultura: «Al Barattolo c’era un cinema popolare. Vogliamo poter scaricare film gratis, non pagare 15 euro». In piazza Vittoria urlano contro le speculazioni. Fanno i nomi di Zunino, di Caltagirone, di Grossi e di lady Abelli: «Pavia svegliati, o sarai sommersa dal mare di cemento dell’Expo». Chiedono più verde: «La Vernavola va salvata» e case popolari: «Ci sono 700 famiglie in lista d’attesa». E soprattutto una città a misura di giovani: «Sono 26mila gli iscritti all’università, danno ricchezza a Pavia. Ma non vanno sfruttati con gli affitti in nero. Paghiamo 400 euro un posto letto. Non è più accettabile». Nel loro mirino c’è il sindaco, il rettore («Ha fatto finta di appoggiare l’Onda, ma ora va a braccetto con la Gelmini»), il presidente della Provincia.

Nel corteo, che giunto in corso Cavour conta un migliaio di persone, c’è un po’ di tutto. Con i ragazzi del Barattolo ci sono soprattutto studenti, simpatizzanti frequentatori non abituali del centro sociale di Borgo Ticino. Ci sono gruppi di milanesi, c’è la sinistra storica, con le bandiere di Rifondazione. Ci sono bandiera anarchiche, del sindacato Flmu-Cub. Sfilano figli e genitori, papà della sinistra storica e mamme che chiedono spazi sociali per i figli. Tra i manifestanti c’è anche lo storico leader di Lotta Continua degli anni Settanta, Franco Bolis, c’è l’ex senatore Tullio Montagna, ci sono diversi stranieri. Presenti alla manifestazione anche numerosi gruppi provenienti in particolare da punti diversi della Lombardia.

La giornata dei due cortei, quello di estrema destra e quello dei centri sociali, inizia davanti alla redazione della Provincia pavese, con la manifestazione di Forza Nuova contro il sistema delle banche. Non ci sono stati contatti tra i due cortei, in quanto le forze dell’ordine hanno effettuato cordoni per non fare incontrare i ragazzi dei centri sociali e le bestie con le spranghe (un numero decisamente ridicolo rispetto a quello dei compagni).

Questa di sabato è stato un gran segno di solidarietà. Ragazzi in piazza per dire che ci sono anche loro, che le idee e le iniziative non possono essere murate. Libero ora, libero adesso. Barattolo deve vivere, deve continuare a farci convivere.