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Paga l’affitto ma Acer lo vuole sfrattare

Adel ha perso il lavoro e, benché non sia moroso, rischia di restare per strada con tre figli minorenni. Oggi picchetto di SocialLog ottiene il rinvio dello sfratto. Sabato 20 dicembre’014 h17 corteo da via Fioravanti.

16 Dicembre 2014 - 14:27

Picchetto antisfratto (foto Social Log)Da anni i movimenti di lotta per la casa fanno proposte e attuano pratiche che concretamente si apprestano a risolvere l’emergenza abitativa in cui versa il nostro paese. Tantissimi i presidi, le manifestazioni, i picchetti antisfratto, le occupazioni, i progetti di autorecupero e riuso del costruito non utilizzato, che hanno contribuito in parte a risolvere il dramma dell’emergenza abitativa.

Se si pensa all’Italia che dipinge Renzi nelle sue conferenza stampa non ci si aspetterebbe mai, che proprio in quel paese, migliaia di persone vengano sfrattate e messe in strada senza nessun tipo di soluzioni alternative. Quando si pensa a quel paese, nessuno si aspetterebbe mai, che in un giorno di pioggia battente a nove giorni dal natale, un ufficiale giudiziario accompagnato dalla polizia, possa costringerti ad uscire da una casa popolare e rimanere in strada, insieme ai tuoi tre figli minorenni. Eppure questo è esattamente ciò che sarebbe successo se stamattina Socialog, insieme agli abitanti resistenti delle occupazioni abitative, ed un nutrito gruppo di vicini solidali, non fossero intervenuti per bloccare lo sfratto di Adel. Ciò che ha causato questa situazione è una delle grandi falle del sistema di gestione dell’edilizia residenziale pubblica, che impedisce proprio a chi è sprovvisto di un reddito, ed ha maggiormente bisogno di una casa popolare, di ottenerla. Adel per 3 anni ha vissuto in una casa provvisoria dell’ACER, al epoca aveva 25 punti in graduatoria, ma l’assegnazione definitiva non è mai arrivata, perchè Adel, nel frattempo, ha perso il lavoro. A nulla è servito sacrificarsi e riuscire a pagare puntualmente la quota mensile del canone di locazione, perchè al contrario dell’assegnazione definitiva della casa popolare, lo sfratto non si è fatto attendere. Quello della famiglia di Adel non è un caso isolato, ma è ciò che sta succedendo a tantissime famiglie che fino a qualche anno fa, prima che la crisi arrivasse a mordere la vita di ciascuno di noi, potevano accedere al bando per l’edilizia residenziale pubblica e sperare di risolvere così la propria situazione di precarietà abitativa. Cosi non è, e le famiglie che finiscono sotto la soglia della povertà nell’invisibilità più totale aumentano esponenzialmente. Con noi la povertà non è più invisibile! Per questo convochiamo una manifestazione per sabato 20 dicembre alle 17h in via Fioravanti davanti all’ex-Telecom per portare la solidarietà, il mutualismo e la dignità che stiamo costruendo nelle nostre occupazioni abitative e nelle lotte per il diritto alla casa nel centro della città!

E’ tempo che le graduatorie ERP prevedano l’assegnazione anche al reddito zero!

E’ tempo di investire nell’edilizia pubblica e non smantellarla a colpi di svendite e di sfratti!

E’ tempo di riconoscere la buona pratica dell’autorecupero dello sfitto e del non utilizzato come una soluzione concreta e immediata al problema abitativo!

E’ tempo di una moratoria generalizzata degli sfratti e la fine di iniziative repressive come gli sgomberi!

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