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Opinioni / Tra il 25 aprile al Pratello e argomenti di merda

Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta da un lettore in risposta alle dichiarazioni rilasciate da una consigliera comunale della Lega sulle punizioni da infliggere con piante dotate di “spine adatte a infilarsi nel retto”.

01 Maggio 2018 - 12:16

(Pratello R'Esiste - foto Zic)Anche quest’anno migliaia di persone hanno festeggiato il 25 aprile partecipando alle numerose iniziative e alla giornata organizzata dal Pratello R’Esiste, che ha visto confluire anche la manifestazione antifascista partita dalla Barca. Puntualmente, nei giorni successivi stampa e politica si sono concentrate sui disagi connessi alla presenza di un numero così alto di persone nella zona del Pratello, a partire dai casi di bisogni corporali espletati per strada. Al di là del semplice fatto che mettere a disposizione più bagni chimici non dovrebbe essere un provvedimento così difficile da immaginare, tra le varie esternazioni si è distinta una consigliera comunale della Lega nord, Mirka Cocconcelli, di professione medico. “Alla luce di una approfondita analisi antropologica- ha dichiarato- ritengo che la maggior parte dei frequentatori di questa ‘pseudofesta’ siano essenzialmente dei primati o, come scriveva Desmond Morris, l’unica scimmia tra le 123 specie ad essere sprovvista di peli, ma sempre di scimmia si tratta, visti i comportamenti incivili adottati”. La leghista ha quindi invocato “sanzioni adeguate” e, dall’aula del Consiglio comunale, ha testualmente suggerito come punizione quella di piantare (nei giardini di San Rocco, per la precisione) “cactus, rovi, ortica e agave, che ha spine adatte a infilarsi  nel retto”. A partire da queste affermazioni, un lettore di Zic.it ha scritto una lettera che riceviamo e pubblichiamo.

“Premetto che al Pratello per la festa della Liberazione dal nazifascismo del 25 aprile non ci sono andato- scrive il lettore- troppa confusione, poi muoversi con i bimbi sarebbe stato difficile, e mia figlia di tre anni è scatenata, soprattutto se si tratta di celebrare lo spirito della Resistenza. Lei ogni tanto la mattina si sveglie e mi dice di essere una partigiana, ed io ovviamente non posso che andarne fiero, anche se il sistema patriarcale la preferirebbe principessa o modella, anzi forse per questo ne vado più fiero. Aggiungo inoltre che comportamenti incivili come defecare per strada, se non per comprovate esigenze, siano comportamenti da stigmatizzare. Nonostante ciò non riesco a non notare nell’accanimento di alcune dichiarazioni di molti politici locali (ed ormai anche nazionali) più un sentimento di velato disprezzo verso la festa e chi la vive che un sentito moto igienista. Qualcuno ha definito scimmie i partecipanti alla festa del Pratello? Ci può stare, intendiamoci un tempo qualcuno diceva che ‘a tutti gli effetti era più confortante derivare da una scimmia evoluta che da un angelo decaduto’, ed in fondo che si sia scimmie tutti mi pare scontato, non serve una approfondita analisi antropologica, da chi partecipa fino a chi fa certe affermazioni, passando ovviamente per lo scrivente lo siamo tutti, e mi rincuora. Ecco io non sarei arrivato a scomodare Desmond Morris, ma devo ammettere che sono sollevato. Una errata analisi politica mi aveva fatto credere che una parte consistente dei politici cristiano-padani non credesse nella teoria evolutiva, quindi è già un passo in avanti (però mi raccomando che non se ne accorgano troppo gli elettori che hanno creduto al giuramento sulla bibbia). Ma veniamo al vulnus, e vi anticipo che è un argomento di merda”.

E continua la lettera: “Ora io non so se la signora che ha fatto certe affermazioni sappia cosa significhi vivere con la malattia di Crohn, con ragadi anali dolorose, e con una certa incontinenza rettale, sinceramente non lo credo, sebbene sia un medico (e questo mi sorprende ed addolora molto di più), altrimenti non si sarebbe lasciata andare a certe espressioni. Giusto per capirsi, non obietto il libero diritto di voler criticare comportamenti incivili, fa parte della libertà di parola faticosamente conquistata anche dalle lotte partigiane, dico solo che le parole utilizzate hanno un peso, ed io da invalido, da malato, mi sono sentito offeso. Prima ho tentato di usare l’arma dell’ironia perchè preferisco questa a dovermi fare il sangue amaro o stressarmi, il Crohn tende poi a farsi sentire con più insistenza se si è sotto stress, quindi meglio farsi due risate, ma una piccola cosa la vorrei dire. Solo chi vive con una ragade anale ed è stato costretto ad ‘assaporare’ una sonda transrettale può capire cosa sia il dolore, quello vero, così non posso che rimanere sconfortato e mortificato nel leggere che un medico possa augurarsi che spine, ortiche, cactus e rovi adatti ad infilarsi nel retto possano essere una soluzione all’inciviltà. Provo a metterla in altri termini, se il comportamento incivile fosse stato che una parte dei partecipanti alla festa si fosse messa a strisciare per terra impedendo agli abitanti della zona di uscire come leggereste la frase ‘bisogna valutare di spostare la festa altrove in quanto non è più tollerabile che i residenti siano ostaggio di maleducati e paraplegici’? Sono invalido, sono malato, e pretendo rispetto, soprattutto da parte di un medico”.