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Operatori sociali: “Caccia alle streghe” dopo Bibbiano

La denuncia dei Cobas: numerose segnalazioni testimoniano “fuoco incrociato di accuse di cittadini, istituzioni e politica” che “mette a rischio l’incolumità” dei lavoratori del welfare.

29 Luglio 2019 - 16:27

“In questi ultimi giorni stiamo raccogliendo numerose segnalazioni da parte degli operatori” che segnalano “gravi ripercussioni sul lavoro di tutta la comunità professionale non direttamente implicata negli episodi oggetto di indagine”. Lo denuncia un comunicato dei Cobas del Comune, raccontando di una “caccia alle streghe”, con “cittadini che fanno irruzione nelle sedi dei servizi sventolando articoli di giornale, avvocati che minacciano di sollevare nuovi scandali e sgominare fantomatiche associazioni a delinquere, operatori filmati, fotografati, minacciati, lesi nella loro dignità personale e professionale”.

Questa la situazione a seguito dell’inchiesta “Angeli e demoni” sui servizi della Val d’Enza.  Gli operatori  si trovano “sottoposti a forti pressioni – spiegano – e chiamati costantemente a documentare e rendicontare il proprio operato per i meccanismi stessi del sospetto, che in modo strisciante diventa pervasivo e insidia ogni cosa. Vogliamo ribadire una ferma condanna verso chi sarà dichiarato responsabile, ma anche riportare le riflessioni e le preoccupazioni degli operatori nella nostra città riguardo le conseguenze di questo clima di sfiducia e delegittimazione dell’operato dei servizi sociali ed esprimere la nostra solidarietà a tutti coloro che svolgono il proprio lavoro nel rispetto dei principi deontologici e dell’umanità che incontrano”.

I Cobas additano il “circo mediatico che oramai ha assunto i chiari tratti della speculazione politica, con dichiarazioni gravi e disinformate non tanto sui fatti, che sono oggetto di indagine pertanto coperti dal segreto istruttorio (a parte i vari ‘scoop’ giornalistici sui principali quotidiani locali), quanto sulle specifiche nozioni in tema di lavoro sociale e tutela dei minori”. Per il sindacato occorre “riportare il dibattito ad un livello critico, prima che si scivoli verso una psicosi di massa”, considerato che “il dibattito mediatico e politico in corso getta un’ombra pesante di discredito sul lavoro di tutti, anche dei lavoratori sociali totalmente estranei ai fatti di cronaca che sentono di svolgere il proprio lavoro con responsabilità a tutela dei cittadini fragili e nel rispetto dell’umanità che incontrano”. Questo “fuoco incrociato di accuse di cittadini, istituzioni e politica contro gli operatori sociali ha già ora la pericolosa conseguenza di inibire l’operato degli assistenti sociali stessi verso l’impotenza ed uno stile difensivo, oltre a esporli a rischi per la loro incolumità e a processi in piazza”.