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Occupazioni, il Comune chiede sgomberi e la prefettura accorre

Ma all’ex Beretta torna la luce: “Il compagno Volta illumina il cammino degli occupanti”. Intanto, famiglie alle prese con il mancato rinnovo del blocco degli sfratti per finita locazione.

09 Gennaio 2015 - 15:05

Ex Beretta - © Michele Lapini“Procedere celermente con gli sgomberi” degli alloggi Acer occupati abusivamente. E’ la richiesta che il Comune avanza, oggi, al Tavolo per l’ordine pubblico e la sicurezza, che si riunisce in prefettura. E il prefetto non si fa pregare: “Faremo tutti gli sgomberi che ci chiedono”.

L’assessore Malagoli ha anche annunciato di cambiare i criteri di assegnazione, riducendo (se non proprio eliminando) la possibilità di visitare gli appartamenti prima di accettarli: “Far vedere una cartina può essere esaustivo”. Un’altra novità allo studio dell’amministrazione sarebbe una sorta di “patente a punti” per chi vive in appartamenti Erp. Cosa davvero voglia dire è ancora tutto da capire.

Tornando alle occupazioni, arriva anche una buona notizia. Scrive infatti Asia-Usb su facebook: “Il compagno Volta ha illuminato il cammino degli occupanti dell’ex clinica Beretta! All’oscurantismo del governo Renzi ed alle tenebre dell’art.5 del Piano-casa opponiamo la scienza occulta del compagno Volta. Invitiamo tutt*a partecipare all’assemblea pubblica che si terrà domenica 11 gennaio alle ore 18 in via XXI aprile 16 all’ex clinica Beretta. Un’occasione di informazione e confronto sui temi della casa, del lavoro, del reddito, e della situazione migrante. A seguire cena e musica!”

Intanto sempre più famiglie sono alle prese con gli effetti del mancato rinnovo, da parte del governo, del blocco degli sfratti per finita locazione. Il provvedimento riguardava solo le situazioni di maggiore sofferenza: secondo fonti sindacali, circa un centinaio di casa a Bologna. “Il mio contratto di affitto è scaduto a maggio e il proprietario mi ha detto che non lo avrebbe rinnovato perché avrebbe venduto la casa”, racconta Kamal, operaio a Calderara, 36 anni, a Bologna da quando ne aveva 21 ed è arrivato in Italia dal Bangladesh. “Da lì ho cominciato a cercare un altro appartamento – continua – Ma non e’ facile. Gli affitti a Bologna sono alti”. Da maggio Kamal, sua moglie e loro figlio di 7 anni sono sotto sfratto, non ancora esegutio appunto per il blocco in vigore nel 2014. Ma dal 1 gennaio ogni giorno può essere quello buono: “La mia più grande preoccupazione è che possa arrivare la forza pubblica per farmi uscire di casa. In quel caso dove vado? Non posso dormire con la mia famiglia in strada. Se dovesse accadere sarei costretto a rimandare la mia famiglia in Bangladesh e la cosa non mi va. Mio figlio è nato qui e non sarebbe giusto per lui”.

La nota più dolente resta tuttavia quella degli sfratti per morosità: oltre 1500 casi nel 2013, in crescita nell’anno appena terminato.