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Occupazioni e residenza, “la battaglia è appena iniziata”

Social Log: “Con via de Maria e via Mura di Porta Galliera posto con forza e determinazione il problema politico del Piano casa nella nostra città”.

01 Agosto 2014 - 16:25

Bologna vuole l’abolizione del Piano casa!
La battaglia contro l’articolo 5 è appena iniziata!

Occupazione via Mura di Porta Galliera - © Michele LapiniAbbiamo atteso con serenità l’esito della cagnara fomentata da circa una settimana nelle prime pagine de “Il Resto del Carlino” contro le occupazioni di via Mario de Maria e via Mura di Porta Galliera. Intanto abbiamo trascorso i pomeriggi al parco con i bambini delle nostre occupazioni e aiutato gli occupanti a ultimare i lavori di ristrutturazione degli appartamenti in vista del freddo e dell’inverno. Oggi prendiamo parola per riconoscere un merito alla gazzetta cittadina: ha dimostrato pubblicamente le contraddizioni insite nel Piano Casa e, per la maggioranza degli abitanti della nostra città, anche l’insostenibilità etica dell’articolo 5.

Aggiungiamo la denuncia pubblica contro un provvedimento che, mentre aggiunge dolore e sofferenza sociale per decine di migliaia di uomini e donne massacrati dagli effetti della crisi e delle politiche di austerità, si sta manifestando per quello che è: il tentativo del Ministro Lupi di rimettere mano sulla città di Milano e favorire il ritorno delle lobby di speculatori del mattone messe in crisi della disfatta della giunta Formigoni. Il provvedimento del Ministro di Comunione e Liberazione ha suonato come una sorta di appello ad una parte del paese: “Palazzinari e speculatori unitevi! E’ tornato il momento della grande abbuffata!”. Questo è il Piano Casa e a questo serve il pungiglione dell’articolo 5. Intanto la vita per un numero impressionante di abitanti e lavoratori del nostro paese cade sempre più giù, in miseria, a causa di questo disgraziato provvedimento che blocca l’accesso al pur minimo welfare offerto dal territorio, e diritti essenziali come quello alla salute e all’istruzione vengono negati con una prassi amministrativa che Il Resto del Carlino vorrebbe spietata.

Tra pochi mesi il nostro percorso di lotta per il diritto all’abitare compierà un anno e possiamo dire con gioia che andiamo orgogliosi di aver posto con forza e determinazione il problema politico del Piano Casa nella nostra città, e che se le due occupazioni di Via Mario de Maria e di via Mura di Porta Galliera sono divenute l’occasione per prendere posizione chiara e netta sul Piano Casa da parte delle istituzioni cittadine è un risultato importante che mettiamo a servizio di tutti i poveri, i precari, e i disoccupati della nostra città che non riescono più a pagare l’affitto o non sanno già dove andare a dormire, o dove si ripareranno dal freddo dell’inverno.

Ma questo piccolo risultato politico non può bastare e anzi ci sollecita a continuare con grande determinazione la nostra battaglia sociale per il ritiro immediato dell’articolo 5 e del Piano Casa, per il dirottamento di maggiori risorse nell’edilizia pubblica e per il pieno soddisfacimento del diritto all’abitare per tutti gli abitanti del nostro paese, per la moratoria immediata degli sgomberi di edifici pubblici e privati, e la requisizione di tutto il patrimonio lasciato sfitto e abbandonato alla speculazione.

Sappiamo che in autunno il mix micidiale di tasse, precarietà, disoccupazione, e caro-vita spingerà migliaia di famiglie nella strada dell’occupazione di case e diciamo chiaramente che noi non gli volteremo le spalle! Non volteremo le spalle alle ragazze madri come Susmita il cui marito è morto precipitando da una impalcatura mentre lavorava, alla signora Laura che con 600 euro al mese dovrebbe pagare l’affitto e crescere la piccola Giulia, al signor Omar che a 52 anni dopo 30 anni di contributi versati ha perso il lavoro e non sa più come sfamare i suoi 4 figli, o la signora Chan che dalla Cina si è ritrovata disabile in Italia e ha bisogno di cure costosissime per vivere decentemente.

Per questa ragione vogliamo ribadire a gran voce che il tema delle occupazioni non è argomento risolvibile nelle stanze della Procura, ma al contrario deve essere affrontato come una questione sociale e politica negli interessi della collettività e di chi sta soffrendo per le politiche di austerità e porta sulle proprie spalle gli effetti devastanti della crisi. E’ impressionante la quantità di edifici di proprietà di enti pubblici, e non solo, lasciati all’abbandono nella nostra città, noi siamo già sulla via dell’auto-recupero e insieme ai bambini, i disabili, gli uomini e le donne delle nostre occupazioni continueremo a camminare su quella strada per conquistare “casa, reddito e dignità” per tutti e tutte.

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