Acabnews Bologna

Occupazioni che ‘usano’ i bambini? “Niente di più falso!”

Parla una madre sgomberata da via Solferino. Intanto a Imola manifesta lo Sportello sociale antisfratto: “Contro l’emergenza abitativa il Comune dia in gestione all’Asp i suoi cento appartamenti inutilizzati”.

22 Ottobre 2015 - 17:40

A una settimana dallo sgombero di via Solferino e a pochi giorni da quello di via Fioravanti, Sara, occupante dello stabile di proprietà dell’Istituto Cavazza, vuole prendere parola e lo fa attraverso questa lettera. Lei, il compagno e il figlio Libero, sono ospitati in albergo in attesa di soluzioni da parte dei servizi sociali, che continuano a tardare ad arrivare.

Noi diamo voce a chi ha visto i propri figli strumentalizzati dalla politica, in assenza di risposte reali e concrete. Di seguito la lettera di Sara.

Adl Cobas Emilia Romagna

Sgombero via Solferino (foto fb Làbas)“Sono la mamma di Libero, quel piccolo angioletto biondo che con la sua macchinina gialla vi è stato sbattuto in faccia dalle pagine dei giornali.

In questi giorni di forte disagio per noi ho sentito un mucchio di chiacchiere, molte stupidaggini, qualche maldicenza e alcune favole.

Dato che da Bologna al parlamento se ne parla, penso che come diretta interessata sia giusto che qualcuno conosca anche il mio pensiero e la cronistoria di cosa ci sta succedendo in questi giorni e di come stanno usando i bambini per colpire gli adulti.

Dico ciò perché hanno accusato il collettivo di usare i bambini come “pseudo” scudo o riflettore per una maggiore visibilità.

NIENTE DI PIÙ FALSO.

I ragazzi di Làbas e di ADL Cobas hanno fatto e stanno facendo tutto ciò che dovrebbe fare un SERVIZIO (inteso come bene a disposizione del cittadino) SOCIALE (lo dice la parola stessa). Dopo avermi dato le dritte per trovare un lavoro e la possibilità di un domicilio dignitoso hanno anche costruito intorno a noi famiglie una rete, salvagente, soprattutto nel mio caso, che mi permettesse di lavorare serenamente occupandosi del mio piccolo biondino in mia assenza, allestendo un piccolo asilo all’interno dell’occupazione, ed educandoci ad un sistema di mutuo soccorso tra noi mamme impegnate (oggi i bimbi te li tengo io, domani me li tieni tu…). In tutto questo i bambini passavano le giornate al sicuro, al caldo e al pulito, vivendo delle loro piccole ma essenziali routine.

Tutto ciò fino a quello sfortunato giorno in cui gli equilibri si sono rotti e i nostri bambini sono stati svegliati, come mai si dovrebbe fare, da questi omoni tutti bardati in blu che col loro “bussare” ci hanno quasi buttato giù la porta e fatti sobbalzare.

Il posto dove un bimbo più si sente al sicuro, nel lettone con mamma e papà, è stato violato.

Ora, da quel giorno, siamo in un albergo molto fuori dal centro. Questo mi obbliga a tenere il mio bambino fuori dalla mattina alla sera, in quanto lavoro in una pizzeria del centro: nel momento dei pasti sono lì e la breve pausa tra un turno e l’altro non mi permette altra soluzione. Inoltre quei pochi soldi che avevamo messo da parte se ne stanno andando con i pasti, perché dove ci hanno sistemati non c’è la possibilità di cucinare. Se avessi potuto permettermi il ristorante tutti i giorni probabilmente non avrei abitato in un’occupazione (per chi non lo sapesse, erano normalissimi appartamenti dotati di tutto, sempre grazie ai ragazzi di Làbas che hanno pensato ad ogni necessità dei nostri piccoli).

La nostra scelta di vivere momentaneamente in via Solferino, come per molte famiglie che non navigano nell’oro, è stata dettata da necessità (difficilmente ti affittano un appartamento se vieni pagato a voucher). Quindi la soluzione al nostro problema non richiede dai servizi sociali un grosso dispendio economico, ma più che altro il fare da tramite tra noi e un ipotetico padrone di casa. Quindi mi chiedo se tutti questi soldi che stanno spendendo per questa sistemazione che per noi, ma soprattutto per il nostro bimbo, non è la soluzione migliore, non potrebbero essere impiegati in maniera più intelligente e utile.”

* * * * * * * *

Imola, 22 ottobre 2015. Presidio dello Sportello antisfratto di Imola per il diritto all’abitare ed in solidarietà con gli/le occupanti e tutt* i/le compagn* denunciat* !

Il comunicato letto e volantinato:

Più semplice di così!

Il Comune ha 100 case vuote e inutilizzate.
ASP (i servizi sociali) non hanno case con cui tamponare le emergenze.
Il Comune ha 100 case vuote e inutilizzate.
ASP tampona le emergenze attraverso le strutture, le case che ha in gestione a Sassoleone (ci sarà un motivo se il paesino si spopola e le case restano vuote… come fai a trovare lavoro o lavorare se non hai l’auto e ti puoi spostare solo con un autobus che passa due volte al giorno?) o i b&b.
Il Comune ha 100 case vuote e inutilizzate.
ASP spende un sacco di soldi non riuscendo però a garantire una reale uscita dallo stato di bisogno delle famiglie.
Il Comune ha 100 case vuote e inutilizzate.
Il Comune potrebbe dare direttamente in gestione queste case ad ASP, attraverso lavori di manutenzione (con l’ipotesi di autorecupero da parte degli inquilini) non più rimandabili con l’aggravamento dell’emergenza abitativa.
Il Comune dà in gestione ad ASP le 100 case vuote e inutilizzate.
Si spendono meno soldi pubblici, si garantisce meno pressione nella gestione delle emergenze e si possono fare progetti di più ampio respiro affinché le persone riescano a uscire al più presto dallo stato di bisogno.

Sportello Antisfratto di Imola