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Occupanti di via Solferino bussano a proprietà: “Destinare alloggi a uso sociale”

Blitz nella sede dell’istituto Cavazza. Adl Cobas e Ioccupo: “Sono possibili soluzioni condivise che approdino alla sistemazione dignitosa delle persone che vivono attualmente nell’edificio”.

17 Settembre 2015 - 18:11

adlStamattina gli occupanti di via Solferino 42 e solidali si sono recati alla sede dell’Istituto Cavazza, proprietaria dello stabile. Da qui a 6 mesi le cose non son cambiate: da Aprile infatti la proprietà si rifiuta di parlare con noi (non rispondendo a mail e telefonate) nonostante le nostre continue richieste. Oggi siamo andati con i nostri corpi e i nostri sorrisi direttamente da loro, per portargli una proposta di progetto, che trovate più avanti. Aspettiamo una risposta, sapete dove trovarci.

Proposta di uso sociale di alcuni appartamenti del palazzo di via Solferino 42

Premessa
Dal 18 febbraio 2015 il palazzo di via Solferino 42, vuoto da anni e di proprietà dell’Istituto Cavazza, è stato occupato al fine di consentire ad una ventina di persone in situazione di grave disagio abitativo di avere un tetto. Nei primi 4 mesi di durata dell’occupazione sono stati utilizzati solo 5 appartamenti, appartamenti che per essere resi idonei alla vita degli inquilini sono stati oggetto di importanti lavori di riqualificazione e manutenzione. A causa dell’assenza di risposte da parte del Istituto alle nostre richieste di intavolare una trattativa e dall’accresciuto disagio abitativo da noi intercettato tramite lo Sportello sociale per il Diritto all’Abitare (anche a seguito dello sgombero di un’altra nostra occupazione, Villa Adelante), abbiamo deciso di predisporre 4 ulteriori appartamenti all’interno dello stesso edificio e nei quali hanno trovato sistemazione altre 15 persone, tra cui 2 nuclei familiari.

La trattativa
Ci preme precisare che dopo il primo confronto avuto con Cavazza, in data 19 febbraio 2015, non abbiamo più avuto incontri ufficiali con i vertici dell’istituto. Sfortunatamente l’Istituto ha sempre evitato ogni contatto e declinato nei fatti ogni richiesta di incontro, nonostante i nostri continui inviti formali al dialogo e la nostra non solo disponibilità, ma auspicio a discutere di possibili soluzioni condivise che approdino alla sistemazione dignitosa delle persone che vivono attualmente nell’edificio occupato di via Solferino 42. Ribadiamo quindi la convinzione che tale obiettivo non possa che avvenire attraverso l’apertura di un tavolo ad hoc che coinvolga l’Ass. Diritti Lavoratori – ADL Cobas, la proprietà e il Comune di Bologna come elemento garante. D’altra parte, consapevoli della propria natura di soggetto “senza scopo di lucro” più volte ribadito da parte dell’Istituto, speriamo e crediamo che una tale soluzione stia a cuore allo stesso Istituto Cavazza, il quale non dovrebbe far altro che dare consequenzialità a questa rivendicazione acconsentendo che un palazzo in disuso da anni sia destinato a fini diversi da quelli basati esclusivamente sui meccanismi classici del mercato immobiliare.

Il progetto
Formalizziamo quindi, attraverso l’esposizione di alcuni punti centrali, la proposta di utilizzo a fini sociali di parte del palazzo di via Solferino n 42.

La nostra proposta prevede:
– Uso sociale dei 9 appartamenti (su un totale di circa 15 appartamenti) attualmente occupati con pagamento mensile di una “Canone sociale equo” (50 euro ad inquilino o 100 euro a famiglia)
– Quantificazione economica dei materiali e della manodopera impiegati nei lavori di autorecupero e riqualificazione svolti o da svolgere (imbiancatura e stuccaggio, sostituzione infissi, riassestamento servizi igenici, idrici ed elettrici, disinfestazione) e presa in considerazione di questa somma nel calcolo della compensazione per l’utilizzo degli appartamenti;
– Pianificazione condivisa con la proprietà dei futuri lavori di ristrutturazione con valorizzazione delle figure professionali presenti tra gli inquilini (carpentieri, muratori, imbianchini) al fine di ammortizzare i costi e sviluppare percorsi di inserimento lavorativo;
– Destinazione ad uso sociale per attività aperte al quartiere e da co-gestire con gli abitanti delle vie Solferino, Mirasole, Miramonte. Le attività dovranno essere volte all’infanzia, all’integrazione, alla socialità ed all’educazione.
– Decurtazione di parte delle imposte comunali a beneficio dell’investimento a fini sociali dell’Istituto Cavazza sull’immobile;

Teniamo a precisare che tale proposta insiste sul reciproco interesse per i 3 soggetti che si dovranno trovare a trattare a riguardo:
– L’Istituto Cavazza godrebbe di vantaggi di tipo economico e patrimoniale in quanto ricaverebbe dei fondi tramite il versamento mensilmente un “canone sociale equo” di affitto di 50 euro a testa o 100 euro a nucleo familiare per i 9 appartamenti, nonché riceverebbe indubbi benefici legati ai lavori di riqualificazione e manutenzione gestiti degli inquilini con l’aiuto di tecnici e professionisti volontari.
A questo va ad aggiungersi il risparmio di una parte parte dei circa 11.000 euro l’anno di IMU (secondo le stime forniteci dallo stesso Istituto) tramite uno sconto accordato da parte del Comune per l’utilizzo sociale dell’edificio.
– Il Comune, nel ruolo di intermediario e garante verso le parti, potrebbe finalmente applicare il noto Protocollo d’Intesa, finora rimasto purtroppo inattivo.
– I singoli e le famiglie coinvolte nel progetto sarebbero finalmente in grado di regolarizzare la loro situazione e di accedere ai diritti connessi alla stabilizzazione della loro condizione abitativa (oltre alla sistemazione, potranno finalmente accedere al diritto alla residenza e ai correlati di voto, cura, istruzione, etc.). Inoltre il meccanismo da noi proposto comporta una responsabilizzazione da parte degli stessi inquilini e una presa in carico di un onere (certo commisurato alla reali possibilità) attraverso il pagamento del canone equo.
– Infine una tale soluzione avrebbe riflessi positivi anche sul territorio cittadino. attraverso la destinazione di due vani presenti nel cortile di via Solferino 42 , come spazi di socialità per il quartiere (spazio bambini e stanza polifunzionale).

Associazione Diritti Lavoratori Emilia-Romagna
Ioccupo