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::: Notizie brevi :::

Stamattina Sgb e Unione inquilini in presidio contro le morti sul lavoro | Coordinamento migranti: “Questura impone arbitrariamente ai richiedenti asilo di fornire documenti che attestino il domicilio” | Al via a Làbas il Laboratorio salute popolare.

15 Luglio 2019 - 17:40

Presidio di Sgb e Unione Inquilini contro le morti sul lavoro questa mattina sotto la sede Inail. “Solidarietà alle famiglie delle persone assassinate dal capitale nelle fabbriche – scrivono i promotori – nelle case e nelle strade delle nostre città e delle nostre campagne, ricordiamo i numerosi contadini che perdono la vita ma non sono riconosciuti dall’Inail come morti sul lavoro, è solo l’inizio di un percorso, seguiranno altre iniziative per cercare la ‘nostra’ soluzione alla guerra ‘interna’ praticata dal capitale sul lavoro e sui lavoratori! Studio, analisi, lotta e organizzazione della classe la nostra unica via!”.

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Scrive il Coordinamento migranti in un nuovo post sul suo blog: “Il razzismo di Salvini ha bisogno delle istituzioni per rendere ricattabili e sfruttabili donne e uomini migranti. Forte di una lunga e poco onorevole tradizione, la Questura di Bologna svolge egregiamente questo servizio attraverso comportamenti arbitrari, inadempienze e consueti ritardi. Nello specifico, inasprendo le già rigidissime regole del decreto Salvini, la Questura impone arbitrariamente ai richiedenti asilo di fornire documenti, da parte dei padroni di casa e – se presente – di chi è titolare del contratto di affitto, che attestino il domicilio. Dove la legge parla della necessità di una semplice auto-certificazione, la Questura bolognese interviene aumentando le richieste, l’obiettivo è spingere le e i migranti un passo più vicino alla clandestinità, e rendere più difficile la possibilità di costruirsi una vita a Bologna”.

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Nasce negli spazi di vicolo Bolognetti, come annunciato nei mesi scorsi da Làbas, il Laboratorio salute popolare: “L’urgenza della fase storica che stiamo attraversando – si legge in rete – e il contesto in cui agiamo ci hanno indicato i primi campi in cui interverremo: ripensare e facilitare l’accesso alla salute dei/delle migranti, promuovere attivamente e sovvertire le norme su salute delle donne e delle persone lgbtqi*, ragionare collettivamente di riduzione del danno e dipendenza da sostanze, ridefinire il concetto di “salute mentale” e ribaltare lo stigma che colpisce le vite di molt*”.