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::: Notizie brevi :::

Mujeres Libres: “B-Side Pride tappa fondamentale nella lotta contro il patriarcato” | Corto circuito su p.Verdi, il Comune: “Nessun divieto di sedersi a terra” | Usb: Tper sfoggia bilanci in utile, “ma affida servizi con gare a ribasso” | Al Rizzoli ‘maratona’ in sala operatoria, Cobas: “Grave mancanza di controllo”.

01 Giugno 2019 - 18:42

Anche le Mujeres Libres aderiscono al B-Side Pride, “tappa fondamentale alla lotta quotidiana contro il patriarcato, che ci vuole tutte obbligatoriamente eterossesuali, subordinate al maschio bianco, divise mentre ci barcameniamo fra le violenze di un sistema economico che esclude, ci sfrutta e ci respinge. Noi invece siamo tutto, siamo tutte e tuttx, insieme, e affermiamo con le nostre esistenze la pretesa di reddito, accesso alla salute e al welfare, permesso di soggiorno, libertà di transitare tra generi e confini! Ci vediamo il 22 giugno!”.

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A quanto pare, la sparata della coop Le Macchine Celibi sulle persone sedute a terra in piazza Verdi ha creato un po’ di scompiglio perfino in Comune. “Non vorrei partisse l’ennesimo dibattito sul nulla”, ha dichiarato l’assessore Matteo Lepore. Il progetto estivo del Comune in piazza Verdi, dice Lepore, “non prevede nessun divieto a sedersi per terra o robe di questo genere. Chiederei a tutti di non aprire fronti che non ha senso aprire”.

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Tper sventola bilanci in utile, ma intanto affida i servizi con gare al ribasso. E’ l’affondo dell’Usb nei confronti dell’azienda di trasporto, che nei giorni scorsi ha presentato il bilancio 2018 che si è chiuso con un risultato netto di 13 milioni. “Dopo l’assegnazione in proroga per la gestione del trasporto pubblico locale per oltre quattro anni, Tper fa partire a raffica i bandi per la gestione in appalto di vari servizi; gare naturalmente a ribasso economico, con conseguente precarietà dei lavoratori, sempre in ostaggio dei cambi appalto delle aziende e cooperative”, attacca il sindacato di base.

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Dopo la segnalazione all’Ispettorato del lavoro di Bologna e al ministro della Salute, Giulia Grillo, i Cobas tornano alla carica sulla ‘maratona‘ in sala operatoria dello scorso 29 gennaio all’Istituto ortopedico Rizzoli. Il sindacato ha ricevuto una risposta dall’Ispettorato del lavoro, in cui vengono riportate le spiegazioni fornite dalla direzione del Rizzoli, secondo cui non ci sarebbero state violazioni alla normativa sull’organizzazione del lavoro. Risposta a cui i Cobas replicano con un documento, indirizzato anche al ministro e alla Regione, in cui rilevano una serie di incongruenze, tanto che nella lettera definiscono “grave la posizione di chi non ha controllato la nota operatoria e non ha permesso il ricambio del personale, e altrettanto grave quella del responsabile organizzativo delle sale operatorie, che non ha impedito che tutto ciò accadesse, o non ha controllato”.