Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Cambiare Rotta: presidio alla Rai “contro collusione media italiani con sterminio palestinesi” | Presidio dell’Usb al Nettuno per sciopero sanità | Usb: “Ritirato provvedimento contro delegato che scioperò contro assenza protocolli anti Covid” | In regione 52.000 domande per contributo affitto, Unione Inquilini: “Scandaloso solo 11,6 milioni disponibili” | Oscurata ancora pagina Facebook del Tpo.

21 Maggio 2021 - 20:28

Presidio sotto la sede della Rai a Bologna “per denunciare la collusione e la complicità di tutti i media nostrani con lo sterminio portato avanti dal regime sionista contro il popolo palestinese”, segnala Cambiare Rotta, spiegando che l’iniziativa è stata lanciata in risposta a una chiamata alla mobilitazione lanciata dai Giovani Palestinesi d’Italia. “L’informazione di regime, così come tutta la nostra classe politica, tace sul massacro in corso o si schiera direttamente dalla parte di Israele e dell’imperialismo occidentale, criminalizzando la resistenza palestinese. Nessuna equidistanza è possibile fra oppressi e oppressori. Al fianco del popolo palestinese fino alla vittoria!”, scrive Cambiare Rotta.

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Presidio in piazza Nettuno, oggi, promosso da Usb in concomitanza con lo sciopero nazionale dei lavoratori e lavoratrici della sanità pubblica, privata e delle cooperative sociali. “Nonostante l’emergenza Covid non vi è nessun cambio di passo né di visione da parte del Governo, siamo di fronte a un brusco ritorno alla gestione e al finanziamento del Ssn prepandemia: le maggiori spese sostenute per affrontare la situazione non saranno consolidate e l’Italia tornerà ad avere una spesa sanitaria inferiore alla media Ue e drammaticamente inferiore a quella di nazioni avanzate quali, a esempio, Francia e Germania”. Anche in Emilia-Romagna “è emersa con forza, in particolare in quest’ultimo anno, la gestione fallimentare della pandemia con un modello sanitario che guarda sempre di più al privato: l’utilizzo frequente di agenzie interinali per assumere il personale sanitario, la delega totale alle cooperative alla gestione dei servizi alla persona, le condizioni di lavoro sempre peggiori all’interno di questi servizi continuano a riprodurre quella ‘malattia di sistema’ che garantisce redditività ai privati gestori dei servizi ma non garantisce la qualità del servizio per i cittadini”. Per domani, invece, sempre l’Usb organizza i pullman (3398277542) per la manifestazione nazionale contro il Global Health Summit prevista a Roma.

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“La coop Ancora servizi ritira il provvedimento contro il delegato Usb che insieme alle colleghe aveva scioperato contro l’assenza di protocolli e di misure di protezione durante il lockdown di marzo 2020, conciliando in Tribunale su invito del giudice del lavoro”, riferisce il sindacato di base: “Riteniamo che tale risultato sia stato possibile grazie alla ricostruzione ineccepibile dei fatti, condotta dagli avvocati dell’Usb, che hanno dimostrato l’effettiva condizione di emergenza sul servizio ed il fatto che nulla, da parte della coop, fosse stato modificato in termini di procedure e protocolli ma soprattutto grazie all’enorme solidarietà che William e le colleghe hanno ricevuto dagli operatori e dalle operatrici di tutto il paese, e anche grazie ad una interrogazione consiliare e ad un presidio solidale sotto la sede di Àncora Servizi, iniziative che hanno indotto la direzione della cooperativa a più miti consigli.

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Sono poco meno di 52.000 le domande arrivate in Regione Emilia-Romagna per ottenere il contributo per l’affitto, a seguito del bando chiuso il 9 aprile scorso. Su questo dato commenta l’Unione Inquilini: “È scandaloso che 52.000 famiglie debbano chiedere un contributo per pagare l’affitto mentre il Governo stanzia delle briciole, solo 11,6 milioni” per l’Emilia-Romagna. La sigla di base “chiede alle istituzioni devono rendersi responsabili ed affrontare una crisi sistematica che avrà ripercussioni sociali gravi. Si facciano portavoce, presso il governo, del disagio endemico degli inquilini emiliano-romagnoli. Va lanciata una battaglia di civiltà ed intervenire affinché ci sia un tetto agli affitti e che vengano adeguati allo stipendio che un lavoratore percepisce. Facciamo appello a tutte le forze politiche e sindacali affinché si uniscano in questa lotta”.

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“In 48 ore Facebook ha già bloccato la pagina nuova del Tpo (la terza dal 2019) decidendo che è uguale alle precedenti e senza dare nessuna motivazione. Ci consigliano di cambiare nome, indirizzo e ragione sociale. Crediamo che non sia possibile”, si legge in un comunicato diffuso via social da Làbas: “Il tema qui, è che la piattaforma ha deciso arbitrariamente e già due anni fa di cancellare a prescindere la voce di una comunità politica, sociale e culturale senza spiegarne il motivo e senza dare nessuna possibilità di appello. I contenuti razzisti, omofobi, sessisti, transfobici che incitano all’odio sono tollerati, ma la pagina di una realtà che sviluppa alternativa, solidarietà e reti reali nel territorio viene chiusa”.