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Cua: “Oggi #PiazzaStudioAutogestita si è presa Via Zamboni!” | Lavoratrici domestiche protestano in prefettura contro “sanatoria truffa” | Collettivo Bida promuove sistema di videoconferenza per “collettivi, circoli, spazi sociali, gruppi”: dalla settimana prossima incontri su “Questioni pandemiche”.

29 Aprile 2021 - 22:06

“Ci fermano il tempo noi blocchiamo la strada! Oggi #PiazzaStudioAutogestita si è presa Via Zamboni!”. Così il Collettivo Universitario Autonomo, che aggiunge: “Se la nostra vita in quest’anno è stata un time lapse noi ci riprendiamo tempo e spazio, a partire dalla rivendicazione di un’università diversa, non fatta di ritmi asfiassianti, tasse esorbitanti, servizi dimezzati e spazi chiusi, ma di saperi, momenti condivisi, ricerca collettiva e autotuela della salute!”.

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Oggi pomeriggio protesta davanti alla Prefettura protesta contro la “sanatoria truffa” del 2020 delle lavoratrici domestiche che, come spiega Slang Usb, “hanno versato per la maggior parte di tasca loro gli oltre 600 euro spettanti ai datori di lavoro, ma non hanno a tutt’oggi ricevuto alcuna chiamata da parte del ministero degli Interni. Oltre cento milioni di euro versati senza risultato allo Stato”, che “continua a chiedere di pagare i contributi Inps ma non ha ancora aperto gli uffici per dar loro una risposta”. Le migranti restano così “sotto ricatto”, impedisce di “far valere i propri diritti sul posto di lavoro” e di “rivolgersi al sistema sanitario in una fase così drammatica a causa della pandemia”.

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“Vi propongono dirette facebook che mal digerite? Vi mandano link di zoom e google meet che vi scatenano l’orticaria?” Lo chiede il collettivo Bida, annunciando il servizio videocitofono.bida.im, un’installazione del sistema di videoconferenza Jitsi su una “macchina supercarrozzata”, ossia un server molto potente, “da avviare a richiesta del collettivo, circolo, spazio sociale, gruppo che ne ha bisogno. Una macchina del movimento, pensata per il movimento. Un server fuori dai canali commerciali, perché per capirsi e’ importante guardarsi negli occhi anche se usiamo lo schermo di un computer”. Tra le prime iniziative, quelle del Gruppo di ricerca pandemico, nato ad agosto per “dare una terza voce al dibattito sulla pandemia” e che ha recentemente pubblicato il libro “Anarchia contro il virus“, a partire dal quale ha messo in cantiere il ciclo di incontri “Questioni pandemiche”, i prossimi tre giovedì.