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::: Notizie brevi :::

Fermati i perquisiti i bus diretti da Bologna a Roma per la Marcia per il clima e contro le grandi opere inutili | Ritarda l’apertura dello Student Hotel, Noi Restiamo: “Non è la soluzione dei problemi” | Sokos ancora senza convenzione: “Gli ostacoli burocratici si moltiplicano”.

23 Marzo 2019 - 18:24

Fermati e perquisiti i bus partiti stamattina da Bologna per raggiungere Roma e partecipare alla Marcia per il clima e contro le grandi opere inutili. Il viaggio è stato rallentato dalle “solite attenzioni da parte della polizia all’ingresso della città”, segnala Vag61 via Facebook, prima di riprendere la strada: “Il sole splende e in mezzo ai mostri di cemento siamo la natura che resiste!”. Anche Hobo mostra sul social network il “solito dispositivo poliziesco inaugurato dal Ministro Minniti: chi va a Roma per protestare viene fermato e perquisito senza motivo, la chiamano democrazia ma chi ha il permesso di entrare in città lo decide la Questura!”. Stessa segnalazione da Noi Restiamo: “Dai tempi di Minniti tutti i pullman diretti in manifestazione devono subire controlli e perquisizioni immotivate con il solo fine di intimidire chiunque voglia esprimere il dissenso al sistema”.

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“Lo Student Hotel non è la soluzione dei problemi e la sua realizzazione non è e non deve essere la priorità dell’università”, ribadisce Noi Restiamo, commentando le notizie circolate in questi giorni sui ritardi nei lavori sia dello Student Hotel che dello studentato in costruzione da tempo nei locali ex Croce Rossa di via San Petronio Vecchio. “Vogliamo più studentati pubblici per garantire una stanza a tutti gli aventi diritto e una borsa di studio svincolata dal mercato degli affitti di Bologna, reso irraggiungibile per gli studenti da Airbnb e gentrificazione. Vogliamo che gli studenti possano effettivamente preoccuparsi dell’università senza dover arrancare per mantenere un affitto esorbitante e affinché l’università si faccia veramente accessibile anche a chi non può permettersi uno Student Hotel di sorta”.

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L’attività di assistenza sanitaria a migranti e senza dimora fornita da Sokos continua ad andare avanti “per trascinamento”, visto che la convenzione con l’Ausl non viene rinnovata da dicembre. L’accordo permette al centro che opera in via Gorki di prescrivere ricette per ‘donare’ farmaci e garantire esami particolari o ricoveri: azioni che “noi stiamo continuando a fare come sempre, contando sul fatto che prima o poi qualcosa cambierà”, dichiarano i responsabili di Sokos, spiegando che “pochi giorni fa abbiamo ottenuto il rimborso dello scorso anno” e ora gli operatori stanno andando a finanziare le attività “con le proprie tasche”. Fermato dalla burocrazia c’è anche l’apertura dello studio odontodiatrico, che avrebbe dovuto aprire il 15 febbraio: “Gli ostacoli burocratici e amministrativi ogni volta si moltiplicano e per noi è difficile gestirli visto che essendo tutti volontari non abbiamo tecnici giuridici in questo campo”.