Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Si Cobas: “Ancora sciopero in Yoox con le facchine in lotta” | MALAconsilia: “Nonostante la mobilitazione l’Università chiude la consultoria, ma da oggi ci prendiamo la città” | Usb: “La politica degli appalti spezzatino in Tper continua a fare danni” | Smog di nuovo fuori legge, tornano le misure emergenziali.

30 Novembre 2020 - 19:52

“Ancora in sciopero a Yoox con le facchine in lotta! Con la scusa del Covid, Yoox nei suoi appalti toglie diritti e massimizza profitti. Noi rispondiamo con lo sciopero”. Così i Si Cobas, che hanno proclamato lo stato di agitazione per tutti i dipendenti di Lis Group impegnati nel magazzino del colosso della moda on line. Oggetto della vertenza i turni di lavoro, modificato per far fronte all’emergenza sanitaria, una diversa organizzazione delle pause, l’erogazione di buoni pasto, il diritto all’utilizzo delle ore di permesso accumulate senza che vi sia una preventiva disamina o giudizio sulle motivazioni di tali richieste da parte dell’azienda. Il sindacato chiede anche l’aumento del monte ore per le lavoratrici part-time, la revisione degli inquadramenti e il pagamento degli arretrati non saldati da Mr.Job, sulla quale pesa una procedura di fallimento. “L’e-commerce al tempo del Covid viaggia veloce, i profitti raddoppiano, ma Yoox-Net a porter, nei suoi appalti massimizza l’efficienza produttiva, riducendo le pause durante l’attività lavorativa. L’azienda ritiene in questo modo di salvaguardare maggiormente la salute dei lavoratori evitandogli l’occasione di assembrarsi. Seguono la stessa logica l’approvazione di ferie e permessi, per i quali l’azienda richiede alle lavoratrici di fornire spiegazioni personali, in modo da giudicarne le ragioni e poter procedere a chi concedere un diritto e a chi no”, protestano i Si Cobas.

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Nonostante l’intensa mobilitazione di questi ultimi tre mesi, l’Università di Bologna “ha comunque deciso di chiudere lo spazio in via Filippo Re. La Consultoria Studentesca Autogestita MALAconsilia, uno spazio che è un presidio di cura e benessere collettivo che si occupa di molestie e violenze in università, chiude a causa del disinteresse dell’università”. E’ l’aggiornamento diffuso oggi da MALAconsilia: “Un progetto importante per tutta l’università di Bologna, che adesso viene chiuso senza che l’ateneo abbia disposto delle alternative adeguate alle nostre esigenze. La MALAconsilia ha bisogno di una casa anche in Università , ed è per questo che oggi saremo in Università e in tutta quanta la città per ribadire, ancora una volta, l’importanza della nostra consultoria autogestita, di uno spazio safe di ascolto e supporto, di una comunità transfemminista dentro l’Università! Continueremo a mantenere lo sportello antimolestie online e fisico, grazie agli spazi che ci hanno sostenuto e con cui collaboriamo. Non esitate a contattarci per segnalare molestie avvenute in spazi universitari fisici e non”. La MALAconsilia “chiude in università, da oggi si prende la città!”.

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“Ancora una volta abbiamo la conferma degli effetti negativi della politica aziendale di Tper sugli appalti interni: i servizi di manutenzione dei mezzi sono stati divisi in ben 23 lotti per almeno 61 lavoratori dipendenti più un numero imprecisato di lavoratori atipici”, segnala l’Usb Lavoro privato: “In questi giorni abbiamo ricevuto allarmanti richieste di intervento da parte di lavoratori che si vedono recapitare lettere di licenziamento e contestualmente offerte di lavoro precario da parte di un’azienda subentrante l’appalto. In queste ore stiamo registrando un inaccettabile scaricabarile tra Tper e le aziende coinvolte tra la Sma, azienda uscente e la Gp elettronica, azienda subentrante che si rende disponibile ad assumere tre lavoratori su undici e di questi tre solo due con contratto a tempo indeterminato. Tra proroghe, clausole sociali inefficaci e spezzatini la condizione di precarietà implicita di per se negli appalti viene così alimentata e resa di difficile gestione. Questa impostazione, che vuole essere motivata dall’esigenza di includere le piccole e medie imprese, si traduce in una situazione di incertezza per quanto riguarda diritti dei lavoratori, stabilità e qualità dei servizi. Una vera e propria giungla che non favorisce, sempre se ve ne fosse la volontà, un efficace controllo aziendale del rispetto delle condizioni di lavoro e del rispetto del livello dei servizi resi. Un nodo importate in questo momento anche perché riguarda un settore strategico per il contenimento dell’epidemia. L’Usb chiede alle istituzioni e agli enti locali soci dell’azienda Tper di dare una decisa inversione di tendenza a tali politiche aziendali”.

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Smog di nuovo alle stelle in Emilia-Romagna e tornano le misure di emergenza: sono state decise da Arpae, come stabilisce il piano dell’aria 2020 della Regione, a causa del superamento del valore limite giornaliero delle polveri sottili Pm10. Lo sforamento riguarda le province di Modena, Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Bologna (dove le misure riguardano il capoluogo, Imola e i dieci Comuni dell’agglomerato). I limiti saranno in vigore da domani fino a giovedì compreso, con divieto di circolazione anche ai veicoli diesel Euro 4 e altre misure riguardanti i riscaldamenti e la combustione delle biomasse.