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“Space Wars”, Cua annuncia nuova campagna sugli spazi e denuncia: oggi l’UniBo non garantisce un punto ristoro adiacente alle facoltà della zona universitaria | Ieri Fridays for future in piazza: “Vogliamo giustizia ambientale e climatica!” | Riorganizzazione ospedali post-covid, Sgb: “Una privatizzazione”.

26 Settembre 2020 - 19:37

“Space Wars – Se l’UniBo colpisce ancora, noi ci riprenderemo spazio!”. Il Cua annuncia così l’avvio di una nuova campagna sugli spazi. “Quello che abbiamo visto emergere in questi mesi di estrema difficoltà, dolore e precarietà- scrive il collettivo- è un disinteresse delle istituzioni verso le necessità della comunità studentesca. Abbiamo pagato le tasse e chi non è riuscito a farlo per tempo è dovuto addirittura andare incontro a delle more; abbiamo pagato il Wi-Fi, il riscaldamento, l’elettricità, ci siamo comprati dei computer per poter seguire le lezioni, e tutto ciò senza alcuna agevolazione; abbiamo condiviso stanze doppie e continuato a pagare gli affitti mentre gli unici ausili del Comune andavano ai padroni di casa e non a studenti e studentesse”. Tra le problematiche segnalate c’è anche il fatto che “oggi l’UniBo non garantisce minimamente alcun punto ristoro adiacente alle facoltà della zona universitaria, usando come semplice alibi quello della prevenzione sanitaria”. Scrive poi il Cua: “Quello di cui abbiamo bisogno è spazio, per studiare, per dormire, per stare insieme; quello che desideriamo è spazio, nel quale espanderci sulla misura delle nostre necessità e dei nostri sogni; quello che ci riprenderemo è spazio, che ci è stato tolto ma appartiene a noi”.

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Ieri “Global day of climate action” anche a Bologna: le/gli attiviste/i di Fridays for future si sono ritovate/i in presidio in piazza Maggiore “per chiedere giustizia ambientale e climatica. Nel primo venerdì di sciopero in presenza dopo la pandemia”, l’obiettivo della manifestazione era quello di “ribadire la necessità di agire subito contro la crisi climatica, legata a doppio filo con quella sanitaria. Abbiamo bisogno di un cambio radicale di sistema, e ne abbiamo bisogno ora!”.

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Sgb va all’attacco del progetto di riorganizzazione post-covid degli ospedali cittadini presentato giovedì: prevede il ricollocamento di 400 posti letto tra Policlinico Sant’Orsola, Rizzoli e Maggiore, di cui 143 affittati in strutture private. Secondo Sgb, non si tratterebbbe di uno spostamento temporaneo (si parla di 24-36 mesi) ma di una “cessione definitiva”, con posti letto “regalati ai privati”. Insomma, “una privatizzazione”. Per questo, il sindacato di base annuncia “prossime iniziative che metteremo in campo per contrastare con tutti i mezzi tali logiche fallaci e pericolose, che attaccano il pubblico e continuano a regalare milioni di euro al mercato privato e a smantellare il sistema sanitario nazionale”.