Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Chiudono i magazzini Sgt, protesta Si Cobas davanti alla Prefettura | I beni confiscati alle mafie? Per lo più non trovano una nuova destinazione | Iniziativa di docenti e alunni delle Farini sulle migrazioni: “Tutti sulla stessa barca” | Maratona in sala operatoria, Cobas si rivolgono all’Ispettorato del lavoro.

21 Marzo 2019 - 19:51

“Sgt fallisce. Bance salvate, lavoratori licenziati”. Con questo striscione si è svolto stamattina, davanti alla Prefettura di Bologna, un presidio organizzato dai Si Cobas contro “la chiusura dei magazzini Sgt in tutta Italia”. Iniziative simili, spiegano i Si Cobas, hanno avuto luogo anche a Firenze, Milano e Roma. “Vogliamo subito un tavolo al ministero! I lavoratori devono avere risposte dopo anni di lavoro e stipendi e contributi non pagati”, rivendica il sindacato di base.

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I beni confiscati alle mafie in Emilia-Romagna? Restano in buona parte non assegnati per nuovi usi. Dal 1987 al 2018, sono 144 quelli destinati dall’Agenzia per i beni confiscati, mentre circa 60 sarebbero pronti per essere destinati ma sono le relative procedure sono ancora in corso e ben 627 (di cui 176 definitivamente confiscati e 451 la cui confisca non è ancora definitiva) non sono ancora pronti per l’assegnazione. Di questi 627 immobili, 188 sono nella provincia di Parma e 139 in quella di Reggio Emilia con 139. Seguono Forlì-Cesena con 97, Piacenza con 46, Modena con 41, Bologna con 39, Ferrara con 32, Ravenna con 26 e Rimini con 19.

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E’ “Tutti sulla stessa barca” il titolo dell’iniziativa “dedicata all’accoglienza e all’integrazione dei migranti” che si svolgerà il 22 marzo alla scuola media Farini (Ic12). I docenti delle Farini avevano annunciato l’intenzione di organizzare “un evento aperto al territorio” con un documento diffuso un paio di settimane fa. “Non siamo più disposti ad essere accecati dall’indifferenza. Vogliamo ristabilire la giusta gerarchia dei valori umani”, si legge sul volantino che promuove l’iniziativa “a cura dei docenti e degli alunni della scuola”.

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I Cobas hanno inviato una segnalazione all’Ispettorato territoriale del lavoro sull’intervento chirurgico che a fine gennaio, all’Istituto ortopedico Rizzoli, ha visto il personale infermieristico in servizio in una equipe operatoria essere “impiegato per un turno di lavoro iniziato alle ore 13 e terminato alle ore 2,06 del mattino successivo”. Per il sindacato, “il carico di lavoro cui il personale citato è stato sottoposto è privo di alcuna giustificazione, specie in considerazione del fatto che l’Istituto, trattandosi di intervento programmato, avrebbe potuto/dovuto organizzare diversamente le risorse a propria disposizione. In questo caso, si è rischiato di mettere a repentaglio la salute del paziente e quella del personale in servizio, atteso che il turno estenuante di lavoro avrebbe potuto avere conseguenze pregiudizievoli per tutti i soggetti coinvolti”.