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::: Notizie brevi :::

Denunciati due giovani accusati di aver tracciato sui muri scritte contro la Polizia e a sostegno di Black lives matter | Nuovo sciopero dei lavoratori Zara | Usb: “Genitori bocciano Dad, non è valida alternativa” | Nidi: Sgb, Cobas e Adi sollecitano incontro alla Giunta.

22 Luglio 2020 - 19:46

La Digos ha denunciato per imbrattamento e deturpamento due ragazzi di 21 e 25 anni accusandoli di essere gli autori di alcune scritte contro la Polizia e a sostegno della campagna di protesta per la morte di George Floyd comparse, ai primi di giugno, sui muri di alcuni edifici della zona universitaria e all’ingresso dell’Università americana “Johns Hopkins” in via Belmeloro. Tra le scritte in questione: “No justice no peace”, “Acab” e “Con gli Usa in rivolta”. I due, ha fatto sapere la Questura, sono stati identificati grazie all’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza. Il Comune, intanto, accogliendo una richiesta fatta da Fdi ha annunciato che cancellerà la scritta “Questo cohousing è una cagata pazzesca” che si trova sull’ex sede dell’Xm24.

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Nei giorni scorsi nuovo sciopero dei lavoratori Zara con presidi di protesta davanti ai negozi della catena: a Bologna così come a Napoli, Torino, Roma, Bari. Scrivono i Si Cobas: “La multinazionale d’abbigliamento Zara, il cui proprietario Ortega è uno dei capitalisti più ricchi del mondo, con un patrimonio di 65 miliardi di dollari, lascia per strada non solo in Italia centinaia di lavoratori gettandoli sul lastrico con le loro famiglie. Dopo anni di sfruttamento con appalti sulla pelle degli operai addetti alle pulizie e alla logistica, contratti al ribasso, paghe misere, orari indegni e discriminazione anti-sindacale, ora Zara prova a buttarli via usando questi lavoratori come una merce, per guadagnare ancora più profitto: ma noi siamo persone e dobbiamo vivere! Reintegro immediato per tutti i lavoratori licenziati!”.

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Usb dà conto degli esiti dell’indagine sulla didattica a distanza nella scuola primaria, svolta dalla Rete dei Comitati genitori di Bologna e provincia su un campione di 1905 famiglie: l’86% giudica negativamente l’esperienza, segnalando che “ha svantaggiato in particolare i bambini più piccoli, gli alunni con bisogni speciali e disabilità e quelli provenienti da famiglie in cui i genitori non parlano l’italiano o non sono in grado di aiutare nell’uso del computer”, spiega il sindacato. Insomma: “Non può essere considerata una valida alternativa alla didattica in presenza perché aumenta la diseguaglianza tra gli studenti, non garantisce il diritto allo studio a tutti e produce effetti dirompenti nella fruizione dell’apprendimento”. “Non esiste ancora un piano condiviso pubblicamente in ogni dettaglio dal Tavolo per la riapertura”, denuncia inoltre il sindacato.

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“È passata una settimana dallo sciopero del personale dei centri estivi 9/36 mesi, uno sciopero al quale siamo stati, nostro malgrado, costretti, nell’impossibilità di avere da tempo una qualsiasi interlocuzione sia sulla trattativa sospesa dal dicembre scorso, sia sulla ripresa delle attività”. Così Sgb, Cobas e Adi in una lettera all’assessora comunale Susanna Zaccaria in cui chiedono “un ’incontro prima della conclusione dei centri estivi 9/36 mesi”, dopo che “tutti i capigruppo, incontrati la mattina dello sciopero, si erano impegnati a porre il problema e a sollecitare il confronto. Le questioni, infatti, come più volte sottolineato, sono squisitamente politiche e, come avviene a livello nazionale, necessitano di un confronto con i responsabili politici. Solo in un secondo tempo potranno essere affrontate in sede tecnica”.