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::: Notizie brevi :::

Focolaio Tnt sale a 43 positivi, quello Bartolini tocca quota 158. Test a tappeto nella logistica interesseranno 70.000 lavoratori | Rete verità e giustizia per operatori e pazienti: “Tavolo permanente per eliminare le logiche del profitto” | Brigate Corticella Bolognina: “Chiude Cup, facciamoci sentire” | Biblioteche, “da mesi orari ridotti e lavoratori in cassa integrazione”.

11 Luglio 2020 - 19:01

Salgono a 43 i casi di positività al coronavirus riconducibili al focolaio scoppiato alla Tnt, mentre sono arrivati a quota 158 quelli riferiti alla situazione della Bartolini. Questi i dati forniti oggi dalla Regione Emilia-Romagna. In genarale, sul territorio regionale si contano oggi altri 47 contagi, senza nuovi decessi. Quasi la metà dei nuovi casi, 22, si registrano nella provincia di Bologna. Di questi, 12 sono legati al focolaio Tnt e quattro a quello Bartolini. La Regione conferma anche che sarà avviata una campagna di test sierologici che coinvolgerà tutti i lavoratori della logistica presenti in Emilia-Romagna: si parla di circa 70.000 persone.

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“Grazie alla determinazione dei familiari dei pazienti deceduti per Covid-19 ed agli operatori delle Cra/Rsa che in questi mesi hanno portato alla luce una gestione dell’emergenza sanitaria approssimativa e inadeguata nelle strutture, da questo confronto abbiamo ottenuto l’avvio del tavolo di confronto permanente per ridiscutere e rivedere il modello socio-sanitario”, scrive la Rete regionale verità e giustizia per operatori e pazienti dopo l’incontro di ieri con gli assessori regionali Raffaele Donini e Elly Schlein. “Per noi questo significa ripartire dalle esigenze delle persone ed eliminare le logiche del profitto e del risparmio, mettere al centro il diritto alla salute e la tutela dei più deboli e migliorare le condizioni di chi lavora all’interno delle strutture”, aggiunge la Rete, sottolineando che durante la riunione “abbiamo riportato le problematiche riscontrate in questo periodo all’interno delle strutture: dall’assenza dei dispositivi e la carenza di personale, alla scarsa igiene degli spazi ed alle parziali informazioni che ricevevano i familiari sullo stato di salute dei loro cari”.

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“Da giorni campeggia sulla porta d’ingresso del Cup di via Gorki un volantino che sancisce la chiusura dello sportello sanitario fino a data da destinarsi”, segnalano le Brigate Corticella Bolognina: “Per l’ennesima volta sparisce un servizio essenziale per noi abitanti di Corticella, per i nostri anziani e i nostri figli, dopo gli uffici postali, il consultorio e altri servizi, ci troviamo di fronte ad una nuova porta chiusa, un nuovo cartello, stesso copione. Le istituzioni non danno motivazioni chiare, ma noi con certezza sappiamo che dietro quel cartello stanno conti economici da far quadrare dopo anni di tagli alla sanità che l’emergenza Covid ha messo a nudo, e così in un periodo di forte difficoltà socio sanitaria sul territorio in cui i servizi andrebbero implementati, al contrario i nostri quartieri ne diventano sempre più poveri”. Sul tema è convocata un’assemblea pubblica per mercoledì 15 alle 18,30 all’ExCentrale di via Corticella 129 “per iniziare a far sentire la nostra voce dopo anni di chiusure,
tagli e abbandono del territorio da parte delle istituzioni”.
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“A Bologna i lavoratori esternalizzati delle biblioteche da mesi chiedono di poter tornare a lavorare a tempo pieno per offrire un miglior servizio alla cittadinanza. Una situazione che mostra tutte le criticità del nostro attuale sistema culturale e bibliotecario”. Da mesi ormai le biblioteche “aprono con orari e servizi molto ridotti, creando danni all’utenza e costringendo i lavoratori ad attingere dalla cassa integrazione”, segnala la campagna Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali. Il tema è rilanciato dai Cobas del Comune: “Non solo nelle biblioteche della (ex) Istituzione, ma anche nei musei di Bologna è così, con l’amministrazione comunale che ha addirittura provato a mettere lavorat* (comunali) contro lavorat* (esternalizzati). Ma stavolta si son scontrati per un mese contro una risposta forte e compatta e hanno dovuto rimangiarsi i bellicosi propositi! E questo mentre i concorsi per assistenti culturali per musei e biblioteche, previsti da due anni e mezzo, sono ancora al palo, mentre si va avanti con la insopportabile retorica di ‘non abbiamo tagliato un euro alla cultura'”.