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Riapertura Toyota carrelli elevatori, Usb: “Non garantito distanziamento”. | Terzo giorno dello sciopero Si Cobas alla Unilog | Servizi educativi, Sgb: “Riprogrammazione a distanza non ancora regolamentata”.

13 Maggio 2020 - 17:55

Alla Toyota carrelli elevatori da lunedì sono rientrati 210 su 264 lavoratori ma “l’attuale organizzazione del lavoro per la ripresa delle attività produttive così come la si conosce non risponde nel merito alle disposizioni governative sul distanziamento sociale”. Lo denuncia Usb, che non ha firmato l’accordo sulla ripresa della produzione. Aggiunge il sindascato: “Abbiamo chiesto di improntare un ingresso più graduale, scaglionato e diluito nel tempo in modo da poter intervenire tempestivamente e risolvere le criticità non mettendo nuovamente a rischio la salute dei lavoratori”, sperimentando “più turni di lavoro”. Si legge in conclusione: “Con la riapertura forzata di tutte le attività produttive voluta ed ottenuta da Confindustria il rischio di ricadere in un nuovo e profondo lockdown diventa concreto. Non vogliamo essere complici di un nuovo macello sociale!”.

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“Chi tocca uno tocca tutti, chi tocca i nostri delegati, tocca tutti”. Sono gli slogan lanciati durante la terza giornata di sciopero alla Unilog indetto dai Si Cobas.

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Sgb torna a intervenire sul tema del protocollo di sicurezza per attivare la riprogettazione degli interventi educativi a distanza e in presenza, dopo un incontro in Comune definito “imbarazzante e di evidente proforma, senza una reale condivisione e soprattutto tardivo”. Scrive il sindacato: “Per il Comune la riprogrammazione a distanza non è ancora regolamentata, nonostante sia già attiva da 2 mesi, e che da parte delle istituzioni la soluzione si riduce al tentativo di riproporre, solo per casi indifferibili, interventi a domicilio o passeggiate vicino casa!”. Aggiunge Sgb che Comune e Città metropolitana alle richieste di riprogettazione “sono rimasti sordi allo scopo di far passare tempo e risparmiare risorse sui più deboli rubando soldi alla collettività mettendo i lavoratori in Fis, una logica che Sgb ha rifiutato fin dall’inizio”.