Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Tpo ricorda Mauro Pizzoli al centro sportivo a lui intitolato | Wu Ming: “Primo evento letterario e trekking urbano dal lockdown” | In via Broccaindosso “Bella ciao” | Resistenza Pontevecchio, Antifa-Murri pubblica letture | Rete anticarceraria: il 24-25 “facciamoci sentire in strada, armatx della nostra fantasia” | Israeli Apartheid Week diventa online: “Solidarietà è un’arma”.

22 Aprile 2020 - 14:32
Liberazione di Bologna, manifestazione organizzata dal CLN; foto Fondi Fotografici Istituto Parri

“Ragazzo, sportivo, antifascista. Nonostante l’emergenza, anche per questo anniversario della Liberazione di Bologna siamo riusciti a salutare e ricordare Mauro Pizzoli al Centro Sportivo che oggi porta il suo nome” e dove “con Hic Sunt Leones Football Antirazzista, Cinghiali del setta rugby, Palestra popolare TPO, Offside Pescarola cerchiamo tutti i giorni di onorare la sua memoria”. Lo ha scritto ieri il Tpo. “Soprannominato ‘Pzulein’ – si legge poi – era una giovane promessa del ciclismo. Il 28 ottobre 1944 andò in missione: entrò in una casa colonica in via delle Fonti, a Corticella, per liberare del bestiame requisito dai tedeschi nelle stalle dei contadini. Fu sorpreso assieme ad altri compagni e portato al comando militare di Sant’Anna, torturato, poi riportato in via delle Fonti e impiccato ai fili del tram. Il suo cadavere assieme a quello di Renato Bartolini e Valentino Zuppiroli, fu lasciato esposto per terrorizzare le persone”.

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Ieri “abbiamo celebrato il 75esimo anniversario della Liberazione di Bologna con un reading itinerante in centro. Il percorso ha congiunto quattro delle librerie che hanno riaperto in questi giorni. Librerie con cui abbiamo collaborato, in cui abbiamo fatto presentazioni. Nell’ordine: Ubik Irnerio, in via Irnerio; Modo Infoshop, in via Mascarella (nel giorno stesso della tanto attesa riapertura); Trame, in via Goito; Giannino Stoppani, in piazza Re Enzo. Ogni volta ci siamo messi in fila e abbiamo letto per un pubblico occasionale di 10-15 persone. «Che sollievo, temevo che per la Liberazione nessuno facesse niente…»”. Lo rende noto il collettivo di scrittori Wu Ming. I brani letti erano tratti da libri di Cesare Pavese, Giovanna Zangrandi, Renata Viganò, Antonio Meluschi, Beppe Fenoglio e Albert Camus. “Sono passate un paio di autopattuglie, ma ogni volta hanno visto gente in fila, a distanza di sicurezza, svariati con le mascherine. Se nella forma stavamo rispettando le norme (stando sul limite), nella sostanza è stato il primo evento letterario – e trekking urbano – in città dall’inizio del lockdown“, scrive Wu Ming: “Il tutto è durato all’incirca due ore e mezza. Dopodiché, abbiamo preso l’autobus 52 e siamo saliti in collina, a Sabbiuno, dove c’è uno dei più bei monumenti ai caduti della Resistenza mai realizzati. È uno dei nostri luoghi ‘di culto’, dove torniamo a ogni passaggio di fase. Andandoci, non siamo usciti dai confini del comune di Bologna (il burrone è proprio al limite), ma siamo usciti dai limiti delle norme. Siamo stati un’ora sul ciglio di quel burrone, lungo la fila di macigni coi nomi degli antifascisti fucilati, poi abbiamo ripreso l’autobus e siamo ridiscesi in città. Ci siamo sparpagliati, e per stradine poco battute siamo tornati alle nostre case. Pronti a uscirne di nuovo”.

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Anche in via Broccaindosso, sempre ieri, c’è stata un momento di ricordo in strada della Liberazione di Bologna: un video che circola sui social mostra diverse persone sotto i portici, a distanza l’una dall’altra, mentre cantano insieme “Bella ciao”.

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“Fra il 1943 e il 1945 il Pontevecchio” era un rione “abitato prevalentemente da operai e braccianti, dove la diffusione di idee antifasciste era iniziata già nei primi anni Venti” e le cui famiglie “durante la guerra di liberazione diedero un contributo importante in termini di donne e uomini attivi nelle formazioni partigiane”. Lo si legge sul blog del Coordinamento antifascista Murri, che il 24 novembre scorso aveva organizzato nel rione “un trekking antifascista ubano, molto partecipato, per scoprire alcuni dei luoghi più significativi per il movimento partigiano della zona”. Questo 25 aprile “non possiamo essere in piazza, quindi riaffermiamo con forza, in rete e dai balconi delle nostre case, il valore della Liberazione del nazifascismo e rinnoviamo la volontà di batterci per una società più giusta e libera diffondendo i testi che abbiamo letto in quella occasione e mettendo a disposizione l’audio di quella bella giornata”.

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“Non c’è liberazione senza libertà”: il 24 aprile “armiamoci di fantasia, lasciamo segni visibili per ribadirlo. Rendiamo questo messaggio visibile dai balconi, nelle strade e attraverso i tragitti più o meno brevi che facciamo ogni giorno” e il 25 “che sia dal balcone o dalla tua bicicletta per le strade del quartiere, attacca le casse, tira fuori la voce in solidarietà a chi vogliono zittire dietro le sbarre. Alla luce degli ultimi fatti a Torino, delle notizie di arresti, uso del taser, Tso, contenzione, esercito, mezzi militari e repressione, crediamo sia doppiamente importante il 24 e il 25 farci sentire anche per le strade dei nostri quartieri armatx della nostra fantasia, contro la repressione nelle carceri e per le strade. Invia i tuoi contributi, sotto forma di disegno, foto, video, testo, o quello che preferisci a soscarcere@autistici.org”. Così la Rete anticarceraria bolognese.

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Foto di cartelli, bandiere, kefiah: modi diversi per esprimere solidarietà al popolo palestinese e partecipare alla Israli Apartheid Week Online 2020, nei giorni scorsi. “Ringraziamo tutti per la partecipazione e la condivisione di foto. La solidarietà è un’arma- scrivono gli Universitari contro l’apartheid israeliana – e dobbiamo sfruttarla: ora più che mai, in piena emergenza Covid, è essenziale informare, sensibilizzare e dare supporto alla lotta in Palestina, mostrare le contraddizioni in seno a uno Stato che si professa vicino ai diritti civili ma che non si fa scrupoli nel cancellare i diritti di un intero popolo. Questo è stato motore dell’iniziativa, dare spazio – anche solo per pochi giorni – alla cultura, alla storia ma soprattutto alla forza di un popolo che non intende arrendersi”.