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::: Notizie brevi :::

La Città metropolitana mette in vendita l’ex museo dei trasporti di via Bigari | Tracciata una croce celtica su un manifesto affisso per ricordare l’attentato neofascista del 2 agosto 1980 | Cobas: al Rizzoli “un turno di 11 ore” per un’equipe chirurgica | Coronavirus e appalti scolastici, Sgb: “Abbiamo vinto, ma dobbiamo ancora lottare”.

03 Marzo 2020 - 19:50

La Città metropolitana ha messo in vendita il capannone dell’ex museo dei trasporti di via Bigari, uno degli stabili su cui è naufragata la trattativa tra Comune e Xm24 dopo lo sgombero di via Fioravanti 24 il 6 agosto 2019, e che fu oggetto di una breve occupazione simbolica il 26 ottobre scorso. Chiuso al pubblico da dieci anni per i danni strutturali causati dai lavori per l’alta velocità ferroviaria, ospita ancora treni, tram e autobus di valore storico, tra cui il ’37’, recentemente revisionato, che il 2 agosto 1980 fu usato per trasportare feriti e vittime della strage neofascista della stazione.

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A proposito della strage: quanto mostrato nelle foto di seguito è avvenuto su una fermata dell’autobus di via Indipendenza. Su uno dei manifesti affissi per ricordare l’attentato che fece 85 e vittime oltre duecento feriti è stata tracciata un croce celtica, un altro è stato parzialmente strappato. A segnalarlo, nei giorni scorsi, la stampa locale.

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“La stessa equipe chirurgica della sala operatoria n. 9” dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna “è stata costretta a svolgere senza pausa alcuna l’attività lavorativa per ben 11 ore e 7 minuti, cioè dalle ore 13 del 3 febbraio (inizio turno) alle ore 00 e 07 minuti del giorno successivo 4 febbraio 2020”. Lo scrivono i Cobas del Rizzoli stesso. “Questo notevole prolungarsi dell’orario di lavoro – proseguono – ha posto in grave rischio sia il paziente sia tutto il personale dell’equipe chirurgica, la cui soglia d’attenzione, dopo così tante ore di servizio, è stata messa a dura prova. A tal proposito, in modo grave e ingiustificato, è stata negata la sostituzione richiesta da un infermiere dell’equipe”.

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“Abbiamo vinto, ma dobbiamo ancora lottare!”, scrive Sgb in riferimento alla vertenza aperta nei giorni scorsi sugli stipendi dei lavoratori degli appalti scolastici, a rischio per la chiusura dei servizi educativi causa coronavirus: “La prontezza dei lavoratori, educatori e operatori dei servizi scolastici in appalto di rivendicare al Comune di Bologna il riconoscimento dello stipendio intero senza decurtazioni delle settimane di chiusura, ha fatto si che l’amministrazione comunale prendesse subito una decisione in linea con le nostre richieste. Spetta oggi a tutti i comuni della provincia e della regione prendere questa decisione, dando dignità a tutti i lavoratori in appalto che svolgono servizi pubblici nelle scuole, cosa che molti non stanno facendo, come ad esempio il Comune di San Lazzaro che ancora oggi resta fermo sul pagamento solo del primo giorno di chiusura”. Per questo domani alle 11 il sindacato sarà in presidio davanti al Comune di San Lazzaro, in piazza Bracci.