Culture

::: Notizie brevi :::

Da Cheap manifesti “Apriamo i porti” per Mediterranea | Asgi sulla trasformazione dell’hub di via Mattei in Cas: “Legittima il decreto sicurezza” | Processo strage, Cavallini attacca di nuovo i familiari | SiCobas, Riders Union, Saperi Naviganti, Laboratorio Smaschieramenti e Consultoria Transfemminista Queer per lo sciopero femminista dell’8 marzo.

07 Marzo 2019 - 16:05

“Abbiamo affisso questo poster per le strade di Bologna per dar voce a quello che in tant* pensiamo e desideriamo: prima le persone”. E’ quanto scrive Cheap festival in un post sulla sua pagina Facebook, allegando una fotografia dei manifesti con la scritta “Apriamo i porti”. “Stamperemo questo poster – continua il post – e lo cederemo in cambio di donazioni per Mediterranea. Quella di Mediterranea è un’azione di disobbedienza morale ma di obbedienza civile. Disobbedisce al discorso pubblico nazionalista e xenofobo e al divieto, di fatto, di testimoniare quello che succede nel Mediterraneo. Obbedisce, invece, alle norme costituzionali e internazionali, da quelle del mare al diritto dei diritti umani, comprese l’obbligatorietà del salvataggio di chi si trova in condizioni di pericolo e la sua conduzione in un porto sicuro se si dovessero verificare le condizioni. Sapete già da che parte sta Cheap: sta con Mediterranea”. I poster saranno disponibili nella giornata di oggi dalle 18,30 alle 21 presso Senape Vivaio Urbano durante l’evento Radical Cheap.

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“Il Comune di Bologna trasformando l’hub regionale di via Mattei in un Cas di fatto legittima il decreto sicurezza, mostrandosi incoerente con il progetto dello Sprar in città”. A dirlo è un’avvocata di Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), intervenuta l’altro ieri a margine dell’incontro ‘I migranti. Fra accoglienza e marginalizzazione’ tenutosi in città. “Il centro- continua la legale- dovrebbe essere sostituito da dei piccoli Cas, oppure il ministero individui varie tipologie di centri di dimensioni ridotte, da 30 a 50 posti. Il problema non è solo hub o non hub, ma soprattutto che con il nuovo decreto non ci sarà più accoglienza. Sarà garantito solo il vitto e l’alloggio senza nessun percorso d’integrazione”.

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Niente risposte alle domande. Anche nella terza e ultima udienza dedicata al suo esame, nel corso del processo per concorso nella strage del 2 agosto 1980, Gilberto Cavallini si è limitato a leggere delle dichiarazioni spontanee, attaccando sia i legali di parte civile che (di nuovo) l’Associazione dei familiari delle vittime. “Le accuse di manipolazione fatte da Cavallini sono quasi una medaglia al valore”, è la risposta dell’Associazione. Le prove prodotte dalle parti civili “sono documentali, di provenienza certa e non manipolate, quindi noi ci misuriamo con la realta’ e non con le parole dell’imputato”, ha commentato uno degli avvocati interessati. La prossima udienza è stata calendarizzata per il 13 marzo.

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“L’8 marzo saremo insieme a loro nello sciopero davanti ai cancelli, nelle strade e nelle piazze della grande manifestazione con Non Una Di Meno”, afferma il coordinamento Si Cobas di Bologna e Modena parlando delle operaie di Geodis-Yoox e di Italpizza, così come di “molte altre donne che lavorano all’interno di importanti multinazionali che utilizzano manodopera a bassissimo costo, sottoposta ad una flessibilità estrema”. Anche Riders Union aderisce alla mobilitazione femminista: “Riconosciamo la centralità di questa giornata e della lotta di Non Una Di Meno contro la violenza strutturale che si articola come violenza di genere, razzismo e precarietà: anche noi, come lavoratrici e lavoratori nel settore delle piattaforme del food delivery, ci siamo più volte mobilitati contro la precarietà e lo sfruttamento tipici di un mondo del lavoro che, sempre più, va nella direzione della cancellazione di tutele sociali, economiche e previdenziali fondamentali”. L’8 marzo ci sarà anche Saperi Naviganti, che dà appuntamento alle 15,30 in piazza Verdi per una performance dal titolo “Identità”: in preparazione al corteo universitario delle 16,30 che si congiungerà col corteo cittadino di Nudm, “ci troverete armati di rossetti e colori per truccare chiunque abbia voglia di mettersi in discussione!  Per l’abbattimento dei confini rigidi tra uomo e donna, per dire che nessuno è obbligato a una scelta e nessuno può essere obbligato a scegliere, vi truccheremo il volto per metà, a testimoniare la coesistenza del lato maschile, femminile e di qualsiasi genere in ognun* di noi!”. Laboratorio SmaschieramentiConsultoria Transfemminista Queer segnalano invece di aver tenuto lo scorso 2 marzo un “laboratorio per implementare strumenti per lo sciopero dell’8M, nello specifico sullo sciopero dei/dai generi attraverso le app”, dal quale sono nati “due strumenti”: il primo è un “vademecum dello sciopero dai generi”, il secondo “lo sciopero dalle app con strumenti rivoluzionari! In particolare l’hackeraggio di Tinder tramite estensione Bot!”. Su questi temi infatti “il movimento TransFemministaQueer ragiona e propone pratiche da molti anni, anche attraverso il percorso di Non Una Di Meno”. Le indicazioni su come mettere in pratica queste forme di implementazione dello sciopero sono reperibili sul blog del laboratorio Smaschieramenti.