Acabnews Bologna

::: Notizie brevi :::

Cua: “Lezione al 38, con studenti ammassati o fuori dall’aula” | Raccolta firme per spostare la nuova antenna per telefonia dall’ex Cierrebi | Una t-shirt per sostenere spese legali di Matteo, condannato per la manifestazione antifascista a Cremona del 2015 | Tpo-Làbas intervengono all’indomani della mobilitazione ‘no-Salvini’ | Prosegue la mobilitazione contro la regionalizzazione scolastica.

15 Novembre 2019 - 19:39

“Questa è la situazione che stamattina si sta verificando al 38 di via Zamboni. In aula 6 si sta svolgendo la lezione di storia contemporanea con il prof. Balzani e decine e decine di student* pur di ascoltare sono costretti a stare ammassati nella stanza o addirittura a stare in piedi in fila fuori dalla porta. Per noi è questo il vero degrado dell’università: permettere che studenti e studentesse siano costretti a sopportare queste condizioni pur di studiare! Basta ridicole campagne per tutelare i muri e la pulizia: vogliamo che il diritto allo studio sia garantito a tutti e tutte!”. E’ la segnalazione diffusa ieri dal Cua.

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La collocazione della nuova antenna per telefonia nell’area dell’ex Cierrebi è “sbagliata, per cui intendiamo tutelarci avviando una raccolta firme di richiesta, a chi di dovere e competenza, del suo spostamento in luogo più consono”. Lo annuncia via social il comitato Salviamo il Cierrebi, sottolineando che finora sono rimaste inascoltate le sollecitazioni rivolte a Comune, Quartiere e Soprintendenza. Infatti, dopo che l’impianto lo scorso agosto è stato installato, stanno proseguendo le attività “per attivare l’antenna”. Ma per i cittadini del comitato “ogni pazienza ha un limite”.

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Riceviamo e pubblichiamo la possibilità di acquistate una t-shirt creata per sostenere le spese legali di Matteo, antifascista leccese che ha studiato a Bologna, “condannato con l’infame reato di devastazione e saccheggio per la grande giornata antifascista cremonese del 24 gennaio 2015 quando a seguito del vile attacco squadrista ai danni di Emilio, in migliaia decisero di rispondere all’aggresione assediando la città e tentando di raggiungere la sede fascista di Casapound. Il 10 Dicembre il tribunale di sorveglianza di Brescia deciderà come far scontare la pena, divenuta oramai definitiva, di tre anni e otto mesi”. Per info e ordinazioni: articolo419lecce@libero.it

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“Bologna ha risposto all’avvio di campagna elettorale della destra in regione nel modo migliore possibile: quello, cioè, non prevedibile. Migliaia di persone hanno mostrato di avere ben chiara la portata della sfida, scendendo in strada e superando le previsioni dei migliori commentatori.
La città viva e plurale, aperta e solidale, femminista e ecologista ha risposto numerosa, determinata e in maniera molteplice alla Lega e alla sua propaganda d’odio, di muri e confini, di violenza fascista, razzismo, nazionalismo, sessismo e patriarcato”. Lo scrivono Làbas e Tpo all’indomani delle mobilitazioni contro il comizio di Salvini. “In tantissim@ – aggiungono – abbiamo riempito le strade della nostra città rendendo politicamente, socialmente e culturalmente inospitale il PalaDozza”. I due spazi sociali citano anche il flashmob delle ‘6000 sardine’: “è stato anch’esso un momento straordinario”.

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Prosegue la petizione su Change.org per chiedere il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, di ritirare il progetto di autonomia differenziata. Le numerose associazioni e sigle sindacali della scuola che da mesi contestano la regionalizzazione hanno rilanciato i contenuti di questa mobilitazione con una conferenza stampa. “L’istruzione è un diritto di tutti, altro che prima gli italiani, deve garantire uguaglianza non differenze. Abbiamo paura che questo individualismo regionale si porti dietro il concetto sovranista dell’ognuno per sè”, affermano i Cobas. “Questa iniziativa, estranea alla scuola, frutto solo di calcolo politico, presenta ancora molti punti d’ombra che la rendono molto pericolosa per le conseguenze che puo’ avere sui lavoratori”, sottolinea l’Sgb.