Culture

::: Notizie brevi :::

Palazzina sgomberata nel 2016, cinque condannati | Aitini vuole schedare le tag | Padrone di merda, interrotta la lezione di un docente: “Avances durante un colloquio” | Grassroots segnala difficoltà economiche e chiede supporto attraverso piattaforma di crowdfunding.

11 Ottobre 2019 - 18:06

Cinque attivisti dei collettivi sono stati condannati in primo grado in relazione a quanto avvenuto durante lo sgombero del condominio solidale di via De Maria a Bologna, l’11 ottobre 2016. A tre di loro è stata riconosciuta la sospensione condizionale della pena. Secondo l’acusa, avrebbero sferrato calci e pugni verso il cordone di polizia che bloccava l’accesso all’area delle operazioni.

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Un archivio delle tag presenti sui muri di Bologna per ‘incastrare’ i wtiter. È l’obiettivo esposto dall’assessore alla Sicurezza Alberto Aitini oggi al question time in Comune: “Siccome le tag sono di fatto una firma – spiega – abbiamo fatto una ricerca, la Polizia locale si è impegnata a trovare nel resto della città le firme uguali a quella che stavano facendo i ragazzi trovati”. Coloro che saranno identificati, nelle intenzioni di Aitini, dovranno “ripulire non solo il muro che hanno sporcato ma tutti i muri che hanno quella firma”.

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Nuovo blitz della campagna Il padrone di merda, stavolta all’Università: gli attivisti con le maschere bianche ieri si sono presentati ad Agraria interrompendo la lezione di un docente “dopo aver ricevuto più segnalazioni in merito al suo comportamento riprovevole. Utilizzando il nome dell’Unibo- così scrivono gli attivisti su Facebook- ha infatti pubblicato un annuncio su Bakeka cercando una persona che svolgesse mansioni da segretaria a tempo determinato”, per poi prodursi in “avances” nei confronti di una ragazza durante il colloquio e proseguire in seguito con “pesanti apprezzamenti” via messaggio.

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Grassroots (politica di base, erba cattiva) è un’idea nata a Bruxelles all’inizio del 2015, trasformare uno spazio vuoto in uno spazio di socialità, per fare emergere le criticità alimentari e diffondere le pratiche dal basso. Un’Osteria libreria” in via dei Lamponi, dove Zeroincondotta è stato invitato nell’aprile 2018 a presentare il libro sui primi dieci anni di attività. Scrive chi anima il progetto che “purtroppo i periodi estivi non sono nostri amici, il Grassroots e un luogo prevalentemente frequentato nei periodi meno caldi e questo ci ha portato delle mancanze importanti a livello economico, l’elevato canone di affitto e in generale delle spese fisse ci porta ad avere un buco che rischia di farci chiudere le serrande definitivamente”. Di qui, la richiesta di un sostegno economico avanzata attraverso la piattaforma BuonaCausa.