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Noi Restiamo: “Parla un ex lavoratore dello Student Hotel”

“La situazione che ne esce è chiara: salari bassissimi e un carico di ore lavorative esagerato” per occuparsi delle pulizie tramite una società in appalto, scrive il collettivo pubblicando il video del colloquio con un residente 27enne della Bolognina.

13 Ottobre 2020 - 11:34

Le/gli attiviste/i di Noi Restiamo rendono noto di aver intervistato un ex lavoratore dello Student Hotel, addetto alle pulizie dell’immobile tramite una società in appalto.

A parlare, nel video diffuso sui social network, è un ragazzo di 27 anni, abitante da sempre della Bolognina, assunto tramite agenzia interiale: “Ho lavorato a Student Hotel per una settimana – spiega – e mi è bastato. Le condizioni di lavoro sono abbastanza difficili. Gli strumenti non sono all’altezza, dovevo fare le pulizie e ci siamo trovati a grattare vernici con le monete o addirittura le unghie, al posto delle scale stavamo in piedi su secchi di vernice… Ci pagavano 6,80 lordi all’ora, penso che per quel lavoro fossero davvero pochi. Nel contratto avevo 5 ore al giorno, io ne lavoravo minimo 8-9, erano contrattati due giorni di riposo settimanale ma se non dicevo di avere degli impegni non me li facevano fare”.

“La situazione che ne è uscita- scrive Noi Restiamo- è chiara: una multinazionale che appalta il servizio delle pulizie per tagliare i costi; salari bassissimi, un carico di ore lavorative esagerato, assenza di materiale e sicurezza durante l’orario lavorativo”. Continua il collettivo: “Lo Student Hotel dice di volersi aprire al quartiere, così come a tutti, ma le prime persone che esclude sono proprio i giovani come questo ragazzo che fanno un lavoro sottopagato, che studiano, o che fanno entrambe le cose per poter andare avanti. Dopo la pandemia i giovani stanno pagando maggiormente i costi della crisi che stiamo vivendo, in un copione che si ripete da sempre: l’università non investe in studentati pubblici, che non hanno abbastanza posti per la domanda effettiva degli studenti aventi diritto; il comune non investe in edilizia pubblica, lasciando migliaia di immobili sfitti, e pubblici e privati, o lasciandoli a privati per la loro speculazione”.

Scrive ancora Noi Restiamo: “Lo Student Hotel è l’emblema di una città costruita sullo sfruttamento dei giovani lavoratori di tutti i settori (turismo, ristorazione, imprese di pulizia e vari lavoratori di società per appalti che fanno i loro comodi), sull’espulsione delle fasce popolari dalla città. Allo stesso modo, rappresenta anche un’università sempre più elitarizzata, che lascia ai privati la costruzione degli studentati e che privilegia scuole di lusso come la Bologna Business School, per la quale i fondi non mancano mai. Agli studenti della scuola pubblica vengono lasciate le tasse, sempre più alte, le carenze strutturali degli spazi (aule, biblioteche, residenze per studenti, ecc) e il mercato degli immobili, dove palazzinari e speculatori continuano a fare profitti grazie a prezzi tenuti volontariamente alti (grazie anche al comune che dietro i sussidi maschera in realtà denaro pubblico versato direttamente nelle tasche di questi privati). Questi sono i motivi per cui ci battiamo contro lo Student Hotel, come giovani precari, come giovani studenti, come giovani lavoratori sfruttati: tutte condizioni che da anni viviamo, già da prima di questo periodo di emergenza. Ci opponiamo a tutto questo manifestando con soluzioni concrete e organizzandoci: chiediamo l’immediata requisizione dello sfitto privato e la messa a disposizione dello sfitto pubblico, in favore delle necessità che i giovani e le fasce popolari chiedono oggi. Oltre a queste rivendicazioni concrete, sosteniamo nelle lotte l’organizzazione di sindacati conflittuali come la Federazione del Sociale Usb, come testimonia il compagno con un suo intervento alla fine del video. Costruiamo organizzazione politica fra i giovani che studiano, che vivono nelle periferie, che sono costretti a vivere con lavori precari o che della precarietà sono stati costretti a fare uno stile di vita. Lottiamo contro lo Student Hotel per un’inversione di rotta nelle politiche abitative e nel processo che ha guidato il sistema dell’Università e della ricerca in questi anni. Ci organizziamo per mostrare che un’alternativa è possibile a questo sistema che ci offre solo precarietà e sfruttamento”.