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“No all’Invalsi”, muro degli studenti sull’ingresso del Provveditorato

Il Cas chiude simbolicamente l’ufficio di via de’ Castagnoli per contestare i test. Protestano i sindacati di base che per domani a livello nazionale avevano indetto uno sciopero poi vietato dalla Commissione di garanza.

08 Maggio 2017 - 19:47

“Nella giornata di oggi, lunedì 8 maggio, giorno prima della somministrazione delle prove Invalsi in tutte le classi seconde delle scuole superiori, abbiamo messo in atto una dura azione verso il provveditorato di Bologna. Arrivati sul posto abbiamo innalzato un muro di cemento e mattoni, come azione simbolica per impedire lo smistamento dei test. Il pomeriggio è stato accompagnato da un mosaico che recitava ‘Non siamo codici!’, da un grande striscione e diversi cori e interventi. Questo perché noi studenti non accettiamo che, nel 2017, ci somministrino delle prove che hanno il solo obbiettivo di declassificarci come persone pensanti e identificarci come codici”. Così il Collettivo autonomo studentesco (Cas) in un comunicato racconta l’iniziativa che si è svolta oggi davanti all’Ufficio scolastico regionale in via de’ Castagnoli in opposizione ai test del ministero. Per gli studenti “non sono più tollerabili dei test che sono un chiaro esempio di meccanicizzazione della realtà, che puntano a far uscire lo studente con un pensiero passivo, pronto a passare il resto della vita in azienda sotto sfruttamento, addestrati alla precarietà, ad abbassare la testa. Come persone pensanti abbiamo il diritto di opporci a questa perdita di tempo e di denaro, che costa allo stato una cifra che ammonta a più di 20 milioni di euro ogni anno. Soldi che potrebbero essere spesi in maniere assolutamente diverse, come il miglioramento dell’edilizia scolastica o i problemi legati al riscaldamento. Inoltre queste prove creano una netta divisione tra gli istituti delle città, dividendoli in scuole di serie A e scuole di serie B. Così facendo si danno maggiori soldi a chi ne ha già abbastanza e si svalutano ancora di più le scuole che sono in difficoltà, incrementando anche le differenze tra gli studenti, etichettati come ‘degni’ oppure no.” Il Cas ricorda inoltre che è già accaduto che siano stati presi provvedimenti disciplinari contro studenti che si sono rifiutati di svolgere il test negli anni passati: “Questi test sono, a detta di chi li diffonde, assolutamente anonimi, per cui sarebbe impossibile identificare lo studente che le boicotta, come anche lo studente che le fa. Com’è che, allora, sono stati presi, già da diversi anni, dei provvedimenti disciplinari contro chi non ha voluto svolgere queste prove?”.

Sempre in merito ai test Invalsi, lo sciopero indetto a livello nazionale da varie sigle del sindacalismo di base in opposizione ai test, previsto per la giornata di domani, non si potrà svolgere a causa dell’intervento della Commissione di garanzia, che ha negato la data perché troppo ravvicinata ad un altro sciopero indetto il 12 maggio da altre sigle sindacali. Questo il commento di Unicobas e Cobas in un comunicato congiunto: “Dopo i buoni risultati dello sciopero del 3 maggio nella scuola dell’Infanzia, Primaria e Media di primo grado contro i quiz Invalsi, avevamo in programma per domani analogo sciopero nelle scuole Superiori, entrambi motivati dal fatto che i decreti attuativi della legge 107 hanno aggravato ulteriormente la distruttiva centralità già attribuita all’Invalsi come strumento-chiave per la valutazione delle scuole, degli studenti e dei docenti, e in generale della qualità dell’insegnamento.” Tuttavia “domani, per la prima volta da quando i quiz sono stati introdotti nella scuola come strumento di valutazione dell’insegnamento, docenti ed Ata non potranno opporsi agli indovinelli con lo sciopero, a causa di un gravissimo e ultra-discriminatorio intervento della Commissione di garanzia (sugli scioperi) che ha imposto, con una decisione arbitraria e ingiusta, il divieto di scioperare nelle scuole Superiori. Nei giorni scorsi abbiamo inviato alla Commissione una nota di ferma protesta, sottolineando come in passato ripetutamente la Commissione non abbia applicato la ‘rarefazione’ (cioè l’intervallo tra uno sciopero e l’altro) nel caso di sovrapposizioni tra scioperi generali e di categoria e come tale non-applicazione fosse avvenuta anche ultimamente, intorno agli scioperi generali dell’8 marzo e del Primo maggio”. Concludono Unicobas e Cobas: ” Pur indignati/e per una imposizione ingiusta e discriminatoria, che colpisce il diritto legittimo di tanti lavoratori/trici delle scuole Superiori a battersi contro gli assurdi quiz Invalsi, siamo stati costretti a revocare lo sciopero per non esporre i lavoratori/trici a possibili sanzioni pecuniarie e disciplinari. Diamo comunque tutto il nostro appoggio alle azioni di boicottaggio degli studenti e alle forme di non-collaborazione dei docenti, che sono d’accordo nel ritenere i quiz Invalsi uno strumento-chiave per l’immiserimento della scuola pubblica e per l’annullamento del suo ruolo nella formazione del pensiero critico degli studenti”.

Così Usb Scuola, che nei giorni scorsi in un comunicato scriveva “il 9 maggio per la prima volta i lavoratori saranno impossibilitati a boicottare le prove Invalsi nelle scuole superiori. Responsabilmente abbiamo inviato la revoca nei tempi e nei modi previsti dalla normativa vigente affinché il Miur non arrivasse a pubblicare una circolare da rettificare il giorno dopo con tutta la confusione che si sarebbe ingenerata nelle scuole e che avrebbe danneggiato i lavoratori qualora, se non adeguatamente informati, avessero aderito allo sciopero. Conosciamo bene la pessima legge antisciopero, non ci facciamo illusioni e non abbiamo lo spirito conservatore di chi pensa che al suo interno possano aprirsi spiragli.

Mentre Sgb in una nota dice che una forma di agitazione sarà possibile in un momento successivo, alla correzione delle prove: “L’agitazione prosegue ora con il blocco della correzione dei quiz che verranno somministrati il 5 (alla primaria) e il 9 (alle superiori). Sottolineiamo infatti che, nonostante i nostri ripetuti sforzi, ci è stata negata la possibilità di esercitare il diritto di sciopero della somministrazione dei quiz il 5 e il 9 maggio. E’ assurdo in quanto i limiti della legge antisciopero dovrebbero intervenire in caso di interruzione del servizio, mentre lo sciopero proclamato da Sgb, pur bloccando i quiz, garantiva il servizio ed una vera attività didattica. A quanto emerge, il compito della Legge non è quello di garantire i servizi ai cittadini, ma quello di reprimere le legittime proteste dei lavoratori. Nonostante questo, non ci siamo mai arresi e, dopo un botta e riposta serrato con la commissione di garanzia che si è protratta fino al 28 aprile, siamo riusciti comunque a strappare la possibilità di scioperare durante le attività di correzione per l’intera durata dei test, utile a bloccare anche quelli programmati per le date del 5 alla primaria e del 9 alla secondaria”.

Anche il Coordinamento Precari/ie della Scuola sulla sua pagina Facebook ha pubblicato il link a una nota dei Cobas di Torino, che spiega quali possibilità hanno i docenti per opporsi alla riuscita dei test.