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Niente fondo anti-crisi, gli educatori tornano in piazza

Domani sciopero e alle 10 corteo da piazza Roosevelt. L’Usb torna a chiedere “salario tutto l’anno”. Il Coordinamento dei precari della scuola, intanto, reclama “l’assunzione di tutto il personale oggi sfruttato”.

18 Giugno 2014 - 09:06

“Dopo il riuscitissimo sciopero delle educatrici e educatori scolastici, indetto da Usb, del 4 giugno scorso, contro la sospensione non volontaria dal lavoro”, continua la campagna “Salario tutto l’anno”:  il 19 giugno, nell’ambito dello sciopero nazionale dei lavoratori e lavoratrici di tutte le aziende a capitale pubblico e misto, delle aziende, società, consorzi e cooperative appaltatrici di servizi pubblici, a Bologna è convocato un presidio-corteo con partenza alle 10 in piazza Roosevelt, davanti alla Prefettura.

“A giorni partiranno i centri estivi, cioè quei servizi- ricorda l’Usb coop sociali- che avrebbero potuto garantire continuità di reddito e servizi, che invece a causa di un bando d’appalto che non ha preso minimamente in considerazione la proposta Usb (accorpare il servizio estivo a quello invernale) ma al contrario, un appalto che favorisce la privatizzazione del servizio, prevede l’uso di volontari per il 40% e annulla praticamente la continuità sui bambini disabili. Usb – coop sociali inizia a raccogliere le prime denunce dei lavoratori su quella che si profila una gestione nefasta dei servizi estivi in particolare per i bambini disabili”.

Ad aggiungere motivazioni per manifestare il 19 giugno, in questi giorni si è aggiunto il “no” dell’amministrazione ad una delle richieste principali avanzate dagli educatori: utilizzare il fondo anti-crisi stanziato da Palazzo D’Accursio per coprire il buco di tre mesi di stipendio. A questa ed altre proposte, formalizzate dal sindacato di base nella trattativa sul bilancio del Comune, “non sono stati dati riscontri sufficienti”, riferisce l’Usb.

Intanto, il Coordinamento dei precari della scuola replica alle linee di indirizzo diffuse dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Prima di pensare ad altre misure, “lo Stato dovrebbe prima sanare la situazione attuale con una assunzione di massa di tutto il personale che sta sfruttando per il normale funzionamento della sua scuola statale. E così, finalmente, si verrebbe a costituire un organico ampio che sarebbe in grado di dare risposta alla richiesta di più tempo-scuola emersa dalla società e di affrontare le principali necessità aggiuntive rispetto al normale insegnamento di cattedra, come i corsi di recupero e potenziamento, il tempo pieno, la progettazione didattica, le compresenze, la sostituzione di colleghi, eccetera. In futuro, dovrà finire questa doppia faccia del Miur che da un lato seleziona e abilita pretendendo soldi e energie, e dall’altro riduce i posti di lavoro e finge di non aver mai avuto bisogno dei suoi lavoratori precari. Vogliamo che la precarietà finisca? Il Miur assuma stabilmente i futuri docenti che ha selezionato e poi li formi a sue spese. Solo così si garantisce dignità lavorativa a coloro i quali hanno deciso di investire la propria vita nella Scuola Pubblica; solo così si può manifestare la reale volontà politica di migliorare l’esistente. Il resto è fuffa”. Il Coordinamento conclude così: “Buone ferie coatte e buona disoccupazione a tutti/e”.