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Nidi comunali a luglio, personale verso la mobilitazione

Ieri incontro tra amministrazione e Comune. “Ancora una volta l’amministrazione si caratterizza per la sua gestione approssimativa dei servizi educativi”, dice Sgb. Palazzo D’Accursio “calpesta la dignità professionale di educat* e collaborat*”, affermano i Cobas, che nel frattempo si muovono anche sul tema incentivi Ift.

23 Giugno 2020 - 14:13

Sgb e Cobas, dopo un incontro svoltosi ieri tra Comune e sindacati, criticano duramente l’amministrazione sull’apertura dei nidi a luglio e ipotizzano l’apertura dello stato di agitazione. “Aumentano dubbi e incertezze”, scrive Sgb in un comunicato, chiarendo che quella di ieri “non era una trattativa ma una comunicazione per l’organizzazione dei servizi estivi per i bambini di età 9 -36 mesi. Se avevamo dei dubbi sulla cattiva riuscita della frettolosa riapertura a luglio dei nidi, dopo l’incontro di oggi le incertezze sono anche aumentate. Sgb ha ricordato che sin dal mese di marzo ha più volte sollecitato (inascoltati) l’amministrazione ed i dirigenti Ies di realizzare un tavolo permanente sulla sicurezza dei servizi aperti e su quelli da riaprire (primi fra tutti nidi e scuole); quindi oggi (ieri, ndr) abbiamo subito ribadito la necessità di aprire i servizi in sicurezza senza avere al momento alcuna garanzia e certezza. L’amministrazione comunale non ci ha fornito nessun documento riguardante le procedure di messa in sicurezza (promettendo che verrà inviato nei prossimi giorni un protocollo) ed inoltre i Dpi da utilizzare non tengono conto di una utenza così delicata come i bambini di età 9-36 mesi. La riapertura con massimo 650 bambini sarebbe programmata per il 6 luglio, con una durata di tre settimane fino al 24 luglio. Avendo solo pochi giorni per l’organizzazione in sicurezza di ‘bolle’ con cinque bambini ci sembra, ancora una volta, che si prospetti un’organizzazione improvvisata ed una corsa contro il tempo con il rischio di una pessima gestione del progetto, inoltre considerando l’approssimazione e la confusione della gestione Ies negli anni passati questo ci preoccupa maggiormente. Per il personale educatore, il ccnl prevede un incentivo per la attività aggiuntive a luglio mentre l’amministrazione non solo le obbliga a lavorare per tre settimane ma non prevede alcun incentivo e… con un colpo di magia fa sparire anche il lavoro svolto dalle educatrici da settembre a dicembre 2019 a cui spetterebbe l’indennità per il progetto nido, per questo abbiamo chiesto, in forma scritta, alla direttrice di Ies quali norme stiano applicando per costringere il personale educatore a svolgere attività aggiuntive frontali con i bambini. Attendiamo risposta ufficiale. Ancora una volta l’amministrazione comunale si caratterizza per la sua gestione approssimativa dei servizi educativi, senza aver consultato i lavoratori e senza prendere in considerazione le sollecitazioni e di chi li rappresenta, impone scelte sconsiderate frutto di volontà politiche che nulla hanno a che fare con i processi educativi e la cura dell’infanzia. Sgb sarà al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici in tutte le forme di mobilitazioni ed è pronto per indire lo stato di agitazione”.

L’amministrazione comunale “calpesta la dignità professionale di educat* e collaborat*, promette condizioni illusorie di sicurezza inattuabili, chiude ad ogni confronto, nega la trattativa”, è la sintesi fornita dai Cobas: “Non è facile trovare le parole adatte per raccontarvi quello che è accaduto oggi (ieri, ndr) al tavolo sindacale sulle “attività estive” dedicate a* bambin* da 9 a 36 mesi”. Nella prima ora la dirigente preposta “ha sostanzialmente illustrato il protocollo di sicurezza (che starebbero ultimando). Un libro dei sogni che (anche se vorremmo essere smentiti dai fatti) non sarà assolutamente attuabile a due settimane dall’avvio delle ‘attività estive’ o ‘servizi educativi estivi’ (e l’incertezza sul nome è già emblematica dello stato confusionale in cui versa l’amministrazione). L’amministrazione promette mascherine, visiere, occhiali, gel, termoscanner, tettoie per l’ombra e ogni genere di comfort ma non ha risposto alla nostra precisa domanda sull’effettivo avvio degli ordini per le forniture e sulla loro certa disponibilità entro l’avvio del servizio. Non ci è dato sapere, inoltre, come sarà garantita la distanza tra i gruppi di cinque bambini mentre la formazione non sarà fatta a tutto il personale ma solo ad alcuni referenti, mentre collaboratrici e collaboratori ‘faranno da supporto a tutti i gruppi’ della singola struttura, facendo venire meno le condizioni per un corretto tracciamento dei contatti in caso di contagio. Nessuna risposta chiara su precari e sostituzioni. Ma la sorpresa arriva sul finale. L’impegno lavorativo richiesto sarà per tutte e tre le settimane che vanno dal 6 al 24 luglio per ragioni – ci raccontano – di ‘continuità educativa’ e senza che sia prevista alcuna incentivazione! Abbiamo contestato l’obbligatorietà del servizio per il personale dei nidi” ma la dirigente “ci ha risposto che sarebbe previsto dal ccnl, senza portare però alcun riferimento normativo. A tal riguardo ricordiamo che l’art. 31 del ccnl 2000 prevede che attività ulteriori rispetto alle 42 settimane debbano essere oggetto di concertazione con le organizzazioni sindacali e l’incentivazione di una vera e propria trattativa! Su questo ci allarma il silenzio assordante e complice di Cgil Cisl e Uil sia al tavolo che nel volantino pubblicato poche ore fa nelle loro pagine social. Viste le posizioni già espresse da Cgil Cisl e Uil, proponiamo fin da subito ad Adi ed Sgb il coinvolgimento del personale dei nidi in un’assemblea in videoconferenza da indire a breve per decidere e dare avvio ad una serie di iniziative comuni (fino allo stato di agitazione) per contrastare con forza la scelta unilaterale dell’amministrazione che, oltre a compromettere gravemente le prerogative sindacali, non risponde ai criteri minimi di qualità del servizio, sottovaluta il rischio epidemiologico e offende la dignità professionale de* lavorat*”.

Sempre i Cobas, nel frattempo, pressano il Comune anche su un altro tema: “Sono trascorsi ben quattro anni dall’entrata in vigore degli incentivi che hanno rimpiazzato la vecchia ‘Merloni’, ma incredibilmente ad oggi il personale non ha ancora visto un euro in busta paga, nonostante l’impegno profuso, la competenza offerta e le responsabilità assunte nell’ambito delle delicatissime procedure di appalto. La storia degli Incentivi per Funzioni Tecniche (Ift) è una storia di ritardi e inadempienze dell’amministrazione e purtroppo anche la storia delle decisioni di Cgil Cisl e Uil che, oltre a sottoscrivere un Regolamento che danneggia economicamente le/i dipendenti, non hanno mai risposto alle richieste di assemblea avanzate sia dai lavoratori che dai delegati Cobas, che da più di due anni si battono per sbloccare l’erogazione degli incentivi. E ora è giunto il momento di fare i conti!”. I Cobas intendono spingere l’amministrazione alla riapertura del tavolo di trattativa e su questo convocano un’assemblea in videoconferenza per domani.