Acabnews Bologna

Nel Poc 2.200 alloggi, ma neanche 200 popolari

Asia-Usb sul piano di riqualificazione urbana lanciato dal Comune: “Se cambiare volto alla città significa ripetere le stesse politiche che hanno portato alla situazione attuale, capiamo benissimo quali interessi questa Giunta voglia tutelare”.

04 Agosto 2015 - 10:35

Scuole Ferrari, via Toscana - © Michele Lapini“Bologna cambia volto” è il discutibile slogan con cui la giunta ha presentato il Poc per la riqualificazione di alcune parti di territorio. Ma cambierà qualcosa? Verranno rovesciate le politiche che hanno portato all’impoverimento della città e alla dismissione di patrimonio pubblico? Tra le aree interessate dal Poc figurano alcune ex aree militari, che erano di proprietà demaniale, cedute ai comuni che le avrebbero dovute vendere ai privati. Ma le alienazioni di queste aree non sono andate a buon fine a causa della saturazione del mercato e alla crisi del settore edilizio e immobiliare, e quindi agli “scarsi” profitti che i costruttori avrebbero realizzato, con la conseguenza che diverse aree sono ancora oggi in stato di abbandono. Quindi il Poc prova a rilanciare un progetto che già non ha funzionato: che siano i privati, in particolare i grandi costruttori, a portare al benessere collettivo.

Ricordiamo che due anni fa As.I.A. ha presidiato per 4 mesi la caserma Sani, chiedendo che i tanti alloggi ancora in buono stato al suo interno venissero utilizzati come case popolari e come alloggi per l’emergenza abitativa. La risposta che ci venne fornita fu che la vendita dell’area era l’unica soluzione possibile perché era già stata messa a bilancio.

E guardiamo in cosa consiste il “cambiamento” per quanto riguarda la questione abitativa. L’intero progetto, che riguarda 8 diverse aree, vedrà la realizzazione di 2200 alloggi circa. Di questi 430 saranno di Edilizia Residenziale Sociale di iniziativa privata(realizzata da privati su aree private). Ricordiamo che gli alloggi ERS,nonostante vengano presentati con una funzione sociale, sono alloggi con canoni equiparabili o leggermente inferiori ai prezzi di mercato. Saranno 240 gli alloggi di iniziativa pubblica suddivisi non si sa come tra alloggi ERP (case popolari) e alloggi con un canone superiore. E abbiamo visto come in questi anni, laddove sorgono progetti di riqualificazione (vedi il quartiere Navile), le aziende che devono realizzare alloggi tra cui una parte di edilizia pubblica si “dimenticano”, o dichiarano di non riuscire, o vanno in fallimento, proprio quando devono realizzare gli alloggi pubblici.

Certo che se cambiare volto alla città significa ripetere le stesse politiche che hanno portato alla situazione attuale, modificare centinaia di migliaia di metri quadri di suolo per realizzare meno di 200 case popolari (neanche il 10 per cento degli alloggi previsti), capiamo benissimo quali interessi questa giunta voglia tutelare.

Senza contare che sulle 8 aree in oggetto, 2 sono occupate: le ex scuole Ferrari, occupate due anni fa da decine di persone insieme all’Asia, e la caserma Masini da tre anni sede di Labàs. E ovviamente il Comune si è ben guardato dal contattare e informare gli occupanti di ciò che sta avvenendo.

Asia-Usb