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Nasce Volya: “Diritti, non permessi”

Parteciperà alle mobilitazioni del 6 dicembre, giornata dello sciopero indetto dalle tute blu della Fiom, anche un nuovo collettivo autorganizzato, “un progetto politico fatto di studenti e studentesse, precari e precarie”.

05 Dicembre 2012 - 16:40

6 dicembre: diritti, non permessi!

Questo periodo di crisi economica e sociale vede le condizioni materiali di studenti e lavoratori peggiorare sempre più: giorno per giorno, mese per mese ci vengono negati i più basilari diritti conquistati in anni di lotte, fagocitati dalla logica del capitale che non trova altri modi per attenuare la propria crisi strutturale se non scaricandone il peso sulle classi subalterne, in condizioni di maggior sfruttamento e impoverimento.

Come studenti e studentesse viviamo sulla nostra pelle i provvedimenti emanati dallo Stato che negli ultimi 20 anni ha reso l’istruzione una merce: il sistema dei crediti, completamente slegato da una logica di promozione di una cultura libera e critica, fissa un criterio quantitativo per il nostro sapere, come fosse un qualsiasi prodotto di un centro commerciale. Gli affitti e i prezzi dei beni primari sono sempre più alti e ci fanno vivere sempre più duramente la nostra condizione di studenti e precari, sfruttati nei beceri lavori che cerchiamo di fare per sbarcare il mese.

Pensiamo che per liberarci da questo stato di cose si debbano praticare immediatamente forme di autorganizzazione che aprano crepe in questo sistema, nell’università così come sul posto di lavoro così come in ogni ambito della nostra vita. Il futuro che ci aspetta è quello che sapremo costruire insieme e passa dalla distruzione di quello che ci stanno imponendo.

CONDIVIDIAMO SAPERI
SENZA FONDARE POTERI

Per un’università libera e per tutti e tutte!

Collettivo Autorganizzato Volya

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Il Collettivo Autorganizzato Volya è un progetto politico nascente fatto di studenti e studentesse, precari e precarie.
Siamo coscienti che il sistema dell’istruzione è modellato e imperniato sulla mercificazione del sapere che ci costringe a vivere l’università come un esamificio, sotto il motto: “Studio, esami, crediti”.
Questo alienante modello di trasmissione della conoscenza è incastonato tra innumerevoli esami e la continua preoccupazione del raggiungimento dei crediti formativi (CFU) minimo per aver accesso a quei diritti che dovrebbero essere, di fatto, già nostri.
La casa, la mensa, i trasporti, ecc. per questo sistema non sono nostri diritti, ma qualcosa da pagare: ecco che metà della nostra, tanto faticata, borsa di studio serve a pagare il posto letto che “hanno messo a nostra disposizione”; ecco che siamo costretti a lavorare, spesso e volentieri a nero, per mantenerci gli studi.
Qui a Bologna, città con il più antico ateneo del mondo, la soddisfazione di queste necessità di base non è concessa. L’impatto con la privata azienda per il diritto allo studio, la Er.Go, è subito traumatico: i ragazzi e le ragazze devono districarsi tra gli innumerevoli ostacoli burocratici, aspettare con impazienza l’alloggio e la borsa di studio ad anno accademico già in corso, costretti ad usare una casella mail o un call center (sempre irraggiungibile) per avere qualsiasi informazione. L’Er.Go non ha uno sportello per il pubblico e la minima svista è punita severamente.
Se l’azienda non ci accetta, ci sono i grandi e piccoli speculatori e proprietari di case che vivono sul nostro sudore e sangue.
In quel poco tempo libero concessoci possiamo andare a bere in piazza Verdi, dove comunque siamo controllati da pattuglie di vigili urbani e squadre di celerini della polizia.
Attenti a suonare qualsiasi strumento: sono 400,00 € di multa!
Abbiamo preso coscienza che all’università, così come nella scuola, in fabbrica od in ufficio, viviamo quotidianamente l’oppressione del sistema capitalistico basato sulla divisione in classi sociali, dove chi ha i soldi può e chi non ha non può.
Non siamo più disposti ad accettare questo stato di cose.
A questo stato di cose, vogliamo opporre la coscienza dei diritti che sono beni comuni: il diritto alla casa, alla mensa e tutti quelli che compongono il diritto allo studio.
A questi soprusi, noi opponiamo pratiche di autorganizzazione e la lotta dal basso per riappropriarci delle nostre vite, per l’abbattimento dell’odierno sistema sociale diviso in classi e la creazione di una società di liberi ed eguali, basata sulla solidarietà e sulla giustizia sociale.

Collettivo Autorganizzato Volya