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Nasce “Saperi naviganti”

“Vogliamo costruire una rete di persone che si opponga alla cecità e all’ignavia di fronte all’attuale situazione socio-politica. Come punto di partenza vogliamo continuare ad agire a Bologna”.

29 Dicembre 2018 - 15:36

“Una realtà che nasce sull’onda di Scienze Politiche per Mediterranea, evento che ha avuto luogo a Bologna il 16 novembre 2018, all’interno degli spazi universitari, per sostenere il progetto Mediterranea Saving Humans”. Così si presenta sulla sua nuova pagina Facebook il nuovo progetto ‘Saperi naviganti‘, in una nota condivisa anche da Lubo.

Spiegano gli attivisti: “La giornata del 16 novembre ha visto il coinvolgimento attivo di studentesse e studenti, docenti, ricercatrici e ricercatori, attiviste e attivisti, membri di associazioni e ONG, che hanno espresso un forte bisogno di politicizzazione dell’Università e che hanno perciò dato vita ad uno spazio di formazione e dibattito sul tema delle migrazioni. L’evento si è concluso con una festa finalizzata alla raccolta di fondi per il progetto Mediterranea: una festa per la quale è stato necessario occupare la facoltà di Scienze Politiche, visti gli ostacoli burocratici che si sono presentati e le molte porte che ci sono state chiuse in faccia; una festa grazie alla quale sono stati raccolti circa 3000 euro che hanno permesso alla Mare Jonio di percorrere ulteriori 60 miglia in mare. Il percorso di costruzione e il successo della giornata ci hanno rivelato qualcosa di importante: c’è bisogno, nelle università e non solo, di uno spazio di azione. La vera ricchezza che ha raccolto Scienze Politiche per Mediterranea è stata, infatti, l’ampia partecipazione e la volontà di continuare, di provare a costruire un percorso più ampio con l’obiettivo di creare altri spazi di discussione e di produzione di saperi dentro e fuori l’Università. Così è nato Saperi Naviganti”.

Si legge poi: “Partendo dal nostro percorso universitario a Bologna abbiamo ritenuto che fosse necessario creare reti per fare circolare i nostri saperi e per scambiarli liberamente. Da ciò è nata la volontà di tornare nei nostri territori di origine, ognuno diverso dall’altro, per promuovere la consapevolezza e la capacità di giudizio critico al fine di concretizzare azioni utili a migliorare la società in cui viviamo. Vogliamo perciò tornare alle nostre radici: a Roma, Sesto San Giovanni (MI), Labico (RM), Sarnico (BG), Bologna, Firenze, Sasso Marconi (BO), Castelfranco Emilia (MO), Bruxelles, Ora (BZ), Castelnuovo Rangone (MO), Rovigo, Cervignano del Friuli (UD), Fermo, Torbole Casaglia (BS), Como, Pero (TV), Lamezia Terme (CZ), Reggio Calabria, Bergamo, Matera, Potenza, Napoli e tutte le città da cui proveniamo, che siano città universitarie o meno, attraversando i luoghi più fertili e quelli più atrofizzati. Per costruire momenti di sostegno a Mediterranea ma non solo. Per rivedere i saperi all’interno e fuori dall’Università. Per dare voce all’esigenza di personalizzare i luoghi del sapere. Per dare vita a nuovi spazi in cui si possa rendere politico il proprio agire, soprattutto laddove tale bisogno è ancor più forte che a Bologna. Per navigare insieme a chi ha il desiderio e la voglia di farlo, il tutto tenendo conto delle rilevanti differenze territoriali. Vogliamo costruire una rete di persone che si opponga alla cecità e all’ignavia di fronte all’attuale situazione socio-politica. Come punto di partenza vogliamo continuare ad agire a Bologna. Arricchiti, più consapevoli delle nostre potenzialità, più radicali e più concreti di prima, tramite nuove relazioni, nuovi contatti e nuove idee abbiamo già iniziato a immaginare cosa fare nel futuro prossimo: Saperi Naviganti si è rivelata essere una realtà ambiziosa. Riteniamo che la giornata del 16 novembre abbia rappresentato un punto di partenza valido per costruire degli spazi attraverso cui porsi attivamente e in maniera critica rispetto a ciò che quotidianamente si manifesta, sempre più, come un sistema di politiche discriminatorie. La costruzione di reti richiede che ci mettiamo in moto e che dispieghiamo le vele, navigando verso i nostri obiettivi con il supporto degli strumenti necessari e di bussole contro-orientate, consapevoli però che i rischi e gli imprevisti potrebbero farci cambiare rotta”.

“Per questo”, prosegue Saperi naviganti, “l’8 marzo 2019 è uno dei primi momenti in cui vogliamo metterci in gioco. Ci riconosciamo infatti nelle pratiche di lotta femminista di Non Una Di Meno, e partendo da queste intendiamo dar voce a un femminismo generazionale che coinvolga e rappresenti studentesse e studenti; vogliamo concentrarci sulla sensibilizzazione della questione femminista avviando dei percorsi con/per donne e uomini migranti; vogliamo concentrarci sui luoghi universitari sempre più spersonalizzati e sconnessi dalle reali esigenze studentesche.  Vogliamo creare orizzontalità e connotare gli spazi che attraversiamo con i nostri saperi, potendo fruire liberamente di quelli degli altri attori coinvolti nel contesto universitario. Vogliamo porci come vettori nel rapporto impari tra studenti ed istituzioni; esigiamo una vera e propria riappropriazione degli spazi universitari da parte di studentesse e studenti e lavoreremo affinché ciò si concretizzi; vogliamo promuovere nuove forme d’integrazione sociale e ragionare su possibili modelli alternativi di accoglienza, in linea con la sfida lanciata da Mediterranea di creare vie di terra resistenti, che lavorino per una reale autodeterminazione della persona collaborando con chi è già radicato ed agisce sul territorio”.

In conclusione, “saperi Naviganti è la libera espressione di chi, partendo dall’Università, ha bisogno di nuove azioni concrete. E’ una piattaforma che, pur riconoscendosi apertamente come antifascista, antisessista ed antirazzista, punta a costruire alternative che superino la retorica dell’Anti come definizione politica. Saperi Naviganti necessita di costruirsi come una realtà diversa, basata sull’orizzontalità e sulla pluralità, sulla riappropriazione dell’Università da parte di studentesse e studenti e sulla connotazione dei territori che attraversa con i propri desideri e le proprie esigenze espressive. Vogliamo dunque restituire la ricchezza e la forza delle nostre assemblee, sperando che possano essere uno spunto per tante e tanti ad agire, partendo dal confronto tra i nostri saperi e facendoli navigare, liberi, controcorrente”.