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Muore l’assistito, badante senza lavoro rischia lo sfratto domani

Accade a Castelmaggiore, l’appello: “Si trovi una alternativa o almeno si rimandi lo sfratto”. Ancora nessuna soluzione neppure per la famiglia con figlio disabile costretta a vivere in 26mq a Imola.

17 Dicembre 2018 - 12:24

Domani un ufficiale giudiziario potrebbe sbattere per strada L.C., una donna di origine rumena che ha curato un anziano fino ai suoi ultimi giorni e vive in un alloggio Acer a Castelmaggiore. A raccontare la vicenda, facendo appello a un rinvio dell’esecuzione che permetta di trovare una soluzione, è un post, a firma Vito Totire, sul blog “La bottega del Barbieri“, dove si spiega come il caso sia stato segnalato da un medico di base e divulgato tramite due lettere aperte.

“Perdere il lavoro – è il testo della prima lettera, datata 30 novembre – è esperienza traumatica per tutti. Ma quando ciò coincide con la morte della persona assistita (con la quale difficilmente non si instaura un rapporto affettivo) e ancora con la perdita della abitazione, significa accumulare tre eventi fonte di grave stress”, che “proiettano la persona in una condizione di grave rischio psicosociale, soprattutto quando viene da esperienze sociali e relazionali molto dure. Dure sono state quelle della signora L.C. con una gioventù trascorsa nella Romania di Ceausescu e poi con la fuga dal proprio Paese per un doloroso progetto migratorio”.

Prosegue il testo: “Molti gli eventi tragici verificati a Bologna ai danni della popolazione anziana, che hanno evidenziato sempre più gravi e drammatiche solitudini ed è anche per questo che dobbiamo pensare alle ‘badanti’ non come a forza-lavoro robotizzata ma come a persone indispensabili (e ovviamente vulnerabili) che possono ‘esplodere’ se abbandonate a se stesse”. Quindi,”ci si adoperi a trovare una soluzione: l’assegnazione dell’alloggio in cui abita o una congrua proroga oppure un’abitazione alternativa. Agire a colpi di carta bollata il 18 dicembre mettendo sula strada una lavoratrice è un atto che non serve a nessuno”.

La seconda lettera aperta, datata 15 dicembre, torna a chiedere che lo sfratto “sia quantomeno procrastinato in modo che la persona giunga a una condizione economica più solida per potersi permettere un’alternativa”.

Restando in tema di case popolari, lo Sportello Antisfratto di Imola segnala come resti ancora senza soluzione “l’incresciosa situazione”,   emersa a luglio, “della famiglia di L. e S.”, costretta “a vivere in 4 in un alloggio di 26 mq, con gravi pericoli per fare le scale per il figlio disabile al 100%. Solo di recente è stata proposta una nuova soluzione abitativa, ma intoppi tecnici e burocratici stanno bloccando il trasloco. Se non si interverrà al più presto, per la madre, ormai all’ottavo mese di gravidanza, e il resto della famiglia si prospetta di passare un nuovo periodo festivo in condizioni pericolose e non più accettabili”.

Lo Sportello interviene inoltre ad ampio raggio sulle politiche del Comune romagnolo in tema di edilizia popolare: “Il cambio di amministrazione non ha per nulla migliorato la scarsa considerazione mostrata negli anni verso le case popolari. Nonostante un piano di investimenti di oltre 7 milioni di euro per il 2019, neanche un euro di questi fondi viene destinato all’erp e le uniche risorse proprie che l’amministrazione comunale investe sulle case popolari sono 60.000 €, attraverso un accordo stipulato con la Cassa di Risparmio per il ripristino degli alloggi sfitti. Se confrontato con il valore complessivo degli investimenti ne risulta che le case popolari valgono per la giunta a malapena lo 0,8% del totale. Il patrimonio erp necessita di essere profondamente rinnovato, e molti edifici hanno bisogno di manutenzioni non più rimandabili, come nelle case di via Cenni e Bucci. L’indifferenza, oltre che dalla mancanza di investimenti mentre si contano ancora più di cento alloggi sfitti, si misura anche dalla mancata pubblicazione del bando per la graduatoria erp: l’ultimo risale ormai ad inizio 2017. Sono rimaste inascoltate anche le voci di 89 inquilini/e erp firmatari/e di un appello dello Sportello Antisfratto Imola per calmierare gli aumenti degli affitti erp. voluti dal Pd e chiedere maggiori investimenti per le case popolari. Il M5S, che all’opposizione contestava con tanta foga le politiche del Partito Democratico, ora che amministra la città si dimentica completamente di chi a parole voleva aiutare e conferma le peggiori scelte del Pd. In continuità con l’amministrazione Manca prosegue infatti la vendita programmata delle case popolari, alla quale si aggiunge la destinazione, passata sotto silenzio, degli alloggi Acer sfitti da anni in via Giovanni X ad una convenzione con il Ministero di Giustizia, invece che destinarli a situazioni di emergenza abitativa molto più urgenti”.