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Modena / Vertenza Alcar Uno e Globalcarni, “indietro non si torna”

Si Cobas: “Aperto un pentolone in ebollizione che era chiuso volontariamente da chi ha interesse a mantenere lo status quo. Avanti per la conquista di diritti, dignità e salario adeguato per tutti i lavoratori”.

29 Agosto 2015 - 08:32

modena si cobasIn questi giorni leggiamo, sui mezzi di comunicazione e carta stampata, al cicaleggio confederale di Cgil e Cisl sulla loro salvifica mediazione-intervento nel cambio appalto avvenuto in questa settimana negli stabilimenti di macellazione, lavorazione carni dell’Alcar Uno S.p.A. di Castelnuovo Rangone e Globalcarni S.p.A. di Spilamberto.  Grazie al loro intervento questi avrebbero tutelato centinaia di posti di lavoro col subentro di tre nuove cooperative in sostituzione della Evolution Soc. Coop uscente. La verità  è che Cgil e Cisl non hanno alcuna rappresentanza all’interno di detti stabilimenti, essendo il Si Cobas il sindacato che organizza la totalità delle centinaia di lavoratori ivi presenti, ed è grazie alla lotta dei lavoratori  che nel maggio 2015 la Evolution Soc. Coop. ha dovuto sottoscrivere un accordo sindacale con il Si Cobas, con la riemersione dei rapporti di lavoro a condizioni di tulela integrale dei lavoratori e rapporti conformi a norme contrattuali e di legge. Applicando, così, dopo anni di totale spregio dei diritti dei lavoratori, un salario adeguato alla qualità e alla quantità del lavoro prestato, livelli di inquadramento, tredicesima, quattordicesima e ferie pagate, integrazione malattia e infortunio al 100% e indennità di mensa.

La committenza Alcar Uno e Globalcarni  e la famiglia Levoni non volevano, però, riconoscere il miglior trattamento economico per questi lavoratori, disconoscendo nei fatti l’accordo sindacale aziendale stipulato precedentemente, costringendo la Evolution Soc. Coop.  a disdettare l’appalto, perché non poteva coprire i costi del lavoro alla luce della piena applicazione del CCNL Trasporto Merci e Logistica applicato. La famiglia Levoni senza rispettare la procedura prevista contrattualmente, non ha dato alcun riscontro ad una nostra richiesta di incontro, per dare soluzione alle preoccupazioni dei lavoratori che nel cambio di appalto non avevano tutelate le condizioni di maggior favore e la piena tutela di tutti i livelli occupazionali nei magazzini. Ciò ha portato il Si Cobas a rappresentare uno sciopero il 20 luglio c.a. con l’adesione totale di tutti i lavoratori e il blocco di tutta la produzione e distribuzione delle merci. La lotta dei lavoratori, la prima conosciuta a memoria nel comparto macellazione (di questa portata dirompente distretto modenese) ha portato ad aprire un tavolo in Prefettura con un percorso di estenuanti trattative tra le rispettive parti datoriali e il Si Cobas. L’entrata in campo dei confederali è avvenuta successivamente perché invitati dalle istituzioni : i loro funzionari sindacali di professione sono venuti per cercare di recuperare qualche iscritto al Si Cobas, nella funzione di dividere così la compattezza dei lavoratori. Aggiungiamo anche il fatto che ancor prima che le nuove cooperative prendessero in carico i due stabilimenti di macellazione, alcuni responsabili delle cooperative, dell’Alcar Uno e Globalcarni, hanno posto in essere pressioni indebite verso i lavoratori (con la promessa di potergli conservare il posto di lavoro se avessero dato disdetta al Si Cobas e avessero  aderito alla Cgil).  Resta assodato che tutta la procedura del cambio d’appalto e gli incontri sono sempre stati formalizzati e messi in atto solo dal Si Cobas, nel mentre i confederali erano al rimorchio grazie al lascia passare istituzionale. Fino ad oggi essi sono  rimasti a chiacchierare sui diritti conquistati come se fossero stati ottenuti grazie a loro, quando per anni hanno fatto la rappresentazione delle tre scimmiette: i circa 180 stabilimenti di macellazione e lavorazione carni del distretto modenese, ancora oggi  versano in condizioni contrattuali fuori legge, con l’impiego massiccio di cooperative spurie e lavoro grigio, il tutto con il beneplacito delle committenti.

Il Si Cobas ha aperto nella provincia un pentolone in ebollizione che era chiuso volontariamente da chi ha interesse a mantenere lo status quo. Ad inizio del prossimo mese il Si Cobas con i propri lavoratori formalizzerà specifici incontri con tutte le cooperative subentranti, per regolarizzare ulteriormente i rapporti di lavoro in questa fase concitata e artatamente confusa del cambio appalto  che e’ stato posto in essere dalla committenza Alcar Uno e Globalcarni e dalle cooperative.  Il fine loro è quello di fare fuori il Si Cobas dai due stabilimenti e ritornare a far piegare la schiena ai lavoratori, che da alcuni mesi si ergono dritti e decisi a farsi rispettare, ma non ci riusciranno perché la volontà di lotta di questi è alta.

Tra l’altro noi rivendicheremo che sia applicato il CCNL Industria Alimentare conforme all’attività realmente svolta dai lavoratori a fronte del CCNL Trasporto merci e Logistica in essere e  il passaggio alle dirette dipendenze delle società committenti con rapporti di lavoro dipendente e subordinato.

INDIETRO NON SI RITORNA. ANDIAMO AVANTI PER LA CONQUISTA DEI DIRITTI, DELLA DIGNITÀ E DI UN SALARIO ADEGUATO PER TUTTI I LAVORATORI.

Si Cobas Modena