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Modena / Sul Cie il Sindaco non chiude, Guernica: “Lo combatteremo”

Nessuna decisione dopo l’incontro tra Muzzarelli e Minniti, ma l’ipotesi resta sul tavolo. Al laboratorio Scossa il 24 gennaio un’assemblea cittadina per organizzare la contestazione.

13 Gennaio 2017 - 14:55

“Nessuna decisione è stata presa”. E’ quanto affermava ieri il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, dopo aver incontrato il titolare degli Interni Marco Minniti, riguardo a dove verrà aperto un Cie in Emilia-Romagna. L’ipotesi che tocchi alla città della Ghirlandina è sul tavolo da giorni, in alternativa a un’area militare dismessa a Bologna. Ma se Merola continua a dirsi contrario a ospitare un centro sul territorio metropolitano, dal primo cittadino modenese non pare arrivare una chiusura: “Minniti – si è limitato a spiegare – ha ribadito quanto detto presentando nelle scorse settimane la sua proposta: il modello sarà diverso rispetto ai vecchi Cie. Il 19 gennaio in sede di Conferenza Stato-Regioni presenterà il nuovo modello alle Regioni proponendo di aprire un nuovo centro per Regione con un massimo di 80-100 stranieri al suo interno, ma soltanto quelli per i quali si renda necessario un controllo supplementare e l’identificazione”.

Anche qui inizia ad organizzarsi il dissenso. Lo spazio Guenica ha chiamato per il 24 gennaio una assemblea cittadina: “L’annuncio del governo di riaprire un Cie per ogni regione rischia di avere conseguenze gravi per la nostra città – si legge su facebook – Modena infatti è una delle principali candidate, in Emilia-Romagna, alla riapertura di questo Lager per migranti. La destra reazionaria non è solo “Terra dei padri“, ma si sotanzia anche con le scelte politiche che rendono i partiti di governo più compatibili con le formazioni che stanno dentro quel tipo di contenitore fascista, mentre li rendono sempre più distanti da quel famoso 99% di persone che formano le classi sociali tagliate fuori da questo tipo di sviluppo”.

Secondo Guernica, i Cie sono “da decenni” funzionali “a frammentare la forza lavoro, avvicinando “la nostra epoca a quella della schiavitù istituzionalizzata. Nati per identificare le persone prive di documenti – prosegue la nota – recludono esseri umani che commettono un semplice illecito amministrativo paragonabile al divieto di sosta. Il Cie di Modena era stato chiuso a seguito di una inchiesta della Guardia di Finanza che aveva scoperto abusi di ogni sorta, compreso l’infliggere la fame, ai danni dei reclusi commessi dall’ente gestore del Cie stesso. Pighi, il sindaco dell’epoca, si dichiarò ‘sorpreso’ di sapere queste cose, nonostante le organizzazioni che contestavano quel luogo avessero denunciato e pagato prezzi repressivi molto salati nel contrastarne tanto il degrado quanto l’esistenza stessa di quel centro di detenzione. Persino Giovanardi, considerando che la Misericordia gestita dal fratello aveva perso l’appalto, era diventato contrario alla presenza del Cie. Ora Minniti li vuole riaprire”. Tale proposta, secondo lo spazio sociale, “è la prova del nuovo vento di collaborazione tra Italia e UE, con il nostro paese che militarizza ulteriormente la frontiera sud dell’Europa in ossequio alle volontà di Bruxelles”.

In conclusione, “il 18 gennaio si deciderà dove verranno riaperti nella nostra regione. Purtroppo Modena è una delle possibili, nonché più probabili candidate. Quindi può essere che sul movimento cittadino ricada una responsabilità diretta di gestione di una contestazione che avrà comunque una rilevanza di carattere regionale. In ogni caso, qualsiasi sia la scelta del governo è opportuno che i diversi collettivi sappiano attivarsi regione per regione rispetto ad una scelta reazionaria che ancora una volta cerca di frammentare il fronte di coloro che avrebbero interesse a cambiare le cose. Per questo intendiamo convocare un’assemblea cittadina sul tema dei Cie martedi 24 gennaio alle ore 20,00 presso il laboratorio Scossa, rivolta a tutte e tutti, siano essi singoli o collettivi, interessati a discutere di come combattere l’ennesimo crimine governativo, come sempre con grande sperpero di risorse pubbliche”.