Acabnews Bologna

Migranti in piazza: ”Abbiamo il diritto
di vivere qui, se ne vada Salvini!” [audio+video]

Presidio e corteo ieri fra piazza Maggiore, Prefettura e via Indipendenza, organizzato dal Coordinamento migranti per dire No “al ricatto del permesso di soggiorno e all’arbitrio delle commissioni territoriali”. Grande partecipazione di cittadini stranieri e di antirazzisti.

07 Aprile 2019 - 11:07

Un presidio e un corteo di tante e tanti migranti e altrettanti solidali, determinati e intenzionati a dare battaglia contro i dinieghi dei permessi di soggiorno e per la possibilità dei migranti di iscriversi all’anagrafe, ha sfilato ieri per le strade del centro “per dire no al razzismo di Salvini e Borgonzoni, per dire che Bologna è una città accogliente”, ma anche “per ricordare al sindaco che è necessario dare ai migranti la possibilità di iscriversi all’anagrafe, affinché possiamo per esempio accedere alle cure mediche”. Numerosi e appassionati gli interventi al microfono della manifestazione, convocata nelle scorse settimane dal Coordinamento migranti per dire “basta col ricatto del permesso di soggiorno e basta all’arbitrio delle commissioni territoriali.” Dopo un lungo presidio, che ha visto numerosi interventi, la manifestazione si è spostata davanti alla Prefettura, per poi attraversare via Ugo Bassi e percorrere tutta via Indipendenza, fino a concludersi in piazza XX Settembre. Così dal furgone uno degli attivisti del Coordinamento, fra i primi a prendere parola: “Vogliamo una Bologna dove i cittadini, il Comune, le istituzioni si mettano insieme ai migranti, per fare una battaglia di civiltà e di dignità. Noi diciamo basta, siamo venuti qui per lavorare, non per delinquere. Chiudere i porti non ha senso, perchè la migrazione è un fenomeno globale, non c’è Salvini o Di Maio che la possano fermare. La pacchia per noi non c’è mai stata: abbiamo vissuto per anni gli effetti terribili della legge Bossi-Fini. E mentre Salvini si illude di poter rimpatriare seicentomila persone, in realtà non sta facendo accordi con nessun paese per i rimpatri. Nonostante questo, le commissioni territoriali tengono le persone in sospeso per tre anni. Noi non vogliamo più morire. Oggi i migranti hanno solo la possibilità di accedere a un mondo del lavoro dove vengono sfruttati. Invece siamo qui per affermare che essi hanno diritto a rimanere in questo paese, perchè qui lavorano, qui pagano i contributi. Piuttosto, se ne vada Salvini. Ci vuole il coraggio di dire no al fascismo, di dire no al razzismo. Quello che è successo a Torre Maura a Roma (con la contestazione di gruppi neofascisti nei confronti di settanta persone rom collocate in un campo nei pressi del quartiere, ndr) è inaccettabile: se fossero stati i migranti a mettersi per strada con le armi bianche sarebbero stati massacrati di botte, invece i razzisti e fascisti posso permettersi di fare quello che vogliono. Questa non è giustizia. Migranti, richiedenti asilo, italiani: per noi nessuno deve rimanere indietro”.

> Un intervento all’inizio della manifestazione:

 

Queste invece le parole di un giovane proveniente dall’Eritrea: “Ogni giorno i migranti africani perdono la vita in Libia, perché non hanno la libertà di movimento come gli altri, perché vivono ancora una condizione di schiavitù. Noi vogliamo alzare la testa, vogliamo uguaglianza. Stanno morendo molte persone innocenti in Libia. È l’Europa che sta creando un genocidio. Insieme a tutti i cittadini del mondo, vogliamo dire basta al razzismo”. E ancora, dalla voce di un altro migrante e attivista: “Dobbiamo dire che se le persone possono andare a lavorare nelle fabbriche in Italia lo possono fare perché le materie prime vengono dall’Africa, ancora depredata dal nord del mondo, con l’imposizione di monete imposte dall’Europa. I migranti qui in Italia, anche se i politici fanno finta di non vederli, lavorano durissimo nei posti di lavoro, le donne spesso lavorano nelle case per badare agli anziani, altri invece sono costretti a fare l’elemosina davanti ai supermercati, o dormono sotto i portici della città. Noi non vogliamo essere invisibili. Vogliamo rivendicare a gran voce: dignità!”. Fra le voci della piazza, si registra inoltre l’intervento delle Famiglie accoglienti di Bologna, che accolgono nelle proprie case i richiedenti asilo, e che al microfono hanno detto: “Se espellete i nostri ragazzi, dovrete espellere anche noi!”.

Alla manifestazione ha aderito anche Non Una Di Meno Bologna, che con un significativo intervento nel corso del corteo ha messo al centro il legame fra femminismo e antirazzismo: “Abbiamo deciso da che parte schierarci, perchè le condizioni di sfruttamento che hanno voluto imporre alle e ai migranti con la legge Bossi-Fini prima, e col decreto Salvini oggi, sono l’altra faccia di quella violenza strutturale contro cui lottiamo come movimento femminista. Il permesso di soggiorno è diventato una concessione emergenziale e un premio da conquistare, gli stupri e le torture subite nei paesi di provenienza non sono più una ragione sufficiente per ottenere un permesso. Noi invece rivendichiamo un permesso di soggiorno senza vincoli familiari e di lavoro, libertà di movimento per tutte le e i migranti. Siamo qui contro il legame tra patriarcato contro sfruttamento violenza e razzismo, siamo qui perchè il femminismo è e deve essere antirazzismo!”.

> L’intervento di Non Una Di Meno:

 

> Il video del passaggio del corteo davanti alla Prefettura: