Acabnews Bologna

Migranti accampati al Baraccano,
Làbas: ”Accade quando l’accoglienza è business”

Làbas replica alle bordate di Forza Italia. Il Coordinamento migranti sul permesso di soggiorno ai richidenti asilo: la Questura “predica integrazione ma pratica clandestinità”.

17 Novembre 2016 - 09:56

Arco del Baraccano“Ci voleva questa stupida polemica, provocata da un fascista, per ricordarci che a Bologna il problema abitativo non si risolve a colpi di sgomberi?”. La domanda la pone Làbas, commentando la questione sollevata su Facebook da Fi, che mercoledì ha accusato il quartiere Santo Stefano di consentire ad alcuni senza dimora di dormire in tenda sotto la chiesa del Baraccano, con tanto di foto postate sul social network.

Prosegue la nota dello spazio sociale di via Orfeo: “Purtroppo il nostro progetto Accoglienza Degna al momento è al completo, come lo sono i dormitori ‘ufficiali’ in città ma di cui non si parla mai. Il rischio sgombero che incombe su Làbas non consente di dare garanzie alle persone che ci chiedono di essere ospitate”.

Làbas spiega che ad accamparsi non sono tanto gli homeless abituali, quanto piuttosto “persone costrette a stare in strada nonostante la giovane età” quando si esaurisce la protezione di “percorsi di accoglienza per i quali vengono investiti fondi pubblici”: ciò accade “quando il sistema di accoglienza è fonte di business e non è pensato per produrre inclusione sociale, emancipazione e una società del futuro”.

“Accoglienza Degna – si legge poi – sta diventando sempre più un punto di riferimento in città: le persone vengono a chiederci ospitalità venendo a conoscenza del progetto tramite semplici cittadini che li hanno incontrati nei pressi della Stazione Centrale, ad esempio. Ogni volta che si sgomberano le occupazioni abitative e non si offrono alternative, ed ogni volta che viene sprecato danaro pubblico per percorsi senza sbocchi futuri si fa un favore ai vari Salvini, Trump, Le Pen, Orban o i loro simili. Le derive nazionaliste e xenofobe si contrastano costruendo risposte reali a problemi reali, dal basso, senza mai banalizzare il razzismo che emerge nella società e dalle istituzioni. Perchè le guerre tra poveri fanno comodo al potere che vuole mantenersi tale”.

E a proposito di accoglienza, il Coordinamento Migranti prosegue la campagna di denuncia delle malepratiche di Questura e Prefettura contro i richiedenti asilo, che hanno diritto a uno specifico permesso di soggiorno in attesa della risposta dello Stato.

“Peccato – scrive il Coordinamento – che ottenerlo non sia così facile se l’ufficio che deve rilasciarlo è alla Questura di Bologna. Infatti, quando, dopo mesi di attesa, il richiedente asilo viene finalmente ricevuto in Questura per presentare domanda di protezione, il suo nome viene semplicemente trascritto su un’agenda. Al migrante non viene rilasciata neanche una ricevuta. Figuriamoci il permesso, che tra l’altro non deve arrivare da Roma ma può essere stampato dalla Questura stessa. Solo dopo essere stato convocato in Questura per una seconda volta e aver compilato il modulo C3, ecco che allora la Questura si degna di rilasciare un permesso di soggiorno provvisorio. Per mesi il richiedente asilo è così potenzialmente a rischio di espulsione, né può lavorare. Predicano l’integrazione, ma praticano la clandestinità.