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Mensa, flash mob e blitz degli studenti a Palazzo Paleotti

Occupato in mattinata l’ufficio del prorettore, che ha promesso una risposta “in tempi brevi”. Ieri serrata dell’aula autogestita al ’38’, Cua: Ateneo “boicotta chi leva la voce contro il monologo renziano sul si al referendum”.

17 Novembre 2016 - 21:04

foto fb CuaQuesta mattina nuova manifestazione degli studenti del Cua contro il caro-mensa. Dopo aver dato appuntamento in via Zamboni per un nuovo pranzo sociale e un flash mob contro la mensa più cara d’Italia, gli studenti si sono mossi – volantini e megafono alla mano – davanti all’ingresso di Palazzo Paleotti, dove entrando hanno poi occupato simbolicamente l’ufficio del prorettore agli studenti dell’Università Elena Trombini, chiedendo nuovamente l’apertura di un tavolo di trattative per l’abbassamento dei prezzi della mensa. Nei locali dell’Università si è quindi svolto un incontro fra il collettivo e la prorettrice, che si è resa disponibile ad accogliere e riportare le richieste nelle sedi competenti, sebbene attraverso un non proprio entusiasmante invito ad “inviarle una e-mail”, e garantendo una risposta “in tempi brevi”. Per parte loro gli studenti, in un comunicato diffuso nel pomeriggio, sottolineano come la lotta di queste settimane abbia cominciato a produrre una prima risposta da parte dell’Università: “Dopo settimane di lotta abbiamo conquistato la possibilità di aprire una contrattazione sociale rivolta agli studenti che hanno partecipato alla mobilitazione. La prorettrice ha dichiarato di rendere pubblici luogo e data del tavolo di contrattazione sociale nei prossimi giorni. Vogliamo avere certezze e mantenere alta l’attenzione sul tema, per cui rilanciamo un nuovo pranzo sociale in via Zamboni questo martedì, per vigilare sull’operato dell’università e dimostrare che non siamo disposti a fermarci finché non avremo risposte reali.”

> Ascolta l’audio della conferenza stampa dopo l’occupazione dell’ufficio del prorettore:

 

Dopo l’incontro, gli studenti hanno quindi inviato una comunicazione formale agli uffici dell’Università, pubblicandola anche sulla loro pagina facebook: “Siamo gli studenti che da settimane si mobilitano per l’accessibilità ad un servizio fondamentale, quale la mensa universitaria. In queste settimane, a fronte delle nostre legittime richieste, abbiamo visto solo la chiusura degli spazi di dialogo, la violenza della polizia nel totale silenzio delle istituzioni universitarie. La mensa di piazza puntoni dev’essere un luogo accessibile a tutti gli studenti e le studentesse, anche i meno abbienti. E’ evidente a tutti che non può continuare la perenne militarizzazione. Vogliamo l’apertura di un tavolo che accolga le nostre richieste. Affinché ci sia una sensibile riduzione dei prezzi della mensa suddivisi in fasce di reddito come in diverse università italiane. Oggi la prorettrice Elena Trombini si è presa l’impegno di comunicare agli studenti in mobilitazione la data di un tavolo di contrattazione sociale aperto alle istanze di tutti coloro che hanno dato vita a queste giornate di lotta. Chiediamo dunque che venga comunicato un luogo e un ora in cui gli studenti e le studentesse possano avere un’interlocuzione con gli organi competenti per discutere nel merito della situazione in mensa.”foto fb Cua

E’ di ieri sera inoltre la notizia che agli stessi studenti del Cua, in mobilitazione anch’essi come molti altri in varie città d’Italia per promuovere le ragioni del No al referendum costituzionale del 4 dicembre, sia stato negato l’accesso all’aula che ospita i vari d’iniziativa politica che operano in via Zamboni 38, presso la Facoltà di Lettere. In un comunicato diffuso oggi gli attivisti dicono: “Ieri sera al 38 di Via Zamboni si è tenuta una serata di autogestione e discussione sociale come da anni ormai siamo abituati ad organizzare. Lo scopo era quello di trovarci assieme per condividere le ragioni del No al prossimo referednum costituzionale, una No Renzi night appunto, dove convivessero sia il bisogno di stare assieme che quello, inalienabile, di discutere liberamente del perché “No” a questo referendum. E’ stata inoltre l’occasione per diffondere e autofinanziare i pullman con cui tanti e tante di noi scenderanno a Roma il prossimo 27 novembre, per la manifestazione nazionale ‘C’è chi dice no’. Sin da subito l’aria che tirava non era buona. L’autorizzazione per l’iniziativa ci è stata negata dalla facoltà. Ovviamente la serata si è svolta lo stesso ma al nostro arrivo questa mattina in università abbiamo trovato l’auletta che ospita i percorsi di autogestione chiusa. Aula assegnata al progetto ZeroPuntoZero nato da tutti gli studenti che portano avanti percorsi culturali e politici in università… tra cui alcuni attivisti del collettivo universitario autonomo. Una censura, un boicottaggio vero e proprio perpetrato dall’Università contro chi ha osato levare la voce contro il monologo renziano sul si al referendum, un nuovo attacco alla libertà di espressione di chi dissente dal mantra governativo e crede che sia legittimo dire ‘No’ a Renzi e a questo referendum. Di certo da parte nostra non è assolutamente tollerabile. Perciò abbiamo immediatamente ri-occupato la nostra auletta, uno spazio vitale non soltanto in facoltà ma in generale per quanti e quante, artisit, scrittori, poeti, musicisti e attori, in questi ultimi 3 anni hanno vissuto e attraversato le innumerevoli serate di autogestione. Denunciamo perciò la gravità di quanto accaduto, e invitiamo tutti i professori, gli studenti e chiunque viva gli spazi accademici, ad unirsi alla nostra voce: non è in alcun modo accettabile che si chiudano, si vietino e si censurino spazi di discussione e aggregazione dove maturano istanze sociali e politiche diverse dalle volontà renziane. Non siamo disposti a subire questo ennesimo attacco alla libertà d’espressione. La presidenza della Facoltà di Lettere e l’Università sono responsabili di questo nuovo atto intimidatorio nei confronti di chi dissente. Sarà che il partito Democratico bolognese da indicazioni precise ad ogni istituzione cittadina purchè silenzi ed eviti ogni voce contraria per il no al referendum?”

Concludono quindi invitando a vigilare sugli spazi di autogestione e invitando tutti a far sentire la propria voce sulle ragioni del No al referendum: “La città di Bologna, come altre recentemente, non lasceranno passare questi soprusi, siamo e saremo sempre pronti a difendere i giusti e legittimi spazi di libertà e discussione per quanti dissentono e non condividono le politiche renziane. Cos’è? Paura di perdere? La manifestazione del 27 novembre per le strade di Roma griderà un forte No, sociale e collettivo, alle politiche di impoverimento perpetrate dal governo Renzi, No che nei prossimi giorni continuerà a vivere anche qui a Bologna e soprattutto in Università! Cacciamo Renzi!”