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Mensa, Cua rilancia: “Un’autoriduzione al giorno”

Oltre a contestare i prezzi, gli studenti fanno propria la lotta delle lavoratrici e lavoratori di piazza Puntoni contro le “inaccettabili condizioni che la multinazionale Elior vorrebbe imporre”.

18 Maggio 2016 - 18:45

Nessuna risposta da parte dell’università? Un’autoriduzione al giorno la nostra soluzione!

Autoriduzione in mensa (foto fb Cua)Oggi abbiamo messo in campo una nuova autoriduzione nella mensa più cara d’italia, la quinta in poco più di un mese, anche questa volta, mentre l’università fa orecchie da mercante, gli studenti si organizzano e danno risposte reali e immediate ai loro bisogni.

Questa settimana anche le lavoratrici hanno incrociato le braccia opponendosi alle indegne condizioni lavorative a cui la multinazionale elior le sta sottoponendo, una giornata di sciopero duro che è riuscito a bloccare completamente la mensa per un intero giorno.

Nelle scorse autoriduzioni, dopo aver ribadito l’urgenza di adeguare il servizio mensa alle necessità degli studenti, avevamo promesso che senza risposte reali avremmo intensificato la mobilitazione per aumentare la pressione su er.go e università. Se le risposte si fanno attendere l’unica sollecitazione che possiamo dare sarà quella di intensificare la mobilitazione, iniziando da settimana prossima con un autoriduzione al giorno!

Trovandoci come sempre alle 12 in via zamboni 36 per autoridurre il pasto non ci fermeremo finchè ergo ed unibo non ci convocheranno ad un tavolo di trattativa per rispondere realmente ai problemi sollevati in queste settimane.

Collettivo Universitario Autonomo

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Oggi non si mangià!
Sciopero delle lavoratrici e lavoratori della Mensa universitaria di piazza Puntoni

Da questa mattina  (lunedì mattina, ndr), decine di lavoratrici e lavoratori che da anni sono dipendenti della mensa universitaria di Piazza Puntoni stanno scioperando per le assurde quanto inaccettabili condizioni lavorative che la multinazionale Elior vorrebbe imporvi.

L’elenco delle vessazioni è davvero corposo, a partire da licenziamenti ingiustificati o trasferimenti obbligati in sedi disagiate, continuando con l’eliminazione del marcatempo che comporta errori e mancanze in busta paga, dove straordinari e malattie non vengono retribuiti ma sostituiti con giorni di “ferie” forzate, per finire con maltrattamenti da parte di dirigenti e responsabili nei confronti di lavoratori invalidi, a cui è stato ingiustificatamente ridotto lo stipendio, approfittandosi della loro condizione.

Fin dalla prima mattinata Elior ha tentato in ogni modo di sopperire ai danni economici che lo sciopero di oggi gli avrebbe causato: nel caso in cui la mensa non fosse stata aperta e non avesse svolto la sua normale funzione, la multinazionale si sarebbe trovata a pagare un’ingente penale ad Er.Go.

Proprio per evitare questo, l’azienda si è adoperata per far arrivare dei pasti precotti dalla sede di Zola Predosa, pasti che avrebbero poi servito dei lavoratori interinali, chiamati solamente per l’occasione. Nonostante questi maldestri tentativi di minimizzare lo sciopero, il personale della mensa non si è lasciato intimidire, continuando con grande impegno a mantenere il picchetto, bloccando i clienti all’ingresso, comunicando e informando tutta la zona universitaria di quanto stava accadendo.

La privatizzazione della mensa e l’esternalizzazione del servizio ad una S.p.A. ha portato ad un ovvia conseguenza: nascondendosi di fatto dietro un fasullo miglioramento del servizio (smentito dai lavoratori stessi, che lamentano mancanza di materiale lavorativo come di condizioni igieniche), i prezzi dei pasti sono stati aumentati e, d’altra parte, gli stipendi sono stati ridotti.

In questo scenario possiamo concludere che a rimetterci sono come al solito i lavoratori e gli studenti, che, con enormi difficoltà, provano a fronteggiare un caro-vita sempre più stringente, alleviato da lotte e scioperi come da autoriduzioni durante i pranzi in mensa.

Studenti e studentesse da anni denunciano una situazione non più sostenibile per quanto riguarda i costi esagerati e la qualità del cibo, per un servizio che, evidentemente, non funziona per nessuno e che serve solamente ad arricchire le tasche di chi vuol far profitto sulla pelle di lavoratori sfruttati e di studenti impoveriti; infatti, come ben sappiamo, all’inizio dell’Anno Accademico, causa nuovo calcolo ISEE, centinaia e centinaia di studenti si sono visti ridurre, se non addirittura sottrarre, le borse di studio. Studenti che quindi prima potevano usufruire di agevolazioni, sono ora costretti a sborsare dai 6 agli 8 euro per un pasto completo, soldi che finiscono direttamente in tasca ad Elior!

Anche l’università ha responsabilità politiche per quanto sta accadendo in Piazza Puntoni; la situazione non è più tollerabile e chiediamo, ancora una volta, che il Rettore scenda dalla sua poltrona per prendersi carico dei bisogni e delle necessità che i suoi studenti stanno vivendo e che sempre più spesso sta ignorando mentre finisce per immischiarsi in dinamiche da campagna elettorale. Comportamento che non dovrebbe far parte del suo ruolo di rettore dell’università.

Nel frattempo, anche alla luce dello sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici Elior, richiediamo l’apertura di un tavolo,ormai non più rimandabile, per affrontare il tema del caro-mensa e rilanciamo i prossimi appuntamenti che vedranno studenti e studentesse riunirsi in assemblea alle 12 in piazza Puntoni per discutere su come continuare il percorso delle autoriduzioni in mensa, per poi andare insieme a riprendersi un pasto completo a 3 euro!

Esprimiamo ovviamente tutta la nostra solidarietà e la nostra partecipazione allo sciopero del personale della mensa di Piazza Puntoni, sapendo anche che, insieme agli studenti, questa lotta potrà portare risultati positivi per tutti.

Collettivo Universitario Autonomo
Sportello per il diritto allo studio Mo’ Basta!