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Matteo fuori dalla Dozza: ora è ai domiciliari

Scarcerato lo studente arrestato per la manifestazione antifascista di Cremona: “Non ci basta, Matteo libero!”. Fissata per il 26 settembre la manifestazione “Bologna della libertà vs Bologna della paura”. E Bifo continua il pressing sul rettore.

22 Giugno 2015 - 18:11

_DSC0635 copiaOggi “Matteo, compagno leccese e studente a Bologna, arrestato l’11 giugno con l’accusa di devastazione e saccheggio per il corteo nazionale antifascista di Cremona, è stato trasferito dal carcere Dozza di Bologna agli arresti domiciliari a Lecce. L’attenuazione della misura cautelare ci rende felici, ma non ci basta: vogliamo Matteo libero! L’antifascismo non si arresta! Matteo e Mauro liberi! Liberi subito!”. Lo scrive il centro sociale Dordoni di Cremona su Facebook. Sulla notizia intervengono anche diverse realtà bolognesi. “Quello di questa mattina è un primo risultato ottenuto dalla mobilitazione che si è da subito costruita, ma certo non sufficiente: vogliamo Matteo libero, vogliamo libere e liberi le compagne e i compagni sottoposti a misure cautelari”, scrive Hobo. E Crash: “Abbiamo ricevuto la notizia per cui Matteo va agli arresti domiciliari e in questi minuti sta per lasciare il carcere di Bologna. Nel gioire per questo piccolo passo avanti verso una vera liberazione dalla tenaglia repressiva, che non ha esitato ad usare la legge fascista del reato di devastazione e saccheggio, abbracciamo Matteo, i suoi compagni e le sue compagne. Rilanciamo collettivamente la pratica dell’antifascismo militante, sincero, e genuino che caratterizzò la giornata di lotta a Cremona, come mezzo concreto per affermare le ragioni delle nostre lotte e della liberazione da tribunali, celle e manette per tutti e tutte gli/le antifascist*!”. Il Cua: “Ora vogliamo lui e tutti gli/le altri/e compagni/e liberi e libere da ogni misura cautelare e forma repressiva!”.

C’è anche un commento da parte della campagna #LibertàDiDimora: “Avanti, per la libertà di Matteo e di tutt@ coloro che sono sottopost@ a misure cautelari. Antifascismo e dissenso non si arrestano, è quello che ancora una volta affermeremo il 26 settembre nella costruzione di una Bologna della libertà!”. E’ per quella data, infatti, che è stata fissata la manifestazione annunciata qualche settimana fa. Recita l’appello diffuso in questi giorni: “Nell’assemblea cittadina del 10 giugno tenutasi in Salaborsa, a cui sono intervenute varie realtà di movimento bolognesi, singoli partecipanti e ‘cattivi maestri’, è emersa la volontà comune di costruire una grande manifestazione cittadina sabato 26 settembre. Negli ultimi tempi a Bologna sono cresciuti gli scellerati attacchi della governance cittadina contro qualsiasi pratica di libertà e di dissenso, con le misure cautelari (divieti di dimora, arresti domiciliari e carcere), con gli sgomberi di spazi sociali e abitativi, con il tentativo di negare agibilità politica e sociale agli spazi del pensiero critico. Di fronte a questa situazione non dobbiamo farci trarre in inganno: questi attacchi non indicano una posizione di forza ma di debolezza del sistema di potere che controlla questa città, ovvero il sistema del Partito Democratico, sempre più alle prese con un’irreversibile crisi di legittimità e di ingovernabilità sociale. Sono dunque loro e non noi ad avere paura. Per questo motivo il 26 settembre non vogliamo fare una semplice iniziativa contro la repressione, assumendo una posizione difensiva e puramente reattiva, perché sappiamo che questi miseri tentativi di chiudere gli spazi del dissenso sono il frutto di quel sistema di potere in crisi. Il 26 settembre vogliamo invece fare una grande manifestazione affermativa della libertà, di una composizione ampia e plurale che la libertà quotidianamente la pratica e la rivendica, in modi molteplici e incompatibili a quel sistema di potere. Per costruire l’iniziativa in modo collettivo, aperto e condiviso, l’assemblea ha deciso di costituire un laboratorio permanente verso la giornata del 26 settembre, intesa come tappa di un processo cittadino allargato ed espansivo. A partire da questo laboratorio, verso e oltre il 26 settembre, ogni realtà e singol@ costruirà iniziative sulla libertà, da declinare secondo le molte pratiche e linguaggi del dissenso e della trasformazione”.

Per finire, un aggiornamento sulla lettera indirizzata da Bifo al rettore Ivano Dionigi sulle misure cautelari prese nei confronti di diversi studenti dell’Alma Mater. Scrive Bifo: “Il rettore ha ricevuto la mia missiva e ha telefonato a un comune amico per dire che è una lettera molto garbata e che lui lo sa che Bifo è una persona per bene, eccetera eccetera. Però io vorrei che il rettore lasciasse perdere un po’ i convenevoli, e telefonasse in Questura per dire che la persecuzione dei ragazzi di Hobo è un’azione illegittima, e che lui se ne dissocia e che chiede che questa persecuzione finisca”.