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Magneti Marelli diventa giapponese: “Così Fca vende i pezzi migliori”

L’Usb sulla cessione Calsonic Kansei dell’azienda che è presente anche a Bologna con due stabilimenti: “Un pessimo segnale, bisogna fermare l’impoverimento del tessuto produttivo per difendere salario e occupazione”.

24 Ottobre 2018 - 18:13

“Fca vende i pezzi migliori: oggi Magneti Marelli, domani? Fermare l’impoverimento del tessuto produttivo per difendere  salario e occupazione”. L’Usb Lavoro Privato accoglie con queste parole la notizia della cessione ad un gruppo giapponese della Magneti Marelli, presente anche a Bologna con due stabilimenti: uno in via Timavo, impiegato nella ricerca e sviluppo e produzione prototipi (900 lavoratori); un altro produttivo a Crevalcore (374 dipendenti). “La vendita della Magneti Marelli alla Calsonic Kansei per 6,2 miliardi- sostiene Usb- segna una nuova perdita per il patrimonio industriale italiano e si configura come una cessione che serve a Fca per  fare cassa per ripianare il  debito e dare dividendi agli azionisti piuttosto che avere una ratio industriale. La  Magneti Marelli, con i suoi 40.000 lavoratori divisi in 85 stabilimenti sparsi nel mondo, di cui circa 10.000 nei 33 stabilimenti italiani, sviluppa e produce parti e componenti fortemente innovativi, non solo per Fca ma  per l’intero settore automobilistico mondiale. La sua vendita da parte di Fiat Chrysler  è un pessimo segnale che non può e non deve passare inosservato”.

Il progetto Fabbrica Italia, “lanciato da Fca  con i 30 miliardi d’investimenti previsti- continua il sindacato- è rimasto lettera morta, stessa fine sembra essere riservata al piano industriale 2018-2022 con  45 miliardi d’investimenti e l’avvio di nuovi prodotti tra cui le auto elettriche. In questo quadro la vendita di un pezzo determinante come Magneti Marelli, anche per il segmento elettrico,  segna un ulteriore elemento d’incertezza per tutta Fca. Si conferma la politica spregiudicata di Fca,  tesa a fare cassa attraverso  la capitalizzazione delle sue vendite, lo spostamento della sua sede fiscale all’estero,  la delocalizzazione delle produzioni e il ricorso contemporaneo alla Cassa integrazione Guadagni  e ai Contratti di Solidarietà. Infatti nonostante il ricorso alla cassa degli ammortizzatori sociali, la direttiva aziendale sulle linee di produzione si traduce in tagli delle pause e ritmi di lavoro logoranti, con un’impennata dei lavoratori oggi classificati Rcl (ridotte capacità lavorative), insomma spremuti come limoni. Una situazione quella degli stabilimenti Fca che riporta l’attualità della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e il ripristino delle pause tagliate dal Ccsl. L’acquisizione da parte della Calsonic Kansei anche a fronte di un accordo industriale pluriennale con Fca, mette la Magneti Marelli e i suoi dipendenti fuori da Fca e dentro un nuovo ambito di competizione, con tutto quello che questo può significare.  Sarà con la nuova multinazionale Calsonic Kansei che dovremmo fare i conti, per difendere l’occupazione, le competenze e fare valere gli interessi dei lavoratori a partire dalla necessità di uscire dal Ccsl e di riaprire la contrattazione sui livelli nazionale e aziendale. Dopo la riuscita manifestazione del 20 ottobre scorso, che tra i temi poneva anche la deindustrializzazione del paese, l’Usb torna chiedere al Governo un intervento a tutela del tessuto industriale, dell’occupazione  e l’avvio di
un tavolo di confronto su Fca”.