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L’Università si blinda e premia l’austerity

Mezzi blindati e cordoni di poliziotti in tenuta antisommossa, ieri, per proteggere il conferimento della laurea ad honorem al presidente della Bce, Mario Draghi. Studenti in corteo da piazza Verdi, poi maxi-diploma “in tagli e austerità” all’ingresso del rettorato.

23 Febbraio 2019 - 12:06

“Modello Unibo. Numero chiuso agli studenti e laurea ad honorem all’austerita'” e “Tagli e austerity: ma quale onore? Contestiamo Draghi l’affamatore”. Sono gli striscioni che ieri pomeriggio hanno accompagnato il corteo studentesco partito da piazza Verdi per contestare il conferimento della laurea ad honorem in Giurisprudenza a Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, che si è svolto nell’aula magna di Santa Lucia. Gli studenti hanno percorso via Petroni, piazza Aldrovandi e via Guerrazzi. Lungo via Santo Stefano, mezzi blindati e cordoni di poliziotti in assetto antisommossa hanno bloccato l’accesso a via Cartolerie e poi a via Castiglione. Qui i manifestanti hanno messo in atto un blocco del traffico, prima di riprendere il cammino e raggiungere piazza Cavour dove si trova la sede della Banca d’Italia: anche qui cordoni di agenti e blindati. Dopo aver attraversato piazza Galvani, il corteo ha svoltato in via Rizzoli per tornare in zona universitaria. All’ingresso del rettorato, in via Zamboni, gli studenti hanno concluso la protesta attachinando una laurea magistrale in formato gigante, assegnata a Draghi, “in tagli e austerità”.

“Dalla zona universitaria facciamo gli onori di casa all’affamatore di popoli Mario Draghi, principale promotore di politiche che creano sempre più disparità all’interno della Fortezza Europa”, ha scritto il Cua durante la manifestazione, criticando un’amministrazione universitaria “che pensa soltanto alla costruzione di una facciata luccicante, in corsa nella competizione tra atenei a livello internazionale ma che ignora totalmente i bisogni degli studenti”. Ha rimarcato Noi Restiamo: “Siamo scesi in piazza perché siamo noi, giovani a sud della crisi, noi, giovani mediterranei che più di tutti abbiamo pagato le scelte scellerate di Draghi e dell’Unione Europea. Noi che siamo stati costretti a lasciare i nostri paesi nel continuo furto di cervelli, noi che se vogliamo restare siamo costretti a lavorare in un terziario povero, noi che non abbiamo accesso a una formazione superiore di qualità dove viviamo perché le università vengono divise in poli di serie A e poli di serie B”.

Draghi è “colui che non ha indietreggiato nei momenti difficili, colui che ha saputo dire anche le parole non gradite nel momento in cui era necessario”, sono invece le parole con cui il rettore Francesco Ubertini ha accolto il presidente della Bce in aula magna. E lui, Draghi? Altro che austerity e povertà in aumento: l’Unione europea è stata “un successo politico” e “un successo economico- ha detto in aula magna- perchè ha offerto l’ambiente in cui le energie dei suoi cittadini hanno prodotto una prosperità diffusa e durevole”. Al limite, “bisogna rispondere- ha aggiunto- alla percezione che questa manchi di equità: tra paesi e classi sociali”. A leggere certe dichiarazioni, invece, il pensare che i conferimenti di certe lauree posticce da parte dell’Alma Mater siano inutili sceneggiate è decisamente qualcosa in più di una “percezione”.