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“L’unica cosa giusta da fare: il ritiro immediato delle truppe dall’Afghanistan”

Intervento della Rete Nazionala Disarmiamoli dopo la morte di altri due soldati italiani in Afganistan. Critica anche per i partiti del centrosinistra e per la Tavola per la Pace. Manifestazione il 2 giugno a Roma.

18 Maggio 2010 - 20:22

Altri due soldati italiani morti in Afghanistan. Berlusconi, Frattini e Larussa continuano adire che la missione militare è fondamentale, ma il 90% degli italiani non ci crede.

Bossi si è allineato alla Nato, mentre Pd e Idv chiedono solo una “riflessione sulle finalità della missione bellica”. Il movimento no war lotta invece da tempo per l’unica cosa giusta da fare: il ritiro immediato delle truppe dall’Afghanistan.

L’escalation dell’impegno militare della Nato in Afghanistan, iniziata con l’offensiva di Marjah lo scorso febbraio, si è rivelato un fallimento totale.
I distretti che dovevano essere liberati dai talebani ritornano sotto il loro controllo subito dopo ogni attacco militare e tra gli afghani cresce l’opposizione all’occupazione militare. L’pposizione alla guerra continua a crescere negli Stati Uniti ed anche nel nostro paese. E’ ormai netta l’impressione che l’enfasi alimentata intorno agli “eroi caduti per Kabul” non abbia più ascolto nell’opinione pubblica italiana. E’ necessario continuare la mobilitazione contro la militarizzazione del paese e per il ritiro delle truppe
dall’Afghanistan.

Il 2 giugno a Roma a ponte Sant’Angelo manifestazione contro la parata militare, per il ritiro dei soldati italiani dall’Afghanistan, contro la menzogna delle “missioni di pace”, il continuo aumento delle spese belliche.

Coincidenza ha voluto che questo nuovo episodio di guerra che ha coinvolto i soldati italiani sia accaduto il giorno dopo il rito annuale della marcia Perugia-Assisi. I “camminatori per la pace” hanno trovato il modo di non pronunciare la parola “guerra” per coprire così le responsabilità del Pd e del centrosinistra che votano sistematicamente con la maggioranza di governo il finanziamento delle missioni militari, così come ha fatto a suo tempo il governo Prodi e i partiti che lo hanno sostenuto. La Tavola per la Pace e il suo coordinatore Flavio Lotti non possono essere presi sul serio perché occultano e non rappresentano, nella sua dimensione reale, i movimenti per la pace e il mondo in cui viviamo.

La Rete Nazionala Disarmiamoli