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Lunga giornata ”No war” a Scienze politiche [foto+audio]

Un’aula studio per Giulio Regeni, occupazione della vicepresidenza, blocchi del traffico e cortei comunicativi. Libertà di dimora, Ross@ e Staffetta solidali con contestatori Panebianco.

25 Febbraio 2016 - 19:51

Presidio Assemblea Scienze Politiche - Foto ZicUna nuova giornata movimentata per la Scuola di Scienze Politiche, dopo le interruzioni delle lezioni di Panebianco negli scorsi giorni e l’annuncio dell’ateneo che non avrebbe autorizzato le due iniziative dei collettivi in programma per oggi.

La prima mossa, in mattinata, è stata quella dell’Assemblea di Scienze Politiche che ha dichiarato autogestita una delle aule studio, intitolandola a Giulio Regeni: “Sappiamo benissimo – si legge in una nota diffusa dagli studenti – e in ogni occasione l’abbiamo ribadito, che le guerre sono sempre loro a crearle, mentre i morti sono sempre i nostri. E infatti così è stato anche per Giulio Regeni, torturato e ucciso dal regime egiziano, in rapporti commerciali col governo italiano così stretti, da essere sicuramente più importanti della vita di un giovane ricercatore”. Dunque, “alla vigilia (?) dell’entrata in guerra contro la Libia dell’Italia (leggi: mire coloniali mai sopite), pensiamo sia necessario far sentire la nostra voce e la nostra opposizione contro queste guerre”.

Cua Scienze Politiche (foto Zic)Alcune ore dopo il Cua ha occupato simbolicamente la vicepresidenza “per protestare contro i bavagli di guerra che, a seguito della contestazione a Panebianco, sono stati levati attorno a chi oppone voci contrarie”. Con le bocche bendate gli attivisti hanno denunciato la mancata concessione di un’aula per tenere l’assemblea di oggi pomeriggio indetta dal collettivo alle 16, accusando i mezzi di informazione di isteria mediatica creata attorno alla vicenda, e respingendo i paralleli con gli anni ’70: “Dobbiamo farla finita coi continui richiami al ’77. C’è un paese in crisi, che sembra approssimarsi ad una guerra, è questo il nodo politico che vogliamo porre”.

“Il professor Panebianco aveva concesso il quarto d’ora accademico e noi siamo intervenuti durante il quarto d’ora accedemico – assicurano gli attivisti – alle 9,13 siamo scesi giù per le scale e la lezione e’ continuata”. Panebianco “l’ha lezione l’ha svolta, invece l’aula a noi non è stata concessa”, insiste un altro attivista

> Ascolta l’audio raccolto dall’inviato di Zeroincondotta:

L’annunciata assemblea no-war, nel pomeriggio, si è comunque svolta, nel cortile della facoltà, e ha rilanciato il presidio già programmato per lunedì in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico all’aula Santa Lucia di via Castiglione, in vista della quale ateneo, Questura e Prefettura stanno predisponendo misure di controllo straordinarie, e la protezione dello stesso Panebianco.

Assemblea Cua a Scienze Politiche - Foto ZicA conclusione dell’iniziativa, i partecipanti si sono alzati e sono partiti in corteo lungo Strada Maggiore, piazza Aldrovandi, via Petroni per terminare in piazza Verdi: “Portiamo il rumore dei suoni di guerra che Panebianco tanto declama, portiamo il suono della sofferenza, dei lamenti, della disperazione e della povertà che ogni guerra produce. Portiamo la nostra opposizione, sociale, alle guerre.”, si legge sul profilo facebook del collettivo.

Sono usciti dalla facoltà anche gli attivisti dell’Assemblea di Scienze Politiche e di Hobo, decidendo di bloccare il traffico in strada Maggiore, al coro di “Panebianco cuore nero” e “Stop global war”, per “dire a gran voce che siamo tutti contro la vostra guerra – affidano gli studenti al social network – perché se è la guerra che volete, andateci voi a combatterla. Renzi, Panebianco, Hollande, andate voi in guerra, andate voi a morire per i vostri affari e per i vostri interessi! Non vogliamo più nostri morti, mai più!”.

Assemblea Scienze Politiche (foto Zic)Sulle contestazioni verso Panebianco interviene intanto Libertà di dimora: “Come campagna che si batte per la liberazione dalle misure cautelari preventive che hanno colpito diversi studenti e studentesse dell’Università di Bologna con l’unica presunta accusa di battersi contro l’austerity e la crisi permamente, contro lo smantellamento del diritto allo studio e dei saperi, contro la precarietà lavorativa ed esistenziale, contro l’assenza di welfare, per liberare la nostra città e università da culture fasciste e xenofobe di guerra, non possiamo che essere al fianco anche di questa Assemblea di studenti e studentesse e del diritto di parola e di dissenso che sempre dovrebbe essere praticato contro le ideologie di morte, guerra e cannoni che alcuni accademici vorrebbero diffondere nelle Università”.

C’è anche una riflessione di Ross@: “Da più di dieci anni le potenze mondiali fanno una guerra continuata col risultato di lasciare al suolo centinaia di migliaia di corpi straziati dalle cosiddette bombe umanitarie e milioni di donne, bambini, uomini in fuga in ogni parte d’Europa e che da ogni parte di Europa vengono respinti. Noi siamo quelli che si oppongono  a queste politiche e stiamo con chi si oppone. Noi siamo per cacciare la guerra e chi la guerra la rivendica. Solidarietà agli studenti che hanno contestato Panebianco. Costruiamo la giornata di mobilitazione contro la guerra del 12 marzo”.

Un post del blog Staffetta, invece, fa notare che “per sostenere le ragioni dell’imperialismo italiano, il Panebianco si rifà a un famosissimo e sciaguratissimo slogan di Mussolini”, cioè “Volete burroo cannoni?”. Mussolini “pronunciò questa frase dal balcone di Palazzo Venezia poco prima della dichiarazione della seconda Guerra Mondiale e la folla gridò entusiasta ‘Cannoni! Cannoni!’. Poi chi ha pagato il conto di quella guerra sono stati tantissimi giovani che purtroppo non avevano capito a tempo”.

Infine, nel corso della giornata Hobo ha spiegato di aver ricevuto e a sua volta diffuso anche un breve comunicato, a firma “Antifascisti bolognesi”, che accompagna un video in cui si vedono alcune persone dar fuoco ad una corona commemorativa in San Donato: è lo stesso punto in cui di recente Casapound aveva manifestato sul tema Foibe.