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Lucca / G7 esteri, violente cariche sulla contromanifestazione

Difeso a manganellate dalla celere l’intero perimetro del centro storico, che ospitava una delle molte riunioni del club dei sette. I promotori: “Una grande prova di dignità e riscatto”. Cinque trattenuti in Questura, poi rilasciati.

11 Aprile 2017 - 12:01

A far capire che sarebbe stata una giornata difficile, già in mattinata, l’atteggiamento della polizia, che ha rallentato o cercato di impedire la partenza dei manifestanti da diverse stazioni toscane. Arrivati nella città che ospitava il summit dei ministri degli Esteri in vista del G7 di Taormina, ad accoglierli hanno trovato un imponente dispositivo di polizia, tale da blindare ogni possibile accesso al centro storico.

Il corteo non si è fatto intimidire e ha cercato di violare la zona rossa: ne sono seguite violente e ripetute cariche, con un manifestante finito in ospedale, altri due fermati e condotti in Questura, per essere rimessi in libertà soltanto in serata. Altri tre attivisti lucchesi, riferiva nella notte la pagina ‘Lucca contro il G7’, sono stati fermati nelle ore successive e rilasciati con una denuncia per possesso di oggetti atti a offendere (un manico da ombrello e un’asta di ferro). “Nel verbale di denuncia si accenna più volte a un collegamento pretestuoso al corteo di oggi – si legge – segno che il nostro mettersi di traverso ha dato parecchio fastidio alle nostre controparti che ora cercando di rifarsi con queste piccole vendette di bassa lega. Non ci facciamo intimidire”.

“Una grande prova di dignità e riscatto”, è il bilancio della giornata diffuso dalla medesima pagina Facebook alle 23  di ieri sera: “Ci sarà tempo e modo di fare analisi più approfondite sulla giornata di oggi, ma alcune cose ci preme dirle fin da subito, a chi come un disco rotto vede la presunta violenza dello spingere dietro una rete e non vede la violenza dei ministri riuniti nel cuore della nostra città per decidere le prossime guerre e i prossimi morti, dai paesi Nato fino ai rappresentanti della Turchia del dittatore Erdogan e di Qatar e Arabia Saudita, gli stati che hanno finanziato e armato l’Isis e le altre milizie jihadiste che insanguinano la Siria e le nostre città europee”.

Continua il testo: “Oggi abbiamo rivendicato, con piena legittimità, il diritto a entrare nella nostra città, sottoposta a un’occupazione militare vergognosa. In tutta risposta abbiamo ricevuto a più riprese manganellate e cariche gratuite per più di un kilometro, anche quando il corteo stava già arretrando, senza risparmiare persone inermi che si sono ritrovati chi una testa spaccata chi un braccio rotto. L’unica devastazione e macelleria che abbiamo visto oggi è stata quella della polizia, che si è accanita su di noi per difendere gli assassini del G7, le loro guerre, lo sfruttamento e il saccheggio quotidiano delle nostre vite. Ma non intendiamo piangerci addosso, siamo anzi orgogliosi della piazza di oggi, di quella Lucca e di quella Toscana degna che oggi si è messa in gioco, che ha capito che di fronte all’orrore della carneficina che attraversa il nostro mondo, non basta più l’indignazione o un like su facebook, che ha capito che l’unico modo per rispettare e vendicare i morti innocenti delle loro guerre, in Siria come nelle città europee, è quello di cominciare a far pagare un prezzo a chi quelle guerre le scatena, quelli stessi assassini che si sono riuniti oggi a Palazzo Ducale”.

“Perché il contrario delle loro guerre – si legge in conclusione – non è il pacifismo, ma cominciare a fare la guerra a chi ci opprime. Oggi abbiamo dato questa indicazione con coraggio, dignità e determinazione, e lo rivendichiamo pienamente, con orgoglio. Ringraziamo ancora una volta le 600 persone e tutte le realtà che da Lucca e dalle altre città toscane hanno condiviso con noi questa giornata. Non perdiamoci di vista che la guerra per il riscatto delle nostre vite è ancora lunga”.