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Logistica e trasporti, lo sciopero colpisce anche in Emilia-Romagna

Adesioni alte e blocchi all’Interporto di Bologna. A Modena cariche e lacrimogeni. E intanto da ieri è tornato in libertà Aldo Milani: il Gip ha accolto l’istanza della difesa revocando l’obbligo di dimora.

16 Giugno 2017 - 21:41

Lo sciopero nazionale dei trasporti e della logistica si è fatto sentire nella giornata di oggi anche in Emilia-Romagna. A Modena “il picchetto di fronte alla Alcar Uno è stato oggetto di lanci di lacrimogeni e cariche da parte della Polizia nel tentativo di sgomberare il blocco. Centinaia di lavoratori resistendo alle cariche hanno ripreso il blocco e mandato via la polizia”, raccontano i Si Cobas, che per Bologna riferiscono di uno “sciopero con adesioni altissime all’Interporto”, che è stato “completamente bloccato”.

A livello regionale l’Sgb parla di una buona partecipazione allo sciopero “con adesioni che hanno superato il 70% alla Seta di Reggio Emilia, numerose soppressioni sia  di treni regionali in ferrovia che di aerei all’aeroporto Marconi di Bologna, buona anche la partecipazione alla Tper; tutto questo nonostante il vero e proprio boicottaggio dello sciopero messo in atto dai soliti capetti”.

Dall’Adl Cobas: “Iniziata questa mattina alle prime luci dell’alba con il blocco del camion al magazzino Number 1 di Parma la giornata di sciopero nazionale della logistica per il rinnovo del Ccnl, la clausola sociale nei cambi d’appalto, parità di trattamento per i lavoratori delle cooperative”.

E’ di ieri, intanto, la notizia della liberazione di Aldo Milani. Spiega lo studio legale che assiste il dirigente dei Si Cobas: “Il Gip presso il Tribunale di Modena, ha accolto l’istanza presentata dalla difesa di Aldo Milani, coordinatore nazionale Si Cobas, di revoca della misura cautelare dell’obbligo di dimora a Milano, in essere dal 28 gennaio. Il giudice dott.ssa Eleonora De Marco ha ritenuto cessate le esigenze cautelari, in ragione del corretto comportamento processuale e del tempo trascorso. A corredo dell’istanza, la difesa aveva depositato anche la copia di diversi accordi sindacali sottoscritti nei mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio da Aldo Milani, nonché la dichiarazione del segretario generale di Fedit (Federazione Trasportatori Italiana) che aveva dato atto del prezioso contributo di Milani alla definizione di un accordo nazionale applicabile presso i maggiori gruppi di corrieri nazionali, e della correttezza della sua attività sindacale, pur nel rispetto degli opposti ruoli. Il 27 settembre avrà inizio il processo, che Aldo Milani ha scelto si svolga con rito ordinario, affinchè venga accertata, nella sua legittima sede, il Tribunale, la correttezza della sua condotta, improntando la difesa ad una battaglia di verità e rinunciando ad eventuali guarantigie legali o riduzioni di pena. Nel processo si affronterannole infinite contraddizioni del mercato della carne nel più grande distretto europeo, e se è legittimo mantenere con contratto da facchini gli operatori del settore alimentare ad una paga oraria di pochi euro, e senza coperture e contributi per le malattie e gli infortuni. Saranno chiariti i rapporti tra i Levoni ed il mondo delle cooperative, anche cd ‘spurie’, e la figura del Piccinini collaboratore di Levoni, che al contrario di Milani, ha prescelto un rito alternativo. La notizia della liberazione di Milani è stata accolta con grande gioia dal sindacato Si Cobas sempre saldo nell’affermare l’estraneità del leader a qualunque contesto di reato o dai contorni non definiti”.